24/05/2008: Ferrara, 31/05: appello per la mobilitazione! No all’isolamento carcerario!
Seguono l'appello e l'esposto dell'avvocato da far girare il più possibile
i compagni sicuramente in sciopero della fame sono Sisi, Davanzo, Latino, Bortolato, Toschi e Gaeta dal 21/5
Associazione di Solidarietà Parenti e Amici degli arrestati il 12/2/2007
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Da oltre due mesi Vincenzo Sisi, compagno operaio, delegato riconosciuto nel suo posto di lavoro, arrestato il 12 febbraio 2007 nell’ambito dell'operazione "Tramonto" che ha portato in carcere 17 persone con l'accusa di associazione sovversiva e banda armata con finalità di eversione dell’ordine democratico, si trova in isolamento nel carcere di Ferrara.
Da un’esposto dell’avvocato difensore:
“Il signor Sisi è stato inserito nella sezione c.d. “nuovi giunti”, nella parte in cui si trovano le celle per l’esecuzione della sanzione della esclusione dalle attività in comune e le celle in cui sono ristretti i detenuti isolati perchè imputati o condannati per reati giudicati infamanti dalla collettività carceraria (abusi e violenze contro minori, ecc.).
Egli è qui collocato in una cella singola, chiusa 24 ore su 24 e, quando riesce a camminare (è gravemente sofferente alla schiena e all’anca), effettua l’aria da solo. In occasione di qualunque spostamento interno al carcere è seguito da un ispettore della polizia penitenziaria. Si tratta, dunque, di una situazione di pesante isolamento.”
Questa è una situazione di totale arbitrio e di tortura poichè l’isolamento è da considerarsi a tutti gli effetti tale. Sono violate le stesse leggi dei carcerieri anche perchè, la Corte d’Assise di Milano, ha già emesso un dispositivo che richiede l’avvicinamento a Milano degli imputati rinchiusi fuori regione.
Contro tutto ciò è iniziato dal 21 maggio 2008 uno sciopero della fame da parte di Vincenzo e dei coimputati detenuti.
Come parenti e amici degli arrestati denunciamo questo ennesimo sopruso ai danni dei compagni prigionieri che si aggiunge alle vessazioni continue sia contro di loro che nei confronti dei sei imputati agli arresti domiciliari a cui è vietato comunicare, anche per lettera, con chiunque. L’isolamento viene usato per distruggere l’identità politica e personale dei nostri familiari che invece resistono con forza alla repressione che li ha colpiti.
Sosteniamo la loro resistenza e quella di tutti i prigionieri in isolamento e in regime di Elevato Indice di Vigilanza (EIV)!
Difendiamo la loro identità!
Invitiamo tutti a partecipare a un presidio di protesta e denuncia
davanti al carcere di Ferrara, Via Arginone327
sabato 31 maggio dalle ore 14.00
Invitiamo ad inviare lettere cartoline e telegrammi
Vincenzo Sisi, Casa Circondariale - 44100 Ferrara
Mi, 24/5/2008
Associazione di Solidarietà Parenti e Amici degli arrestati il 12/2/2007
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Milano, 24.04.2008
Al Signor Magistrato di Sorveglianza di Bologna
Vicolo Monticelli, 4/B - 40124 BOLOGNA
Raccomandata A.R.
Al Signor Provveditore Regionale dell’Amministrazione penitenziaria per l’Emilia Romagna
Viale Vicini, 20 - 40122 BOLOGNA
Raccomandata A.R.
Al Signor Direttore Casa Circondariale
Via Arginone, 327 - 44100 FERRARA
Raccomandata A.R.
Al Signor Garante dei diritti delle Persone private della libertà personale
Via F. Beretta, 19 - 44100 FERRARA
Raccomandata A.R.
Al Comitato Europeo per la prevenzione della tortura e delle pene o trattamenti inumani o degradanti
A mezzo fax, FAX 0033.388412772
Il sottoscritto è difensore del signor Vincenzo SISI, detenuto dal 12 febbraio 2007 con l’accusa di cui ai reati previsti dagli artt. 270 bis e 306 c.p.
Il signor Sisi, come per irridere al provvedimento 28.02.2008 del Presidente della 1^ Corte di Assise di Milano (lo si allega sub 1) che, “ritenuta indispensabile la salvaguardia del diritto di difesa degli imputati”, esprimeva parere favorevole al trasferimento, anche del signor Sisi, “in un carcere vicino al luogo dove verrà celebrato il processo, possibilmente in Lombardia, dove si trova il loro difensore”, è stato trasferito – il 21 marzo 2008 – dal carcere di Cuneo (circa 210 km da Milano) al carcere di Ferrara (circa 250 km da Milano).
