29/05/2008: Gli amici e gli amici degli amici del PM Paolo Giovagnoli


Alle udienze preliminari riguardanti l’ottavo procedimento contro la carovana del (n)Pci andremo in Tribunale, a Bologna, ad accusare i nostri accusatori. Ci accusano di terrorismo, ma è la borghesia a macchiarsi di terrorismo, ogni giorno, bombardando intere popolazioni inermi, condannando a morte sicura milioni di bambini in tutto il mondo per malattie curabili non curate, fame, sete. Ogni giorno, nei paesi industrializzati come l’Italia, 5 lavoratori vengono uccisi sul posto di lavoro e sempre di più sono quelli costretti a vivere nella miseria e nell’abbrutimento culturale imposto alle masse popolari dai padroni di tutto il mondo che invece vivono nel lusso e nello spreco più odioso. Sono loro i veri terroristi.
Ma scendiamo nel particolare del processo di Bologna: chi sono, nome per nome, i nostri accusatori, i loro mandanti e i loro amici?
Il 3 marzo 2004, presso il Ministero della Giustizia, si è tenuta una riunione del “Gruppo bilaterale italo-francese sul terrorismo e le minacce gravi”. Per la delegazione italiana erano presenti, assieme al giudice Giovagnoli, vari personaggi distintisi “per il loro servizio allo stato e alla classe che lo rappresenta”.
Su tutti spicca Francesco GRATTERI, presente in qualità di Direttore del Servizio antiterrorismo - Ministero dell’Interno. Questo “bravo e onesto” servitore dello Stato è noto, fra l’altro, anche per essere l’imputato più alto in grado tra i 28 dirigenti, funzionari e agenti di polizia chiamati a rispondere di lesioni personali, falso, calunnia e abuso di ufficio, a seguito dei fatti del 21 luglio 2001 alla scuola Diaz di Genova. Una giovane tedesca testimone di quei fatti dice di lui: «Nella palestra, tra le persone ferite che giacevano nel proprio sangue, c’era questo poliziotto alto, con la barba, il casco e il manganello ma con un vestito elegante scuro: andava su e giù davanti a noi e comandava. Ho avuto la sensazione che fosse uno dei capi».
Insomma, Francesco Gratteri è uno dei macellai della scuola Diaz di Genova del G8. Con lui, alla riunione del 3 marzo era presente Augusta IANNINI, Direttore Generale della Giustizia Penale, nonché moglie di Bruno Vespa e amica di famiglia di Gianni Letta. La Iannini è già finita in un’inchiesta della procura di Potenza accusata di concorso in rivelazione del segreto di ufficio. Nella stessa inchiesta di Potenza è coinvolto anche Vincenzo Barbieri, Direttore generale e capo dell’ufficio “magistrati”, lo stesso Barbieri che avrebbe svelato notizie segrete sui procedimenti disciplinari (in particolare quelli del pm Woodcock) e sarebbe intervenuto su altri pm e giudici per carpire succulente informazioni sulle indagini e sui processi a beneficio dei suoi amici.
Al tavolo insieme a questa brava gente, si è seduto anche Gianfranco TATOZZI, Capo del Dipartimento degli Affari di Giustizia. Tatozzi viene descritto dai giornali come amico di Berlusconi, che spesso lo annovera tra i fortunati ospiti delle sue splendide dimore, come amico di Previti, ed è ricordato come uno di quelli che esercitarono pressioni sul pool di mani pulite ai tempi delle ispezioni sul pool stesso. Insomma un amico “fidato”. Infatti, guarda caso, passati pochi mesi dalla riunione bilaterale del 3 marzo 2004, Tatozzi è stato promosso da Silvio Berlusconi in persona ad Alto commissario per la prevenzione e il contrasto della corruzione e delle altre forme di illecito nella Pubblica Amministrazione.
Ecco, signori e signore, quali personaggi agiscono dietro le quinte del processo di Bologna. Sarebbero questi i servitori dello stato e delle istituzioni lautamente pagati per proteggere e tutelare il popolo italiano dai pericoli del “terrorismo”?
Quelli appena decritti sono soltanto tre dei personaggi italiani presenti alla riunione del Gruppo italo-francese sulle minacce gravi, e queste sono le prime notizie trovate sul loro conto attraverso una breve ricerchina on-line. Abbiamo tirato fuori soltanto alcuni degli scheletri che non sono riusciti a tenere ben chiusi nei loro armadi. Si conferma una vecchia verità: tutti i personaggi arruolati in alti incarichi nello Stato e nelle sue istituzioni sono persone che hanno imbrogliato, corrotto, depistato, ecc., e se non lo hanno fatto direttamente lo ha fatto per interposta persona tramite qualche amico o amici degli amici.
La borghesia, per mantenere il suo marcio potere, deve scavalcare in continuazione gli stessi principi democratici che tanto declama, deve mettersi sotto i piedi le sue stesse leggi. In realtà sono una banda di malfattori. Pubblicheremo e diffonderemo al più presto un dossier sulla vita e la carriera di tutti questi personaggi, sulla loro azione illegale e antidemocratica, sulle loro lotte intestine, sulle faide che si scatenano al loro interno per fare carriera, salvo poi trovare l’unità quando si tratta di perseguitare i comunisti e le avanguardie di lotta delle masse popolari.
Invitiamo tutti i democratici, le associazioni e gli organismi che si occupano di controinformazione a inviarci materiale a loro disposizione per la migliore realizzazione del dossier, se ne hanno.
Facciamolo vedere a tutti chi sono realmente i personaggi che stanno mettendo sotto processo il comunismo.

Presto sarà pubblicato un nuovo dossier con interessanti notizie e novità.
Gli amici e gli amici degli amici del PM Paolo Giovagnoli
Ne è seguita una piccola anticipazione.

Partito dei Comitati di Appoggio alla Resistenza - per il Comunismo (CARC)
Via Tanaro, 7 - 20128 Milano - Tel/Fax 02.26306454
e-mail: resistenza@carc.it – sito: www.carc.it
Direzione Nazionale

http://www.autprol.org/