01/06/2008: Sud Africa - Comunicato del Zabalaza Anarchist Communist Front
SOLIDARIETA' CON IL COSATU (CONGRESS OF SOUTH AFRICAN TRADE UNIONS) E TUTTI I LAVORATORI DEL MONDO
Lo Zabalaza Anarchist Communist Front (ZACF) riconosce che la crisi nello Zimbabwe, i continui attacchi xenofobi e l'aumento dei prezzi dei beni alimentari sono fatti di grande importanza per la classe lavoratrice, sia in Sud Africa che a livello internazionale. La risoluzione di queste crisi congiunte in favore dei poveri e dei lavoratori richiede un'azione diretta di massa e solidarietà.
Noi stiamo dalla parte del popolo dello Zimbabwe affinché si liberi dalla violenta repressione, dalle intimidazioni, dagli arresti arbitrari, dalla tortura e dai crimini omicidi perpetrati delle forze di Stato appoggiate dagli alleati del dispotico regime di Mugabe. Noi sosteniamo il diritto di tutti i popoli ad emanciparsi dalla sofferenza della fame, dalla malnutrizione e da quelle malattie facilmente prevedibili dovute alla mancanza di cibo salutare. Noi sosteniamo il diritto di tutti i popoli alla libertà di movimento sempre e comunque, specialmente quando è necessario cercare un futuro migliore per se stessi e per le proprie famiglie, dal momento che le condizioni politiche ed economiche nei loro paesi di origine non permettono loro una vita dignitosa. Noi sosteniamo il diritto di tutti i popoli a soddisfare i propri bisogni fondamentali, come il diritto all'elettricità, alla casa e ad altri servizi indispensabili.
Coerentemente con ciò, noi sosteniamo le richieste fatte dal Cosatu perché si prendano provvedimenti per la tutela dei più poveri nella società dagli effetti dell'aumento del costo dei beni alimentari, per il miglioramento delle garanzie sociali e del salario minimo. Noi sosteniamo la richiesta che i beni alimentari siano esentati dall'imposta sul valore aggiunto, che la riforma agraria acceleri affinché aumenti la terra disponibile per la produzione di beni alimentari. Noi siamo d'accordo con il Cosatu che i poveri e la classe lavoratrice del Sud Africa e gli immigrati hanno un interesse comune a lottare insieme per migliorare le loro condizioni di vita.
Il nostro scopo è quello di far crescere, a partire dagli interessi unitari, una lotta comune pe migliorare le condizioni di vita e resistere a tutte le forme di oppressione. Facciamo appello alla classe lavoratrice ed ai poveri del Sud Africa perché costruiscano alleanze e strutture di sostegno con gli immigrati che vivono nelle comunità più povere del paese. Facciamo appello alle organizzazioni della classe operaia perché facciano uno sforzo decisivo nel coinvolgimento degli immigrati nelle lotte e, allo stesso modo, sostengano le lotte quotidiane specifiche degli immigrati in tutte le loro forme.
Alexandra, per decenni una roccaforte della resistenza di classe all'oppressione, è stata messa in scacco e lacerata da disordini xenofobi. Vi è chi nella classe lavoratrice sudafricana fa esplodere la sua rabbia contro gli immigrati invece che contro il vero nemico, cioè contro i capitalisti. Questa è una tragedia, non solo per i nostri fratelli e le nostre sorelle migranti, ma per tutta la classe operaia del Sud Africa. Una classe lavoratrice divisa non otterrà niente altro che maggiore oppressione e maggiore sfruttamento. Una classe operaia unita non verrà mai sconfitta. Ad Alexandra, i lavoratori ed i poveri, sia sudafricani che immigrati, devono affrontare la crisi degli alloggi. Uno scontro tra sudafricani ed immigrati su chi si prende la casa non fa che prolungare la crisi. Per ottenere la casa, l'acqua e l'elettricità, la classe si deve unire. Le organizzazioni operaie ad Alexandra e in altre città si stanno battendo per la casa ed i servizi. Gli immigrati ed i sudafricani dovrebbero unirsi in queste lotte.
Facciamo appello alle organizzazioni militanti della classe lavoratrice del Sud Africa affinché coinvolgano gli immigrati nel loro movimento, per costruire comitati unitari, per prendere coscienza insieme della natura della oppressione comune che attanaglia tutti i lavoratori, al fine di costruire e far crescere lotte comuni contro questa oppressione.
Di fronte a questi attacchi xenofobi, folli e pieni di odio, gli immigrati hanno chiesto la protezione della polizia. Non possiamo che comprendere e rispettare questa scelta. Quando la nostra vita è in pericolo, si fa quel che si può. Ma la polizia non è fatta di amici degli immigrati. Infatti ancora una volta ha dimostrato la sua xenofobia. Perché è una forza di repressione che ferma le persone a caso nelle strade magari solo perché hanno la pelle più scura, che richiede documenti e permessi di soggiorno proprio come faceva durante il regime di apartheid.
La polizia è una forza di repressione che intimidisce i lavoratori quando pretende che paghino una mazzetta dal loro già povero salario se non possono provare di avere il diritto di poter stare in Sud Africa. La polizia è una forza di repressione che getta i lavoratori nello squallore dei campi di concentramento di Lindela per mesi di detenzione finché non vengono rispediti nei loro paesi di origine, ributtati nella povertà, nella indigenza ed in certi paesi compreso lo Zimbabwe sottoposti alla repressione, alla tortura ed alla morte per omicidio.
