02/08/2008: Lettera di Bertrand Bertrand Sassoye


Care amiche ed amici, care compagne e compagni,
sono stato liberato ieri dalla prigione di Forest. La liberazione ha seguito la procedura della revoca. In altre parole, non è stata una decisione della giustizia (camera di consiglio o camera d'istruzione) che ha sospeso il mandato d’arresto del giudice d'istruzione, ma è stato lo stesso giudice d'istruzione che ha deciso di rimettermi in libertà.
Devo questo alla vostra mobilizzazione di solidarietà, e se vi ringrazio solo il giorno dopo, è perché la festa per la liberazione ha preso una dimensione impressionante e si è prolungata così tanto che mi è servito un attimo di tempo per riprendermi… Questa festa per la liberazione è stata chiaramente una festa della vittoria della vostra mobilizzazione di solidarietà.
Il giudice d'istruzione lo ha confessato esplicitamente ordinando alla direzione della prigione, il giorno della mia liberazione, di proibirmi di telefonare a chiunque - anche al mio avvocato! - “per evitare ogni manifestazione pubblica in occasione di questa liberazione!”. Evidentemente, non avevano dimenticato le manifestazioni improvvisate dal Soccorso Rosso in occasione della liberazione di Wahoub, Costant ed Abdallah!
Dal primo giorno, le autorità di polizia e giudiziarie si sono trovate in imbarazzo nel vedere le loro manovre denunciate pubblicamente. I loro rappresentanti lo hanno dichiarato apertamente in camera di consiglio ed in camera d'istruzione, e il tentativo di liberarmi in sordina costituisce un’ulteriore conferma di questo.
E’ una ulteriore conferma che con le mobilizzazioni di piazza, la solidarietà ha, come si dice, “colpito nel segno”. Non è così frequente che le mobilizzazioni militanti riescano a pesare così tanto nei rapporti di forza, e questo è un potente stimolo a sviluppare la solidarietà di classe.
L'ampiezza e il vigore della solidarietà di fronte a questo attacco repressivo ha spiazzato diversi poliziotti, giudici e procuratori.
Il Soccorso Rosso non soltanto ha resistito all’attacco repressivo, ma è passato all’offensiva. È stato aiutato in questo compito dalle diverse forze organizzate nel Soccorso Rosso Internazionale (delle iniziative di solidarietà si sono svolte in molte città della Germania e della Svizzera, ma anche a Beyrouth, Milano, Parigi e Istanbul) e da altre forze della solidarietà internazionale. È stato aiutato anche da forze e da persone che hanno divergenze profonde con il Soccorso Rosso o con le convinzioni comuniste degli inquisiti in questo caso giudiziario, ma che, al di là di queste divergenze, hanno saputo comprendere che occorreva fare fronte comune contro questa offensiva reazionaria.
La posta in gioco supera infatti molto chiaramente l'indagine “italiana” ed anche lo stesso attacco al Soccorso Rosso che è stato portato attraverso di essa. In gioco c'è lo sviluppo straordinario dell'arsenale repressivo della borghesia (nuove tecniche, nuove leggi, nuove strutture, ecc.) e il suo utilizzo contro qualsiasi forma di resistenza.
Più specificamente in questo caso, c'è in gioco la nuova legge antiterrorismo e il suo campo di applicazione. Si sa che nella sua interpretazione più ampia, essa potrebbe essere applicata anche contro i picchetti negli scioperi. E si sa che è questa interpretazione che la Corte federale intende imporre approfittando delle inchieste contro le forze rivoluzionarie per allargare il campo della repressione, seguendo la teoria della “contro-rivoluzione preventiva” secondo la quale non occorre attendere la minaccia per spezzare ogni potenziale forma di resistenza.
L'importanza della minaccia e la forza del movimento di solidarietà deve incitarci a proseguire, estendere e qualificare la mobilizzazione. L'obiettivo concreto comune, il punto cui mirare, deve essere l'abrogazione della legge antiterrorismo. Se questo obiettivo si rivelerà fuori della nostra portata, la mobilizzazione che esso avrà orientato potrà raggiungere, se non l'emendamento della legge, almeno l’iscrizione nella giurisprudenza della sua interpretazione più restrittiva. Questa mobilizzazione sarà per il Soccorso Rosso l'occasione per denunciare la vera funzione della giustizia di classe (mantenere lo statu quo sociale, e quindi difendere il regime e spezzare ciò che lo può minacciare), denunciare la teoria “della contro-rivoluzione preventiva” e sviluppare le forze della solidarietà.

Bertrand Sassoye,
membro del Soccorso Rosso/APAPC (sezione belga del Soccorso Rosso Internazionale) e militante del Blocco Marxista–Leninista.

Bruxelles, 30 luglio 2008
http://www.secoursrouge.org


http://www.autprol.org/