15/08/2008: Libera è stata abbattuta, Resoconto di tutta la giornata
Venerdì 8 agosto, verso le 11.30 si sono avute le prime avvisaglie dello sgombero, quando diverse macchine della digos sono arrivate in Via Pomposiana e una pattuglia dei vigili ne ha chiuso l'accesso. Nonostante il blocco molti compagni riescono a passare, e nel pomeriggio quasi un centinaio di solidali sarà sotto il Libera a fronteggiare la sbirraglia.
Verso le 14 i poliziotti riescono ad entrare nell'edificio dall'ingresso posteriore, dopo avere spinto via i compagni che cercavano di impedire l'irruzione, scagliandosi poi anche contro chi sorvegliava l'entrata principale. Diversi compagni sono strattonati e i poliziotti tentano più volte di fermare i fotografi (inclusa la stampa accreditata). Una poliziotta lancia un tavolo nel mucchio di compagni e fotografi. A breve la situazione si calma e desistono dall'aggressione contro le persone all'ingresso. Ma ormai sono entrati e noi siamo tutti fuori.
Alle 16 del pomeriggio la tensione è un pò calata rispetto a qualche ora prima, quando gli sbirri hanno devastato l'interno di Libera. Viene fatto arrivare il camion dei pompieri con la scala e il cestello per salire sul tetto, dove 4 compagni resistono ad oltranza. Uno sbirro e un pompiere restano quasi un ora penzolanti nel cestello a 2 metri da Colbi incatenato. Per raggiungere il retro di Libera e posizionarsi, la gru dei pompieri ha dovuto percorrere il lunghissimo viale di accesso alla casa. Tutte le persone presenti sono corse impedirne l'avanzata. Prima con barricate improvvisate (tirate via dalla polizia, addosso alla gente) poi fronteggiandola metro per metro sotto gli spintoni, i calci e le violenze di un'eterogenea sbirraglia a stento tenuta a freno dal capo della digos (baffetti e giacchino scamosciato, il topos del dirigente digotto anni '90). Erano presenti un folto numero di vigili urbani, corpo non titolato ad occuparsi di ordine pubblico. Hanno contribuito a malmenare, sollevare di peso e gettare a terra chi tentava di fermare l'avanzata della gru. Gia domani verrà sporta denuncia contro di loro, sia per i singoli casi di violenza documentati, sia per l'illegale presenza in loco. Alla fine la gru passa, circondata dagli sbirri che la cordonano. Diversi i contusi tra i manifestanti.
Inizia il balletto del cestello a fianco del tetto. Ci sono dentro uno sbirro e un pompiere. Il primo seccherà inutilmente Colbi per un ora, con blandizie e ragionamenti. Intanto sul tetto è salito un altro carabiniere, che attacca anche lui a parlare senza ottenere nulla, e la testa baffuta del capodigos spunta dall'abbaino. Resteranno li 2 ore finchè abbandonati discorsi taglieranno le catene che assicuravano Colbi, sollevandolo di peso nel cestello e calandolo giù. In breve caleranno tutti dal tetto, assetati e arroventati dal sole. Gli ombrelloni glieli hanno tirati via 2 ore prima e da ore impediscono l'arrivo di acqua.
Ora è la volta di Benna, con il braccio ancorato dentro un bidone di cemento da 200 kg, e delle 2 ragazze incatenate alla finestra accanto a lui. Le 2 ragazze non vogliono lasciar tagliare le catene e non vogliono andare via abbandonando Benna solo con gli sbirri. Ma uno di questi, aiutato da una vigilessa, le afferra brutalmente. E' una scena schifosa. Una delle 2 ragazze, quasi in lacrime, urla perchè le stanno toccando i seni e le parti intime. Tutte/i le/i compagne/i sono alle finestre attorno che gridano la loro rabbia e il disprezzo contro quelle bestie... impotenti ad aiutare le compagne. Iniziano a lanciare acqua sulle carogne con il bell'effetto di intralciarli e disorientarli. Lo sbirro che stà molestando la compagna, sbraita e grida più volte alla sua truppa di sgomberare tutti dalle finestre. Così la situazione precipita. Un funzionario esce e si mette a capo dello schieramento urlando che lui è l'amministratore della violenza e adesso ce la amministra. Parte il fronteggiamento che diventa una carica in cui i picchiatori non si tengono più e menano manganellate. Un ragazzo esce fuori con la testa spaccata, un fiotto di sangue sul viso e i vestiti. Altri se la cavano con contusioni al busto e alle braccia. Diversi fotografi e cameramen vengono malmenati. Di li a poco inizeranno a rimuovere col flessibile e lo scalpello il cemento che blocca Benna.
L'avvocato di Libera spiega brevemente il senso dello sgombero. Lo stabile è da anni assegnato ad una associazione, il Collettivo degli agitati, che è composto dagli abitanti di Libera. Questi si sono visti assegnare unilateralmente l'edificio dalla giunta. Senza che nemmeno lo avessero richiesto. Probabilmente le mire del comune, all'epoca, erano di proporgli poi un cambio di sede. Sta di fatto che l'assegnazione scade a novembre 2008 e fino ad allora gli abitanti occupano legittimamente la casa. La giunta modenese dà ugualmente alla polizia il mandato di sgombero. Ma non contro l'associazione: contro i singoli abitanti che loro dire la occupano illegalmente... sta di fatto che i soggetti coincidono. I presunti abusivi sono i legittimi abitanti. Ma intanto lo sgombero viene effettuato. LIBERA VIENE STATA RASA AL SUOLO IN SERATA.
Domani verrà presentato ricorso contro lo sgombero, e se anche i compagni vinceranno come probabile la causa, otterranno solo un rimborso dei danni per ciò che è andato distrutto nel crollo. La casa però non ci sarà più (non c'è gia più!) e il comune non avrà l'obbligo del ripristino. Così si è tolta di mezzo Libera, con una sporca manovra.
Attualmente i compagni sono in riunione, all'interno della biblioteca anarchica che gestiscono in città (Via Sant'Agata 13, in centro). Decidono le azioni da intraprendere nei prossimi giorni.
Degno di nota è come i vigili del fuoco si siano prestati senza problemi allo sgombero, vestendo i panni degli sbirri e sbrigando il lavoro al posto loro. Non male per una categoria che da anni si batte contro la militarizzazione del corpo.
Da http://emiliaromagna.indymedia.org/node/3333
http://www.autprol.org/