30/07/2008: Dalle carceri della Repubblica Federale Tedesca


Luglio 2008: dal 1° fino al 7 agosto oltre 500 prigionieri, su 80.000, in 29 carceri della RFT daranno vita ad uno sciopero della fame. Facciamo precedere il manifesto della protesta da un brano da "Sul lavoro forzato e sugli altri diritti" del compagno Gabriel Ponto da Silva, in carcere in questo paese, che spiega il contesto da cui prende le mosse questa iniziativa collettiva.

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[...] Quando affermo che in questo paese non c'è interesse ad affrontare certe cose, mi riferisco al livello generale (quello che chiamano "pubblico interesse", come se interessi realmente qualcuno!!), perché di colpiti e interessati ce ne sono sempre.
Ad esempio, dentro le carceri c'è un'associazione e collettivo di detenuti (appoggiati all'esterno da avvocati "garantisti", ecc.) che da anni lotta contro gli abusi del potere, il psicoterrorismo carcerario, le condizioni detentive a lavorative, ecc.
Quest'associazione si chiama Iv.i (Interessenvertretunginhaftierten) che, tradotto, significa "Rappresentanza degli interessi dei detenuti".
Indipendentemente dalla mia condivisione o meno degli interessi che perseguono ed i mezzi che utilizzano (denunce, ricorsi, appelli ai media, ecc.) e/o i loro "alleati" (avvocati, giuristi, ecc), dal momento in cui si ribellano e che per questo vengono posti in isolamento, ecc., io come libertario sono dalla loro parte.
Dopo il contatto diretto con qualcuno dei suoi "rappresentanti" in carcere e l'avvio di conversazioni e dibattiti abbiamo deciso di fare un sciopero della fame come protesta per le condizioni d'isolamento di Nadine Trivian (una delle esponenti di quest'associazione) e per il suo trasferimento in un carcere in cui si trova in un ambiente completamente ostile per via della sua denuncia (e quella delle altre detenute) per la quale un secondino è stato condannato per violenza e abusi sessuali "nell'esercizio delle sue funzioni"...
Pertanto, la mia solidarietà verso questa compagna ed il lavoro politico dell'associazione Iv.i (e i compagni della stessa) è incondizionata. Ma la mia solidarietà va molto oltre questo caso concreto e si estende contro qualsiasi "centro" di detenzione e castigo, contro l'ergastolo, la pena di morte ed i sistemi d'isolamento e di tortura. Lo sciopero della fame si terrà dal primo al sette agosto e chi vorrà esprimere la propria solidarietà potrà farlo secondo i suoi criteri: dall'invio di fax al ministero di giustizia di Düsseldorf, al carcere in cui si trova Nadine, ai consolati tedeschi [...]

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Dal manifesto della Iv.i

Dal 1° al 7 agosto nelle carceri tedesche verrà effettuato uno sciopero della fame collettivo da 514 prigionieri divisi in 29 carceri.
Senso e scopo della protesta, che sarà solo l’inizio di altre azioni di protesta legali, è criticare duramente il clima instaurato nelle carceri tedesche e determinare cambiamenti in esse, nella loro quotidianità segnata da arbitrii e angherie, da un premeditato spostamento a destra, dalla trascuratezza delle cure (sanitarie, igieniche, alimentari), dal terrore psicologico e dalla tortura. L’ordinamento penitenziario viene sistematicamente ignorato su tutti i piani e in tanti ambiti e intenzionalmente piegato, dai funzionari, a proprio agio e al risparmio dei costi. Le illegalità, i modi di agire parzialmente criminali delle diverse autorità carcerarie vengono ufficialmente velati e coperti con la liquidazione superficiale delle denuncie. Ciò riguarda in particolare le carceri giudiziarie di Bielefeld-Brackwede situate nel land NordRenoWestafalia (iniziali NRW).
I prigionieri che si ribellano vengono sistematicamente terrorizzati con questi maltrattamenti e con le angherie e in questo modo devono essere pubblicamente ridotti al silenzio. Questa prassi colpisce tanti prigionieri ed in particolare, nel carcere di Bielefeld, Brackwede, Nadine T., che funge da rappresentante ufficiale delle prigioniere (fa riferimento alla Iv.i). Le arbitrarietà e le angherie compiute dal direttore B. e dalla direttrice H. della sezione femminile devono essere intese come tortura coatta, perseguita con premeditazione e come atti criminali.
Da tutto questo è rimasta severamente colpita, fino ad ammalarsi, la signora T. In modo assolutamente contrario alla legge la signora T. è stata tenuta in isolamento in seguito ad accuse costruite in maniera astratta (la condizione attuale della signora T. ci è sconosciuta), ed anche nell’isolamento è stata ulteriormente terrorizzata. Temiamo che la signora T. mediante tutto questo venga portata alla rassegnazione e alla disperazione e forse anche provocata con abusi. (Ricordiamo qui quanto accaduto al prigioniero J.Z., i cui segni causati dai pestaggi ai quali fu sottoposto vennero trasformati in conseguenze di un tentativo di prendere in ostaggio delle guardie).
Nel carcere di Colonia la signora T. è stata vittima di violenza sessuale compiuta dalle guardie. Ne è seguita una condanna... ciononostante la signora T. viene accusata dal “servizio” psicologico del carcere di Bielefeld: lei si sarebbe “inventata” tutto.
Lo sciopero della fame che sta per iniziare è a sostegno di Nadine T., rappresentante di una condizione che tocca tante e tanti prigionieri.
Tante, quasi tutte le persone in prigione, di fronte alle ritorsioni automatiche nella forma di arbitrii e angherie, falsi rapporti delle guardie, che mirano a negare la tanto aspirata liberazione, ecc. nutrono un giustificato timore ad avanzare reclami.
La lista del terrore psicologico è lunga. Chi non si lascia intimidire viene criminalizzato con accuse e chiuso nell’isolamento assolutamente disumano (in questo caso a favore dei prigionieri non ci sono testimoni che possano confermare il terrore) oppure “cadere dalla padella nella brace” unito a “tanti saluti dallo spirito di corpo”, cioè essere trasferito in altro carcere dove il terrore può essere proseguito senza posa.
Inchieste accurate non vengono mai compiute. Le autorità che stanno sopra coprono tutto e non lo pubblicizzano. Ai prigionieri in tal modo viene resa quasi impossibile ogni effettiva certezza del diritto. La direzione del carcere di Bielefeld-Brackwede ne è l’esempio. La petizione là sottoscritta da 330 prigionieri comprendeva 32 punti di reclamo, intesi come “punte dell’iceberg”. Ebbene, questa petizione “il ministero della giustizia del NRW, in particolare la camera per l’esecuzione delle pene di Bielefeld, la rimise, senza alcuna inchiesta e considerandola immotivata in tutti i suoi punti, nelle mani dell’ “Ombudsmann” (difensore civico) dello stesso land.
Conversazioni con i prigionieri da parte del difensore civico sono state impedite dalla direzione del carcere perché definite “insensate”. [...]

Per contatti ecc. Si può scrivere all’indirizzo seguente:
Iv.i: Peter Scherzl, c/o am Womberg 16, D-61276 Weilrod


http://www.autprol.org/