24/05/2008: Resoconto dell’assemblea tenutasi a Bologna presso il “Fuoriluogo” il 18 maggio 2008


All’assemblea hanno preso parte una ventina di compagne e compagni di diverse realtà.
Forse perché era passato tanto tempo dall’ultima riunione e nel frattempo sono avvenuti fatti importanti, l’odg è venuto fuori in gran parte sul momento.

• Un primo punto ha riguardato il presidio sotto il carcere di Ferrara, in particolare contro l’isolamento riservato al compagno Vincenzo (Sisi), che fra l’altro non sta bene con la schiena. Il presidio previsto non sembra possibile poiché impedito dalla collocazione del carcere. Bisogna scegliere altre forme di presenza in città o altro. L’Associazione parenti e amici, promotrice dell’iniziativa, sta valutando tutto questo con le realtà sul territorio. Data e tipo di iniziativa potranno in ogni caso essere definite solo dopo il 28 maggio, data della ripresa del processo ai compagni arrestati il 12 febbraio dell’anno scorso, di cui è parte anche Vincenzo.

• Inchiesta giudiziaria sulla mobilitazione a L’Aquila del giugno 2007. L’assemblea si è trovata d’accordo sul punto che la solidarietà ai 25 compagni denunciati per la manifestazione e il presidio dell’anno scorso è contenuta nel proseguimento del percorso di cui la giornata di L’Aquila è stata uno dei suoi momenti. Per affermare in tutte le eventuali tappe dell’inchiesta il contenuto di solidarietà ai compagni e alle compagne in galera, i vari interventi hanno sottolineato l’importanza di socializzare e tenere aggiornate le fasi dell’inchiesta, di unire nelle mani di pochi avvocati la difesa legale. Dalla lettura delle carte investigative emerge chiara la stretta collaborazione, anche sul campo, della digos di diverse questure, in particolare di Bo e Pd, le cui realtà, presenti alla giornata di L’Aquila, sono state particolarmente e preventivamente prese di mira dall’inchiesta.

• E’ stato posto all’attenzione dell’assemblea quanto sta accadendo nel carcere di Benevento, nella sezione ad Elevato Indice di Vigilanza (EIV), di recente ultimazione, destinata a soli combattenti arabo-islamici. In particolare sono state lette due lettere provenienti da quella sezione che raccontano di un pestaggio, delle modalità in cui questo è avvenuto e delle condizioni di isolamento e vessazione al quale sono sottoposti i prigionieri.
L’apertura della sezione EIV a Benevento è un chiaro esempio della continuità, sul fronte interno, della guerra condotta dallo stato italiano in particolare in Iraq e in Libano. E’ un atto di guerra, razziale e comporta un aggravamento dell’isolamento e dell’annientamento attuato nelle carceri che, a partire dalle sezioni dove impera il 41 bis, sta ampliandosi a macchia d’olio con l’approfondimento e l’estensione di circuiti e regimi carcerari speciali, al di là dei nomi che assumono. A tal riguardo é emblematica la sezione, EIV, aperta nell’estate-autunno dell’anno scorso nel carcere di Siano (Catanzaro).
Si è presa in considerazione l’ipotesi di una mobilitazione sotto il carcere di Benevento per la quale si renderebbe necessario trovare prima di tutto un sostegno sul territorio campano sul quale grava la particolare attitudine da sempre impiegata dallo stato contro il proletariato del sud (non a caso questo tipo di carceri e sezioni punitive vengono aperte soprattutto nel sud). Attitudine ribadita anche in questi mesi contro la popolazione in lotta perché accerchiata dai rifiuti e contro i presidi operai davanti a Pomigliano.
Sarebbe altresì necessario chiarirne i presupposti anticapitalisti, atei, antipatriarcali, di rigetto del sessismo… ma senza pregiudizi o conclusioni ideologiche precostituite, in genere avulse dalla realtà specifica e che a volte finiscono con l’ostacolare lo sviluppo di relazioni concrete, anche se contradditorie, con porzioni di proletariato immigrato.
Per socializzare la conoscenza di queste realtà carcerarie si allegano le lettere poc’anzi citate e ci si farà carico di diffonderle tradotte in arabo.

• Si è discusso dell’applicazione sempre più ampia dell’art.1, sorveglianza speciale e avvisi orali a partire dal riscontro diretto avuto in città come Bologna, i cui compagni avevano già in precedenza avevano sollevato la questione, Rovereto e Milano.
Per approfondire senza specialismi ma piuttosto sulla base dell’esperienza diretta questo particolare aspetto del controllo preventivo e della condanna penale è stato deciso un primo incontro fra le diverse realtà interessate al tema o che già vi stanno lavorando.
La proposta è di costruire iniziative di lotta e di dibattito per far uscire queste forme preventive e penali dalla clandestinità, dal cerchio individualizzante in cui viene a trovarsi chi ne è colpito. Su questi e altri risvolti è stato scelto di incontrarsi a Milano verso la metà di giugno. La data deve essere trovata fra gli impegni delle compagne e dei compagni costretti a queste misure e verrà pertanto comunicata per tempo.
I compagni di Padova hanno riportato quanto sta avvenendo nel quartiere “Stanga” di quella città, tenuto sotto videocontrollo con web-cam e abbrutito dalle mobilitazione dei bottegai cittadini sfociata anche nella formazione di ronde. A queste mobilitazioni hanno preso parte anche componenti di immigrati manovrate da AN, il tutto all’insegna di uno scambio, voti contro agevolazioni di vario tipo.

• E’ stato presentato un testo scritto, da socializzare con chi è in carcere e non, per meglio comprendere la funzione dell’EIV nel sistema della differenziazione. Sezioni EIV sono sparse in quasi tutte le maggiori carceri. Come sempre accade in questi casi il trattamento non è ovunque lo stesso. In ogni caso le limitazioni sono tante e profonde al punto che tanti prigionieri usciti dalle sezioni del 41 bis e trasferiti nell’EIV (come ormai sembra avvenire di regola) dicono apertamente che il trattamento riservato è peggiore che nel 41bis. Con quali criteri si viene trasferiti nelle sezioni EIV? Per esempio, pur non esistendo, sulla carta, nessuna sezione EIV femminile, nei fatti, alle compagne viene riservato un isolamento, una limitazione degli spazi e delle cose tipica dell’EIV. Direttori, digos, carabinieri, pm, guardie qui sembrano agire come su un terreno di caccia insindacabile. Inoltre si intuisce che dietro a tante sigle, dietro alle piccole differenze formali, avanzi una pratica abbastanza comune alla quale non corrisponde una risposta di lotta incisiva e corale.

• In ultimo è stata proposto di approfondire la conoscenza della differenziazione nel circuito femminile dove, pur non essendoci nessuna sezione EIV (ci sono comunque donne tenute sotto 41bis), l’isolamento e le punizioni hanno comunque il loro corso. Chi ha indirizzi di prigioniere interessate alla discussione può socializzarli alla prossima assemblea.

E’ stata fissata come luogo della prossima riunione l’Urto a Viterbo nella giornata di sabato 21 giugno alle ore 13; l’odg andrà sicuramente ad attingere dalla discussione pregressa e qui sintetizzata oltre chiaramente ad eventuali nuovi spunti.

Milano, maggio 2008

http://www.autprol.org/