20/07/2008: Milano: Contro Nano-Bioforum 2008 - Mobilitazione nazionale contro le necrotecnologie e il mondo che le produce


Per l’inizio dell’anno accademico si terranno presso l’università di Milano due incontri a carattere nazionale: il 17-18 settembre NANOFORUM, il 1-2 ottobre BIOFORUM.
Appuntamenti che rappresentano il punto d’incontro tra il mondo della ricerca e quello dell’industria per dare un mercato ai risultati delle ricerche e innovazioni nel campo dell’infinitamente piccolo (nanotecnologie) e delle così dette “Scienze della vita” (biotecnologie).
L’università di Milano e altri poli universitari insieme ai più importanti centri di ricerca, aziende, multinazionali e associazioni del settore fondono i loro interessi in favore di questo nuovo promettente mercato della scienza. Il filo che lega l’accademia, la politica e i grandi interessi industriali è la logica del profitto, cui la stessa accademia dà una veste scientifica e dove occorre risvolti etici.
Il mondo della ricerca e dell’industria necrotecnologica cercano di far passare gli sviluppi di queste tecnologie come mezzo per frenare le emergenze, che inevitabilmente si presentano nell’attuale contesto ambientale arrivato alle soglie del collasso: dagli stravolgimenti climatici a un pianeta sfruttato oltre ogni limite. Proprio coloro che hanno avuto un ruolo determinante nel preparare un terreno culturale di accettazione e mettendo in pratica da secoli progetti ecocidi, oggi si presentano con nuove miracolose soluzioni. La formula adottata è sempre la stessa: ad uno sviluppo nocivo aggiungerne altri ancor più nocivi per risolvere ciò che diventa più irrisolvibile, dando l’avvio all’industria della nocività che permette nuove illimitate fonti di profitto.
Le biotecnologie e le nanotecnologie sono tecnologie che vanno ben oltre la specificità di un settore di ricerca, infatti è ambizione dei tecnocrati che rappresentino la totalità del futuro portando una soluzione per tutto: dalla salute umana alla mancanza di fonti energetiche, fino ad arrivare alla possibilità di produrre più cibo magari per via sintetica in laboratorio.
Quando in passato gli scienziati che lavoravano alla fusione dell’atomo si resero conto di cosa avevano creato come potenziale distruttivo fu troppo tardi per tornare indietro. Rimediare alla situazione parlando di uso civile del nucleare non è mai stato credibile considerando quante bombe atomiche continuavano ad essere stoccate nei bunker militari e di come una piccolissima parte di queste sia sufficiente a distruggere l’intero pianeta.
Se da una parte le considerazioni tecniche contrarie nascono addirittura in seno alla stessa comunità scientifica, da parte nostra una strenua opposizione al diffondersi delle nocività si snoda sul piano delle lotte sociali. Consideriamo nocivo innanzitutto ciò che si arroga il potere di stravolgere le relazioni tra i viventi, i quali già oggi subiscono l’arroganza dei soliti padroni che reimpostano il mondo naturale a partire dai rapporti intraumani, intraspecifici e con l’ambiente circostante. Diventa chiaro che il disastro ha origine ben prima del divampare apolittico del fungo nucleare sul quale intendono convogliare un limitato nostro sguardo.
Non è un caso che tra i più interessati alle bio e nano tecnologie con elevati investimenti ci siano proprio l’industria militare e quella del controllo totale (RFID, sensori, biometria).
Che cosa si prepara nei laboratori militari non è possibile saperlo, però tutto l’apparato tecno-scientifico e gli stessi stati si prodigano a decantare le lodi di queste tecnologie come fondamentali: da un lato per le loro applicazioni mediche e dall’altro per il controllo totale degli individui che viene fatto passare come sicurezza per fronteggiare l’era delle emergenze.
Non è con una soluzione tecnica, che alterna la divisa del medico a quella del poliziotto, che è possibile arrestare la catastrofe ecologica e sociale verso la quale ci stiamo dirigendo. Soluzione che al contrario potrà solo avvallare e perpetuare questo stato di cose.
Le reali soluzioni andranno cercate altrove, dove ancora vi è il palpito delle comunità viventi non atomizzate.
Le bio e nano tecnologie sono i mattoni con cui stanno costruendo la società di un futuro non troppo lontano: sono tecnologie di una portata travolgente, più grande di quello che potremmo immaginare, stanno entrando in ogni aspetto delle nostre vite in maniera graduale senza potersene quasi accorgere e rendersi conto dell’avvenuto cambiamento. Diventano la normalità con cui convivere: plasmano e trasformano le nostre stesse relazioni e percezioni del mondo circostante. Un mondo atomizzato dove ogni forma vivente viene scomposta nelle sue più piccole parti, ridotta a meri componenti funzionali, un mondo dove scompaiano le barriere e i confini tra i corpi, tra specie, tra organico e artificiale. L’integrità e l’individualità di un organismo verrà completamente frantumata e distrutta e sarà solo materia da utilizzare, da modificare per le necessità di rinnovamento dell’attuale sistema economico sempre più traballante.
Alla continua ricerca di materiali con nuove proprietà, nuove risorse energetiche e nuovi ambiti da sfruttare e trasformare in merce.
Noi stesse/i diventeremo parte di una dimensione tecnologica disumanizzante senza essere più in grado di uscirne perché una volta varcati certi confini non è possibile un ritorno: organismi geneticamente modificati, ibridi tra l’organico e l’inorganico, chimere, esperimenti in quel laboratorio a cielo aperto che sarà diventato il mondo intero. Una dimensione tecnologica che diventerà quindi l’unica forma di realtà possibile che potremo concepire.

