01/09/2008: 30 agosto 2008, Giornata d’azione contro/senza le espulsioni in Austria e Repubblica federale tedesca (RFT)


No border, no nation, no prison.
Il 30 agosto 2008 è stata occasione di una giornata di protesta anche nella RFT contro la carcerazione per l’espulsione e contro la politica assassina delle espulsioni. Una giornata dedicata a tutte le vittime di tale politica.
Nel 1999 Rachid Shaai moriva in una cella delle carceri giudiziarie di Bueren, intossicato dal fumo (incendio della cella). Nel 2000 cadde morto il 28enne Altankhou Dagwasoundel nel tentativo di evadere dal carcere di espulsione sempre di Bueren. Nel 1983 Cemal Kemal Altun, turco, richiedente asilo, preso dal timore di essere espulso, muore sulla strada in seguito ad un balzo dalla finestra del tribunale amministrativo di Berlino. Nel 1994 il nigeriano Kola Bandolo rimane ucciso in uno scontro fisico con i soldati GSG9 (gruppo speciale dell’esercito impiegato per operazioni di polizia) in un aereo della Lufthansa che lo doveva rimpatriare.
La giornata di lotta senza/contro le espulsioni è stata promossa e preparata dal gruppo Paderborn di Bueren. In oltre 15 città della RFT si sono svolti presidi davanti alle carceri d’espulsione, blocchi stradali per impedire fisicamente le espulsioni, letture di comunicati, sit-in davanti a sedi istituzionali quali gli uffici dell’immigrazione…

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Tematiche proposte e obiettivi posti:
Giornata d’azione decentralizzata senza espulsioni: paralizziamo insieme il sistema delle espulsioni.
Ribadiamo il diritto ad emigrare, il diritto a restare, il diritto alla libertà di movimento. La nostra solidarietà va ai perseguitati, agli illegali, agli sfruttati, a chi cerca le avventure!
Paralizziamo con azioni il sistema delle espulsioni, accerchiamo le carceri d’espulsione, le sedi istituzionali preposte, gli aeroporti.
Ci esprimiamo in maniera solidale con tutti quelli che lottano per il diritto a restare, che si difendono dalle pretese delle leggi speciali razziali e per impedire le espulsioni.
Con la giornata d’azione ci uniamo alle lotte quotidiane per la dignità e i diritti.
Con manifestazioni generali, blocchi, occupazioni di uffici e azioni creative gettiamo sabbia negli ingranaggi. In questo modo vogliamo portare l’attenzione sulla disumanità degli ostacoli all’immigrazione, sulle angherie e gli attacchi delle autorità, della polizia, dei nazi e sulle discriminazioni sostanziate da leggi speciali quali l’obbligo di residenza (soggiorno), la carcerazione per l’espulsione e la lagerizzazione.

Cronache da alcune città dove hanno avuto luogo i presidi:
- a Braunschweig: 30 compagne e compagni si sono trovati in centro-città, la polizia li ha allontanati. Hanno parlato al megafono e distribuito volantini sul tema: “Germania, uno stato razzista con un sistema d’espulsione in dispregio dell’umanità. Ogni anno tante persone cercano di immigrare in Germania per sfuggire alla guerra, a una vita di povertà e a altre miserie. In Germania esse si vogliono costruire una nuova vita fra rapporti umani. Il sistema però nega a queste persone una simile vita. Le leggi sull’immigrazione che fissano un diritto limitato a restare, vietano agli immigrati una vita ragionevole in questo stato. Oltre a ciò alle persone immigrate lo stato nega la possibilità alla formazione e ad avere un lavoro…
- A Neuss: l’appuntamento è davanti all’unico carcere d’espulsione femminile di tutto il paese, costruito qui nel 1993. Il presidio inizia alle 15 e prosegue fino a mezzanotte fra interventi, musiche, mostre. Sono venute almeno 250 compagni e compagne.
- A Bueren: 150 attiviste e attivisti hanno bloccato nella notte fra il 29 e il 30 agosto la via d’accesso al carcere d’espulsione, combinando giochi di luce alla musica, agli interventi…
- A Berlino: all’appello dell’iniziativa contro le espulsioni si sono trovati a Potsdamm 80 persone per un sit-in sulla piazza dell’Unità. Sono intervenuti anche immigrati. Fra i temi ribaditi negli interventi, diversi hanno battuto il chiodo sulle pessime condizioni esistenti all’interno del carcere d’espulsione di Eisenhuettenstadt costruito nel vicino Brandeburgo.
- A Magdeburgo: l’appuntamento è al Mercato Vecchio per le 10 del mattino. Un piccolo gruppo musicale ha fatto la sua parte nell’attirare l’attenzione dei passanti. E’ stata posta simbolicamente una corona di fiori in memoria delle migliaia di profughi morti ai confini dell’Europa. Sul prato davanti al ministero (regionale) dell’interno sono state collocate 20 croci di legno: un cimitero simbolico per tornare a chiarire le conseguenze della politica d’asilo tedesca.
Eravamo in 150, la partecipazione dei passanti è stata attiva.

http://www.autprol.org/