20/07/2008: Settimo comunicato di Freddy e Marcelo


I compagni, che continuano a stare in isolamento e senza diritto ai colloqui, fanno pervenire alla rete di appoggio il seguente comunicato.
Alle reti d'appoggio, alle nostre famiglie, a tutte e tutti!

* Di nuovo, dalla Unidad de detención Nº11 di Neuquén (Argentina), scriviamo queste righe che evadono e viaggiano per salutare tutti i nostri, amici e compagni di strada, famiglie e persone che ci accompagnano in questo difficile e intenso momento in cui dobbiamo lottare le 24 ore per preservarci vivi, forti e degni nel mezzo dei continui attacchi che vengono dallo stato di polizia cileno, con la complicità attuale della polizia provinciale di Neuquén, qui in Argentina.

* E' da oltre un mese che, con l'eccezione di 3 giorni, siamo rinchiusi 24 ore su 24, senza vedere la luce naturale, con restrizioni a vedere altri detenuti di questa unità e sotto un regime di "massima sicurezza" per essere considerati "detenuti terroristi". Con questo motivo vengono giustificate tutte le misure di persecuzione quotidiana, sorvolando alla grande tutti i diritti concessi dalle leggi argentine ai detenuti.

* Dal punto di vista giuridico, il nostro "reato" - porto e detenzione di armi - è frequente in Argentina, pertanto consideriamo che debba essere trattato in quanto tale. Tuttavia la realtà supera sempre qualsiasi legalità, la quale viene utilizzata ad uso e consumo delle classi dominanti.

* Siamo provati da tanti colpi, diffamazioni e persecuzioni. Provati ma non abituati. Preparati, pronti, ma non dediti a divenire carne da carcere. Sappiamo che si tratta del costo da pagare per voler vivere liberi e felici. E' il costo che hanno dovuto pagare migliaia di proletari nella storia, in questa guerra di classe che non abbiamo iniziato noi, ma della quale siamo parte attiva e che porteremo avanti fino alla fine dei nostri giorni.

* Resistiamo a far parte del paesaggio deprimente del sistema carcerario, così come non rinneghiamo le nostre vite consegnate con orgoglio alla lotta sovversiva. Consideriamo la persecuzione e la punizione come un messaggio diretto di criminalizzazione verso tutti coloro che lottano contro lo Stato e il Capitale, sprezzanti carcerieri di tutti i tentativi d'emancipazione. Accettiamo questa nuova sfida che c'impone la vita come la certezza di saperci affratellati ed accompagnati da un'infinità rete di donne e uomini che da diverse parti del mondo propongono, diffondono, apportano ed agiscono per ottenere la nostra liberazione.

* E' in questo cammino che oggi vogliamo stringere un abbraccio sincero a tutte le persone coscienti della nostra complessa situazione, in questa giornata internazionale di solidarietà attiva con la nostra causa, con il fine di sostenerci nella nostra richiesta di rifugio umanitario per poter affrontare e denunciare il carattere socialfascista della democrazia cilena al comando della signora Michelle Bachelet.

* La concertazione democratica, ovvero la coalizione di partiti di centrosinistra che governa il Cile da 18 anni lo fa in concomitanza con la destra più conservatrice, ideologicamente sostenitrice della dittatura di Pinochet. Lo fa mantenendo lo stesso ordine giuridico-politico basato sulla costituzione del 1980 e che serve da supporto legale per il mantenimento di una serie di leggi repressive e sotto un discorso civico che ha sempre preteso delegittimare le espressioni organizzate di malcontento. In fondo, in nome della pace sociale vengono sostenuti argomenti che riaffermano il diritto dello stato ad esercitare la violenza repressiva.

* L'istituzionalità democratica (Stato di polizia), nata nel 1990 con tutti i crismi autoritari ereditati fino ad oggi dal dispotismo di Pinochet, che ci si è portati dietro in maniera sfacciata dai governi della concertazione ha costruito una immagine internazionale del Cile quale esempio di transizione dalla dittatura alla democrazia. Ma la realtà interna ci mostra un paese che affronta una quotidianità di sfruttamento capitalista che mantiene sottomessa in una vita di merda la gran parte dei 16 milioni di abitanti del Cile.

* Un esempio sul costo della vita: 1 chilo di pane in Cile equivale a 8.5 pesos argentini, una bombola di gas di 15 chili a 90 pesos argentini, un affitto a 700 pesos quando il salario minimo di cui vive la gran parte delle famiglie proletarie si aggira sugli 850 pesos. Tenendo conto che in Cile è quasi tutto più caro, di quale equità e giustizia sociale ci parlano i capitalisti? Quella che li favorisce nei loro lucrosi investimenti?

* Allo stesso modo la protesta sociale e la ribellione popolare vengono considerate "delinquenza". I nuclei ed i gruppi organizzati sotto pensieri e ideologie proletarie di liberazione vengono considerati "terroristi"; per essi viene applicata la drastica e temuta Ley Antiterrorista (18314) promulgata nel 1984, in piena dittatura, che è servita ad arrestare e processare in democrazia più di 600 persone legate ad organizzazioni rivoluzionarie. Dal 2000, quando andò al potere Ricardo Lagos, questa legge è stata utilizzata per arrestare numerosi attivisti, militanti, dirigenti e autorità ancestrali del popolo-nazione mapuche.

* Così stanno le cose ed in pieno vigore e competenza della "giustizia militare", che processa e condanna civili, dobbiamo comprendere che l'armamentario contro-insorgente e antisovversivo è ben oliato fin nei suoi più fini dettagli. Ed il sistema carcerario cileno è quello nel quale si è più investito, come luogo di annullamento sicuro che chiunque osi o pretenda ribellarsi.

* E' questo il posto che ci attende se non riusciamo a restare in Argentina e poter ricostruire così le nostre vite, con le nostre famiglie, senza persecuzione permanente da parte della polizia e dei suoi servizi d'intelligence. Per questo lottiamo e ci appelliamo a tutti coloro che ci accompagnano e ci sostengono.

* Per mettere a nudo e denunciare il carattere socialfascista del governo della Bachelet, il suo sistema giuridico-politico-penitenziario, il suo stato di polizia e le sue procure militari! Per rivendicare la lotta per l'abolizione delle carceri, la solidarietà permanente verso tutti i detenuti e detenute, che vogliamo fuori, vivi e liberi!

Solidarietà attiva a tutti i/le prigionieri/e!
No all'espulsione, Sì al rifugio umanitario!
Solo la lotta ci rende liberi!
Fino a che ci sarà miseria, ci sarà ribellione!

Freddy Fuentevilla Saa
Marcelo Villaroel Sepulveda
Prigionieri politici miristi e libertari d'origine cilena

Unidad de Detención Provincial Nº11, Neuquén - Patagonia Argentina

Martedi 15 luglio 2008

Da http://www.informa-azione.info/settimo_comunicato_di_freddy_e_marcelo

http://www.autprol.org/