Ma la questione, su cui ora è richiamata l’attenzione dei destinatari di questo scritto, non attiene a tale, pur importante, aspetto, bensì alle illegittime condizioni di detenzione in cui il signor Sisi è mantenuto.
Il signor Sisi, infatti, è stato inserito, nella sezione c.d. “nuovi giunti”, nella parte in cui si trovano le celle per l’esecuzione della sanzione della esclusione dalle attività in comune e le celle in cui sono ristretti i detenuti isolati perchè imputati o condannati per reati giudicati infamanti dalla collettività carceraria (abusi e violenze contro minori, ecc.).
Egli è qui collocato in una cella singola, chiusa 24 ore su 24 e, quando riesce a camminare (è gravemente sofferente alla schiena e all’anca), effettua l’aria da solo. In occasione di qualunque spostamento interno al carcere è seguito da un ispettore della polizia penitenziaria. Si tratta, dunque, di una situazione di pesante isolamento.
In estrema sintesi appare del tutto evidente la violazione degli artt. 1, 10, 2° comma, 15, 20, 27 della L. 354/1975, nonchè degli artt. 1 e 16 del DPR 230/2000, e si sottolinea che è dato scientificamente acquisito, oltre che, ormai di comune esperienza, che l’isolamento e la privazione di “socialità” sono pesantemente nocivi per la persona. E ciò è tanto vero che “l’esclusione dalle attività in comune” è esclusivamente prevista quale sanzione disciplinare (art. 39 L. 354/1975), per un periodo non superiore a quindici giorni, e “non può essere eseguita senza la certificazione scritta, rilasciata dal sanitario, attestante che il soggetto può sopportarlo” e “il soggetto escluso dalle attività in comune è sottoposto a costante controllo sanitario”.
A questo punto non può non essere ricordata la ipotesi delittuosa prevista e punita dall’art. 608 CP.
Del resto la situazione delle carceri italiane ha meritato l’attenzione del Commissario per i diritti umani di Strasburgo (cfr Rapporto Comm Dh, 2005, 9, presentato a Strasburgo il 14.12.2005); l’Italia è stata condannata, per la normativa sull’inserimento nei reparti EIV (elevato indice di vigilanza) – in cui peraltro, generalmente, le condizioni di detenzione sono assolutamente migliori di quelle che si trova a vivere il signor Sisi – dalla stessa Corte Europea per i Diritti dell’Uomo con sentenza 11.01.2005; ed il recente provvedimento finale (Concluding Observations) 18 maggio 2007 del Comitato Contro la Tortura sulla situazione italiana rileva come nelle maglie del nostro ordinamento si annidino rischi di involuzione della politica sui diritti umani verso l’abbassamento delle granzie di tutela e ciò in quanto l’innalzamento delle condizioni di sicurezza compromette e, in alcuni casi pregiudica, l’effettività del divieto di pratiche degradanti la dignità umana.
Il presente esposto è inviato alle autorità amministrative (Direzione del Carcere e Provveditorato) in quanto competenti per i provvedimenti e gli atti amministrativi del caso; al Magistrato di Sorveglianza in relazione al suo dovere di vigilanza ex art. 69, 2° comma L. 354/1975; al Garante in relazione al suo specifico ruolo; e infine al Comitato Europeo (cui peraltro è già stata inviata altra informazione, in data 25.03.2008, sui trattamenti degradanti cui il signor Sisi è stato sottoposto presso il carcere di Cuneo) perchè possa formarsi un’idea sul trattamento a cui le persone private della libertà (in questo caso per imputazioni politiche)sono sottoposte, e quindi orientare conseguentemente i programmi di visita, tenendo conto anche delle “particolarità” (per usare un eufemismo) delle forme di detenzione collegate ad imputazione di ordine politico.
Il sottoscritto difensore, mentre riserva ogni ulteriore iniziativa, sollecita la immediata adozione di tutti i provvedimenti necessari perchè siano rispettati i diritti del signor Sisi e cessino le descritte, gravi e perniciose, violazioni di legge.
(Avv. Giuseppe Pelazza)
Allegato: provvedimento 28.02.2008 del Presidente della 1^ Corte di Assise di Milano.
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