03/06/2008: Varese - La guerra è a casa nostra. I Carnefici anche


Per lo stato e per la borghesia italiana,gli immigrati non sono altro che mezzi di produzione.
Le espulsioni dei “clandestini”, al pari delle regolarizzazioni effettuate tramite i permessi di soggiorno, servono a gestire le quantità e a controllare i prezzi, di quello che appunto si chiama “mercato del lavoro ” (immigrati: segnare con una crocetta la quantità e la qualità desiderata).
La manodopera deve rimanere facilmente ricattabile,a basso costo, magari in nero.
Di questo ha bisogno l'economia e pazienza se i costi umani di questa tratta sono alti: un po' di espulsioni faranno oltretutto comodo perché la paura continui a serpeggiare tra le ultime file dell'esercito degli sfruttati, per scongiurare il rischio di un ammutinamento.
In un sistema che tende necessariamente ad escludere chi non è omologato, produttivo o servizievole (come le badanti), si fa sempre più evidente come il razzismo sia una questione principalmente economica e di classe: i lavoratori devono rimanere ricattati, in condizioni non troppo al di sopra della sopravvivenza,mentre chi non lavora e non “consuma”, non essendo funzionale al sistema (non essendo quindi direttamente utile alla riproduzione del capitale), può tranquillamente rischiare la vita nel rogo di una baracca.
Il razzismo è ormai istituzionalizzato, grazie ai vari “pacchetti sicurezza” che prevedono lager per immigrati in ogni regione d'Italia con possibilità di detenzione fino a 18 mesi e commissariati ad hoc per etnie specifiche, di stampo fascista. D'altronde ormai la logica razzista è stata introiettata, non soltanto da quanti hanno partecipato alle infami aggressioni ai rom o alle ronde neofasciste, ma da tutti coloro che, entusiasti o rassegnati, collaborano con questo sistema.
Nessuno dorma sonni troppo tranquilli: oggi tocca ai rom, domani a tuti gli altri. La guerra è anche qui. Giorno dopo giorno qualcuno scappa e qualcuno insegue, qualcuno uccide e qualcuno muore. Il controllo dell'economia necessita di operazioni di polizia internazionale (le guerre), come di quelle di polizia di stato. Che il nemico sia esterno od interno, a crepare sono sempre gli sfruttati di ogni dove.

La lotta al razzismo non si può delegare!
Rompiamo il silenzio: facciamola finita con la sopportazione e la rassegnazione!

Diffidiamo di quanti vogliono gestire il sistema razzista in modo più umano, per rendere apparentemente sopportabile ciò che sopportabile non può e non deve essere, ovvero i collaborazionisti come Croce Rossa e Caritas.

Opponiamoci agli sgomberi e alle espulsioni!
Impediamo le aggressioni, le ronde razziste, i pogrom.
Agiamo direttamente, in prima persona, auto-organizzati.

antirazzisti varese e provincia

Mar, 03/06/2008 – 15:18
fonte: http://resist.noblogs.org

http://www.autprol.org/