01/06/2008: Mauro Rossetti Busa: Questa è la mia storia (Parte IV)
Venivo arrestato dalla polizia di Lucca nel 1992 per un reato di furto dove venivo condannato per direttissima ad otto mesi di carcere.
Dopo una settimana dal carcere di Lucca venni trasferito a quello di Pisa e da quest’ultimo, dopo due settimane, a quello di Rimini.
Nel carcere di Rimini c’era in cella con me un detenuto di La Spezia che era simpatizzante del MSI, arrivammo alle mani a causa di scontro di idee, le quali erano inconciliabili, e così ci dividemmo.
Nello stesso momento c’era anche un naziskin tifoso che era stato arrestato per avere dato una coltellata ad un tifoso del Napoli. Tutte le mattine, quando passava davanti alla mia cella, faceva il saluto fascista o cantava canzoni e slogan offensivi verso i comunisti. Lui veniva aizzato anche da altri detenuti, i quali erano molto divertiti dal suo comportamento (io no), cercai comunque di non cedere alle sue provocazioni.
Mentre passeggiavo nel cortile con altri detenuti, questo naziskin cominciò ad offendere un prigioniero senegalese. A quel punto dovetti intervenire per prendere le difese del senegalese, dissi al naziskin di lasciarlo perdere e lui mi rispose “che noi comunisti eravamo i protettori dei negri”. Così nacquero discussioni sia al passeggio che al campo sportivo, al che io presi una spranga di ferro e cominciai a colpirlo su una gamba.
Nonostante ci avessero portato in due celle di punizione separate, lui continuava a inveire con frasi offensive del tipo “ comunista di merda, ecc.. “. Io lo minacciai di morte, dicendogli che se lo incontravo all’interno della sezione sarebbe stato un uomo morto. Lui venne trasferito in un altro reparto e ci diedero il divieto di incontrarci. Dal carcere di Pisa venni a sapere che il mio trasferimento da Pisa a Rimini era dovuto al fatto che nel carcere di Pisa e nella mia stessa sezione c’era un fascista, credo coinvolto nella strage di Bologna. A Pisa conobbi un compagno, anzianotto, delle Br, il quale mi regalò un maglione rosso. Dovevamo evadere dal carcere insieme ad altri tre prigionieri, quando anche il più piccolo particolare fu pronto, mi trasferirono. Mah!
Può essere stata una coincidenza? Non si saprà mai.
Riguardo alla vicenda che mi vede partecipe al processo Pacciani (mostro di Firenze) (Riguardo alla vicenda che mi vede partecipe al processo Pacciani http://www.informa-azione.info/mauro_rossetti_busa_questa_e_la_mia_storia_iii_parte), avrei davvero voluto capire chi avesse suggerito al detenuto di denunciarmi e a che scopo. Lo avrei potuto sapere se io l’avessi denunciato per calunnia ricorrendo ad un rinvio a giudizio, cosa che però non feci per non essere infame come lui.
Accettavo di venire etichettato come ladro, rapinatore, bombarolo e sovversivo ma sicuramente non complice del Mostro di Firenze. Meno male che, alla fine, tutto è finito bene. Ma se nel 1969 (anno dei primi omicidi) non fossi stato un ragazzo ma bensì un adulto, cosa mi sarebbe successo? Questo è il motivo della mia grande sfiducia verso le persone sia fuori che dentro il carcere.
Dopo esperienze di questo tipo arrivi a diffidare di chiunque, e prima che tutto possa tornare normale ci vuole un po’ di tempo. Adesso, anche se piano piano, è passata questa diffidenza (o così spero).
Dom, 01/06/2008 – 12:30
http://www.informa-azione.info/mauro_rossetti_busa_questa_e_la_mia_storia_parte_iv
http://www.autprol.org/