20/09/2008: Torino: aggiornamenti dalle lotte antirazziste
Torino: processo ad un antirazzista
Venerdì 19 settembre al tribunale di Torino – corso Vittorio 130 - si svolgerà il processo a Fabio, un antirazzista accusato di resistenza e lesioni. I fatti contestati risalgono al 15 luglio. Quel giorno vennero sgomberate alcune famiglie rumene che avevano occupato una casa in via Pisa. Fabio era tra i compagni subito accorsi in via Pisa: venne pestato e arrestato per aver provato a chiedere di entrare nella casa sgomberata per prendere le poche cose degli immigrati.
Il processo si terrà nell'aula 55 del tribunale di Torino alle 9 del mattino.
Invitiamo tutti a partecipare.
Riportiamo sotto il volantino distribuito in quei giorni.
La politica del Comune per i senza casa: sgomberi, minacce, denunce Casa per tutti
Il 6 luglio, in via Pisa 5, è stata occupata una casa, una casa abbandonata di proprietà dell'Enel.
Gli occupanti hanno raccontato in un volantino la loro storia: "Ci siamo stancati di questa miseria. Siamo un piccolo gruppo di famiglie rumene, famiglie di lavoratori, con tanti bambini che vanno a scuola.
Fino a ieri abbiamo vissuto in condizioni durissime. Abitavamo nelle baracche di via Germagnano: un campo sovraffollato e sporco, senza acqua né elettricità, con i bambini sempre in pericolo in mezzo ai topi e ai serpenti.
Quando c'è stata l'alluvione, solo un mese fa, al campo l'acqua era dappertutto e sono dovuti arrivare i Vigili del Fuoco per toglierla. Ma tolta l'acqua è rimasto il fango dentro alle nostre case e tanti dei nostri figli si sono ammalati.
Ora ci siamo stancati di questa miseria. Da ora in poi vogliamo vivere una vita normale, come tutti voi. È per questo che abbiamo occupato questa casa: sappiamo che è illegale, ma sappiamo anche che è una cosa giusta.
Questa casa è stata abbandonata e vuota per tanto tempo, ma noi la faremo rivivere e la trasformeremo in un posto bello per viverci, per noi e per i nostri bambini."
Ma le istituzioni, Comune in testa, non potevano certo tollerare un'occupazione, perché via Pisa stava dando coraggio ai tanti che vivono come bestie lungo i fiumi, dove nessuno li vede, come polvere celata sotto il tappeto.
L'Enel non poteva certo rischiare che l'esempio diventasse contagioso: altri avrebbero potuto riprendersi parte di quello che ogni giorno questa società ingiusta sottrae.
Sono arrivati all'alba del 15 luglio. Decine di mezzi di polizia e carabinieri in assetto antisommossa. Hanno scardinato la porta e sono entrati in armi nelle stanze dove dormiva la gente. I bambini hanno cominciato a gridare spaventati, una signora più anziana si è sentita male. Una scena di quelle che abbiamo visto nei film, che abbiamo sentito raccontare dai nostri vecchi, una scena da città occupata dai nazisti, con la gente braccata nelle case. Gli occupanti sono stati caricati su un pullman già pronto e portati nella fogna via Germagnano.
Sgomberati dalla polizia perché occupare è illegale, sono stati deportati con un pullman del comune in un campo abusivo. I giornali, il giorno dopo, hanno osato scrivere, mentendo spudoratamente, che la casa di via Pisa non era sicura. Così – per maggior sicurezza – il comune ha decretato che tornassero in baracche senza acqua né elettricità, in mezzo al fango e ai topi.
Fabio, uno dei compagni subito accorsi in via Pisa, è stato pestato e arrestato per resistenza e lesioni: aveva provato a chiedere di entrare nella casa sgomberata per prendere le poche cose degli immigrati.
Il giorno dopo il compagno è stato liberato in attesa di processo. Al giudice che gli chiedeva dei fatti Fabio ha negato di aver assalito da solo tre energumeni della Digos e ha ribadito con fermezza la propria indignazione di fronte ai poliziotti che ridevano per aver gettato in strada quattro famiglie. Gli occupanti di via Pisa hanno assistito all'udienza, dimostrando che la solidarietà è contagiosa.
