13/07/2008: CORRISPONDENZA DALLE GABBIE : 6a e 7a udienza
Il 25/6 e il 2/7 si sono tenute la 6° e la 7° udienza del processo ai militanti comunisti arrestati il 12 febbraio 2007.
Con l'udienza del 25/6 sono state accolte le integrazioni probatorie della difesa e dell'accusa e definito il calendario della sessione autunnale. L'accusa ha inoltre chiesto la sospensione dei termini della custodia cautelare per la particolare complessità del processo.
Nell'udienza del 2/7 la corte accoglie la sospensione dei termini e questo vuol dire che il processo potrà dilungarsi senza che sia corso il rischio che gli imputati possano uscire per la decorrenza della custodia cautelare. Il gioco è spudorato. Prima si crea un abnorme processo contenitore in cui ammucchiare di tutto raccattando elementi da tutte le inchieste degli ultimi 20 anni, poi candidamente si constata che il processo è complesso e i termini devono essere sospesi.
Inizia quindi l'interrogatorio del capo della sezione antiterrorismo della digos di Milano, d.ssa Suma. Fin da subito l'accusa persegue il suo intento di creare un alone di spettacolarità e drammaticità di cui il motivo di fondo è il continuo riferimento alle cosiddette vecchie BR con tanto di citazioni di "fatti di sangue" vecchi di 30 anni. E nella foga non mancano gli svarioni del PM, come quello dell'omicidio del procuratore di Torino Caccia che addebita alle BR, mentre le stesse sentenze processuali indicano che fu effettuato dalla 'Ndrangheta. Quello dei presunti legami con la "malavita" è un argomento di grande interesse per l'accusa che fa letteralmente carte false per tentare di gettare discredito sull'identità politica dei militanti comunisti sotto processo. Da questo accanimento si vede chiaramente che la vera posta in gioco nel processo è la legittimità e la coerenza della politica rivoluzionaria che i compagni processati, in una certa misura, rappresentano. Tutto ciò è emerso anche dalla stessa deposizione della d.ssa Suma che tra l'altro ha illustrato quanto impegno e dispendio di denaro pubblico ci hanno messo negli anni di lavoro controrivoluzionario a noi dedicato. Oltre a ciò la d.ssa ci ha fatto anche il regalo di alcune interessanti rivelazioni.
La più gustosa è stata quella di aver riferito che una copia del giornale clandestino Aurora è stata data alla digos di Milano da un esponente di un centro sociale (chiaramente non meglio precisato) della metropoli lombarda di sua spontanea volontà. Nel rivelare tutto ciò come un fatto del tutto normale, la d.ssa Suma mostrava una certa soddisfazione rivendicando con parole sue che la "linea di massa" della digos di Milano va oltre il banale utilizzo di infiltrati e microspie visto che coltiva una diretta e proficua collaborazione con parti del "movimento", puntando su una politica di dialogo e di confronto. Non che la cosa non si sapesse ma certamente gli ultimi eventuali dubbi sono senz'altro fugati grazie alla palese testimonianza della digos stessa. Con quest'ultima chicca non ci resta che salutare tutte/i le/i compagne/i e dare appuntamento alla prossima.
A pugno chiuso
Gli imputati
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Cari compagni, care compagne, ho ricevuto il vostro messaggio con il calendario delle iniziative per la giornata del rivoluzionario prigioniero, e in seguito una busta con vari materiali da parte dell'associazione parenti e amici e la cartolina con i saluti collettivi del 31 maggio. Ringrazio moltissimo tutti voi, le realtà e i singoli compagni e compagne presenti all'iniziativa del 31 maggio a Ferrara. Mi ha fatto molto piacere sentire la vostra presenza solidale, ed è stata tanta la forza e determinazione che mi avete trasmesso. In contemporanea alla vostra iniziativa ho iniziato una sonora battitura, andata avanti per alcuni giorni. La cosa non è piaciuta molto alla polizia penitenziaria, e non sono mancati i momenti di tensione. Ora ho interrotto la protesta perchè, finalmente, le autorità sanitarie si sono decise a richiedere il mio trasferimento presso un centro clinico, e inoltre mi è stata prospettata la possibilità di essere spostato in una diversa sezione dove potrò avere la socialità. Su entrambe le cose aspetto l'autorizzazione del Dipartimento di Amministrazione Penitenziaria. Mi auguro che questo trasferimento si realizzi al più presto in modo che venga a cessare questa incredibile situazione. Sono certo che la vostra iniziativa ha dato un contributo significativo per sbloccare questo meccanismo perverso. D'altra parte, non c'è tanto da stupirsi, le pratiche repressive hanno molte facce e un solo fine: eliminare, reprimere e allontanare dal proprio contesto sociale quanti si oppongono al dominio borghese.
Da sempre, nei posti di lavoro, hanno attuato con diverse tecniche l'attacco alle avanguardie di classe attraverso i licenziamenti e l'allontanamento in reparti confino.
Nelle galere di Stato cambiano i metodi ma il fine è sempre lo stesso: isolamento, sezioni speciali, carceri lontani dalle famiglie e dal proprio contesto sociale, servono per cercare di indebolire la nostra resistenza.
Quello che sta accadendo in queste settimane ci mostra come la borghesia ha saputo ricomporsi intorno ai suoi interessi, dando vita ad un regime che fa dell'attacco alle masse popolari e ai lavoratori il collante tra le sue diverse frazioni, e dell'uso della violenza il deterrente per fermare le lotte che escono fuori dalle linee di compatibilità. Ai lavoratori che lamentano bassi salari si prospetta la possibilità di sottoscrivere contratti individuali dove non ci sono più limiti alla giornata lavorativa e alla settimana di 48 ore, come concordato dai ministri del lavoro con una direttiva comunitaria.
A chi risponde con la lotta autonoma e di massa in difesa del proprio territorio dal degrado e per il diritto alla salute, lo Stato borghese non sa fare di meglio che mostrare la sua violenza vigliacca contro persone inermi.
L'ideologo di Berlusconi DON GIANNI BAGET BOZZO in una intervista al Resto del Carlino del 26 maggio auspica che Maroni si comporti come Scelba che come ministro degli interni tra il '47 e il '53 ha fatto uccidere 150 persone tra manifestanti e scioperanti.
Un caro saluto a tutti/e.
Ferrara, 20.06.08
Vincenzo Sisi
http://www.autprol.org/