Contro qualsiasi forma di manipolazione genetica su ogni essere vivente in qualsiasi campo venga portata avanti.

Contro qualsiasi tipo di manipolazione a livello di dimensione nano della materia, contro la diffusione nell’ambiente di nanoparticelle.

Contro ogni logica di ricerca presunta neutrale che, tra un metodo alternativo e una riforma in veste ambientalista delle nocività, legittima e sostiene lo stesso contesto dove l’attesa del prevedibile disastro ecologico è il tempo che occorre da verifica all’esperimento messo in atto.
I principi precauzionali, la coesistenza con i campi OGM, sono mera illusione, tutto diventerà transgenico. Richieste come l’etichettatura si basano sul concetto di lasciare “libera scelta” al consumatore tra ciò che è o non è modificato, però non ci potrà essere scelta dal momento in cui tutto il vivente sarà sotto attacco. L’unica scelta plausibile non è quella di acquistare un prodotto OGM o un altro “sicuro” (ancora per poco), ma è una scelta al di fuori delle loro alternative, è quella di contrastare con un no assoluto e con ogni mezzo necessario l’assalto alla vita dell’industria biotecnologica in ogni suo settore.
Nel campo delle nanotecnologie, biotecnologie e del nucleare gli esiti dei così detti incidenti di percorso hanno conseguenze irreversibili.

Invitiamo ogni situazione e individuo a lottare contro queste nocività assolute e a partecipare alle giornate nazionali di mobilitazione per contrastare chi pretende di portare avanti progetti su temi cruciali per la nostra esistenza e quella dell’intero mondo naturale .
Per urlargli a gran voce che la vita è altro dai loro intrugli di laboratorio o da quello che manipolano; la vita non sta dietro un microscopio elettronico a scansione, è invece intorno a noi, nel momento in cui cessiamo di ergerci a sostenitori del nuovo ordine naturale e riconosciamo come pari tutti coloro che di vita sono dotati, animali umani e non umani in relazione libera nell’ambiente che si è ampiamente dimostrato compatibile a loro, a noi, dai primordi.

Coalizione contro ogni nocività

17 SETTEMBRE: NANOFORUM
PRESIDIO CON MOSTRA
DALLE ORE 9.00 ALLE 18.00 presso il Politecnico di Milano - sede Bovisa - Via Durando, 10 Milano

1 OTTOBRE: BIOFORUM
PRESIDIO CON MOSTRA
DALLE ORE 9.00 ALLE 18.00 presso il Palazzo delle Stelline - Corso Magenta, 61 Milano

http://www.autprol.org/