Al presidio davanti al Comune fatto dopo lo sgombero di fronte ai bambini che reggevano lo striscione "Casa per tutti. Fabio Libero", Chiamparino, "pescato", mentre andava al bar, ha detto "io non c'entro". Un funzionario del suo gabinetto, durante un incontro successivo e meno informale, ha promesso una casa per il giorno dopo. Ma il successivo mercoledì mattina i funzionari dell'ufficio immigrazione di Corso Novara si sono limitati a intimidire gli immigrati annunciando denunce e arresti se ci fossero state nuove occupazioni. L'unica "proposta" avanzata: prendersi i bambini ed ospitarli in una casa per minori. Più che una proposta una ben evidente minaccia.
A cura dell'Assemblea antirazzista di Torino
Per info: assembleaantirazzistatorino@autistici.org
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16 settembre. Circa 200 persone hanno partecipato al bivacco generale proclamato nel quadrilatero "proibito" del quartiere di San Salvario. Tra musica, buffet, birra, vino, tavoli, sedie, picnic per terra, partite a carte, calcio e calcetto, via Berthollet è rimasta chiusa per tre ore, creando una zona pedonale completamente abusiva e liberata dalle ordinanze proibizioniste di Chiamparino. Un'abitante del quartiere ha acconsentito a legare al suo balcone uno stricione che recitava "Per un quartiere solidale - bivacco generale". Da un'altro balcone è partita poi anche una bella secchiata d'acqua, ma va bene così: meglio una secchiata diretta che la polizia per le strade.
www.autistici.org/macerie
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18 settembre. Sono le tre di notte, quando la gente dei palazzi che affacciano su Torino Esposizioni - in piena San Salvario "bene" - viene svegliata da uno sgommare di pneumatici e poi da urla disperate. Sul lato del parcheggio di Torino Esposizioni, nell'ombra, c'è qualcuno che grida in una lingua straniera mentre dall'altra ci sono tre pattuglie parcheggiate di fronte alle case. Intanto due poliziotti trattengono sul selciato un ragazzo di colore mentre gli altri agenti lo massacrano a manganellate e calci. Solo un agente non partecipa al pestaggio: sta facendo il palo, si guarda in giro per essere sicuro che nessuno si avvicini troppo alla scena. Ma il pestaggio dura troppo, la gente si affaccia ai balconi e poi, dalle case, qualcuno urla agli agenti di smetterla. Velocemente, i poliziotti trascinano il ragazzo dietro un angolo, si sente ancora il rumore di qualche colpo e poi lo caricano in macchina. Prima di andare via, un poliziotto scruta per terra, si piega, tocca il selciato. Al mattino dopo, sul marciapiede, rimangono ancora delle chiazze di sangue.
Sul sito della trasmissione Macerie abbiamo pubblicato l'audio di una intervista rilasciata da un ascoltatore al radiogiornale di Radio BlackOut di oggi che racconta del pestaggio avvenuto l'altra notte in Corso Massimo d'Azeglio.
Potete ascoltarlo su: http://www.autistici.org/macerie/?p=10025#more-10025
Di questo episodio non sta parlando nessuno. Non sono neanche uscite notizie che raccontano semplicemente di arresti quella notte. Come spesso succede, un buco nero. Non si sa neanche come sta il ragazzo massacrato.
Girate questa mail a tutti quelli che conoscete.
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19 settembre. Durante lo sgombero della casa occupata da alcune famiglie rumene, avvenuto il 17 luglio, un antirazzista italiano era stato arrestato con l'accusa di resistenza e lesioni. Nella loro relazione, i poliziotti parlavano di calci, pugni e gomitate sferrati contro gli agenti. Disgraziatamente, le riprese della scientifica hanno dimostrato che le accuse erano del tutto false e calunniose, e il giudice oggi è stato costretto ad assolvere l'antirazzista, con grande disappunto della digos. Meno male che l'imputato, anarchico, non ha l'abitudine di controdenunciare…
Ascolta una diretta a Radio Onda d'Urto, sul processo e sulla caccia all'alpino (che non fa mai male)
http://www.autistici.org/macerie/?p=10095
http://www.autprol.org/