27/06/2008: FIAT ALFA ROMEO POMIGLIANO - REPARTI CONFINO: DOMANI LA CAUSA A NOLA


DOMANI LA CAUSA CONTRO LA FIAT PER IL TRASFERIMENTO DISCRIMINATORIO AL REPARTO CONFINO DI NOLA DI 316 LAVORATORI: LO SLAI COBAS HA ATTIVATO LA PROCEDURA D'URGENZA PREVISTA DALL'ART. 28 S.d.L. IN MATERIA DI REPRESSIONE DI CONDOTTA ANTISINDACALE

Supportata dalla impugnative di trasferimento geografico di 120 lavoratori comincia la causa attivata dallo Slai Cobas con la richiesta di repressione di comportamento antisindacale e rientro nello stabilimento di Pomigliano d'Arco di tutti i 316 lavoratori, confinati a 'far niente' dall'azienda dal primo maggio scorso al reparto WCM di Nola. La 1° udienza è fissata per domani alle ore 12.00, giudice del lavoro dott.ssa Marisa Barbato presso il Tribunale di Nola. Nel ricorso, presentato dagli avvocati Giuseppe Marziale ed Arcangelo Fele per lo Slai Cobas, si denuncia la "stretta disciplinare militaresca" cominciata lo scorso gennaio col cosiddetto 'piano-Marchionne con pseudo corsi di formazione condotti con la presenza illegittima dei vigilantes per realizzare un maggior controllo aziendale sui comportamenti personali dei dipendenti e sull'azione sindacale in fabbrica. Da ciò derivarono vari licenziamenti (alcuni poi revocati come quelli nei confronti di tre militanti dello Slai Cobas ed altrettanti dei sindacati confederali lo scorso febbraio, in seguito alle forti iniziative di sciopero, gli altri con azioni giudiziarie in corso). Nel piano aziendale la 'normalizzazione dei comportamenti è necessaria ad ovviare al mancato riammodernamento degli impianti, che restano fatiscenti, pericolosi e vecchi ormai di 40 anni - al di là del maquillage meramente mediatico messo in atto dall'azienda - ed a tali fini subentra la misura già messa in atto dalla Fiat negli anni passati sia a Pomigliano che negli altri stabilimenti nazionali: la creazione di unità produttive esterne e lontane, dei veri e propri reparti-confino, dove allocare personale del quale la società intende liberarsi: lavoratori maggiormente sindacalizzati nonché con ridotte capacità lavorative per evidenti e prevalenti patologie professionali. "Tutti e 316 lavoratori sono stati 'scelti' dalla Fiat in base alla loro militanza sindacale o in ragione della loro condizione di invalidi con ridotta capacità lavorativa. Il comportamento illegittimo ed illecito della Fiat nei confronti dello Slai Cobas è comprovato dal fatto che, a fronte della 'deportazione' a Nola (a 20 km dallo stabilimento di Pomigliano) di 316 lavoratori (il 6% dell'organico che conta 5.000 addetti) l' 80% degli iscritti, militanti e dirigenti dello Slai Cobas è stato 'trasferito a Nola, nonché i componenti del coordinamento provinciale e dell'esecutivo di fabbrica, tutti i candidati presentati alle ultime elezioni delle RSU del 2006, compresi i componenti la commissione elettorale, delle liste Slai Cobas. Inoltre, come dimostra la documentazione allegata al ricorso, dei 316 lavoratori confinati a Nola, 132 sono affetti da patologie invalidanti ovvero limitative della capacità di lavoro.
Nella riunione svolta presso l'Unione degli Industriali di Napoli tra Fiat e Slai Cobas lo scorso 13 giugno ed avente ad oggetto l'acquisizione da parte della Fiat dell'attività logistica interna allo stabilimento già svolta dalla terziarizzata D.H.L. , l'azienda ha ufficialmente dichiarato che "allo stato dei fatti alcuna prospettiva di unificazione logistica tra gli stabilimenti Fiat di Pomigliano e Cassino è in allestimento, e che l'unità WCM DI Nola che rimane 'sede separata' dallo stabilimento di Pomigliano".

Alla luce dei fatti residua che tutti i 316 lavoratori trasferiti al reparto-confino di Nola sono stati selezionati esclusivamente in termini di sindacalizzazione e/o menomazioni fisiche e produttive; la pseudo attività lavorativa a Nola è pressoché inesistente ed avulsa da qualsiasi progetto logistico integrato allo stabilimento di Pomigliano nonché incongrua (basti pensare all'incredibile progetto di far transitare i camion col materiale destinato alla produzione di Pomigliano da 'contabilizzare' in una sede distante 20 km per poi farli proseguire per Pomigliano) e palesemente determinata da finalità e condotte aziendali illecite e/o discriminatorie a danno dei lavoratori trasferiti nonché dello Slai Cobas illecitamente 'decapitato'. Queste le considerazioni contenute nel ricorso presentato dallo Slai Cobas contro la Fiat denunciata di violazione degli artt. 15 e 28
dello Statuto dei Lavoratori (discriminazioni nei confronti dei lavoratori e della organizzazione sindacale denunciante).

Pomigliano 24/6/2008
Slai Cobas Fiat Alfa Romeo e terziarizzate - coordinamento provinciale di Napoli

http://www.autprol.org/