La polizia oggi può mostrarsi misericordiosa. Ma gli immigrati che cercano la protezione della polizia oggi, possono essere arrestati domani o la settimana che viene o tra due mesi da quella stessa polizia che gli offre protezione oggi. Oggi possono non avere scelta. Il terrore xenofobo è una cosa terribile. Quando gli immigrati dallo Zimbabwe si spingono fino a chiedere di essere rimpatriati nel loro paese, un paese che oggi è in una situazione economica disastrosa ed in preda ad una tirannia repressiva, essi mostrano tutto il vero terrore della xenofobia terrore che, alla lunga però finisce per colpire tutti i lavoratori e tutti i poveri. Di fronte a questo tipo di terrore, dovremmo fare di meglio che cercare aiuto nei nostri nemici. Ed i nostri nemici sono quei ladri dei capitalisti con il loro braccio armato, lo Stato e la polizia. Gli amici dei lavoratori sono solo i lavoratori. Gli amici dei lavoratori immigrati dovrebbero essere i lavoratori sudafricani. Facciamo appello a tutti i lavoratori ed a tutti i poveri perché si uniscano nelle lotte di ogni giorno. Ed anche se gli attacchi xenofobi si susseguono, ci auguriamo che giungerà il tempo in cui i lavoratori sudafricani ed i lavoratori migranti si uniranno per difendersi dagli attacchi xenofobi.
I portuali di Durban, gli iscritti al SATAWU (Sindacato dei Lavoratori Uniti dei Trasporti del Sud Africa), gli iscritti del Cosatu, hanno indicato la via. Proprio lo scorso mese, il regime di Mugabe aveva chiesto una spedizione di armi dalla Cina per sconfiggere la resistenza alla tirannia. Ebbene la nave doveva essere scaricata a Durban, ed il carico autotrasportato fino al macellaio di Harare passando per tutto il Sud Africa. Ma i portuali di Durban decisero che non avrebbero scaricato il carico. Ed hanno ricevuto la solidarietà da tutti i lavoratori dei trasporti del mondo. Le armi sono state rispedite in Cina. Ma altri carichi di armi possono arrivare. Tutti i lavoratori del Sud Africa, che siano sudafricani o dello Zimbabwe, qualunque sia la loro nazionalità, dovrebbero essere pronti a fermare queste navi, per difendere i lavoratori ed i poveri dello Zimbabwe contro la tirannia di Mugabe.
I lavoratori ed i poveri possono unirsi nella lotta per la casa, per l'acqua, per l'elettricità, contro la repressione, contro i dittatori. E possono unirsi anche nella lotta per i beni alimentari. La perversa crescita dei prezzi dei beni alimentari è una crisi di dimensioni globali e si scontra con una resistenza globale. In tutto il mondo gli operai, i contadini ed i poveri devono lottare contro la mancanza di cibo, causata dai programmi di aggiustamento strutturale della Banca Mondiale, dagli accordi commerciali ad uso e consumo dei capitalisti, dai profitti sul petrolio, dai programmi di biocombustibile che cercano di aggirare la crisi energetica bruciando cibo, da una politica dei prezzi così palesemente criminale che persino lo Stato del Sud Africa si è sentito in obbligo di sanzionare la compagnia alimentare Tiger Brands di quasi 100 milioni di rand (pari appena al 4.5% dei suoi profitti criminali che ammontano a 2.24 miliardi di rand, senza peraltro portare benefici al prezzo del pane), tutti uniti in una sola aggressione fatta da approfittatori ed affamatori del popolo.
La gente sta tornando a lottare. I lavoratori si sono ribellati in Egitto come in Mozambico, ad Haiti come nelle Filippine. Ad Haiti ed in Camerun, le rivolte popolari hanno costretto lo stato a calmierare i prezzi degli alimentari. Lo ZACF sostiene le richieste del Cosatu per difendere i lavoratori ed i poveri contro l'inflazione da cibo. Ed andiamo anche oltre.
E' solo scendendo nelle strade che la classe lavoratrice può ottenere un calmiere sui prezzi dei cibi indispensabili. Nella lotta i lavoratori trovano l'unità. Nella lotta i lavoratori di tutto il mondo possono sconfiggere i capitalisti profittatori che sarebbero pronti a farci morire di fame, se solo ciò gli portasse dei profitti. Solo nella lotta i lavoratori possono superare le piccole differenze di nazionalità, possono abbattere il tiranno Mugabe così come noi in Sud Africa abbiamo fatto cadere i tiranni del regime dell'apartheid.
Solo nella lotta possiamo costruire un mondo in cui non ci siano confini, né mercanti approfittatori, né poliziotti di odio che possano negarci i nostri bisogni e tenerci nel terrore.
Lo ZACF invita il Cosatu, i movimenti sociali nel territorio, tutte le organizzazioni della classe lavoratrice, al di là di ogni confine, ad unirsi nell'azione diretta contro ogni oppressore.
Lun, 19/05/2008 – 22:02
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