05/05/2008: Dietro lo scudo la partita per il dominio mondiale


I toni diplomatici usati da Bush e Putin al termine del vertice di Sochi non possono nascondere che l’incontro si è chiuso con un nulla di fatto: gli Usa sempre determinati a proseguire con l’installazione dello scudo spaziale in Europa, e la Russia ferma nel ribadire la sua netta contrarietà. Ma, dietro la questione dello scudo spaziale si gioca una fondamentale partita a scacchi a livello mondiale.
Gli Usa, ormai con l’acqua alla gola per la recessione in cui sono invischiati, stanno perdendo il primato finanziario mondiale a favore dell’Europa e si aggrappano al controllo sul Golfo Persico. Infatti, sono rimaste solo le banche centrali delle monarchie dell’area a finanziare il debito Usa, grazie al patto di ferro tra gli Usa e l’oscurantista casa regnante saudita, ed alla presenza della VI flotta Usa nelle acque del Golfo. Ma il controllo del Medio Oriente è soprattutto un controllo sulla Ue, attraverso il dominio sulla maggiore area energetica mondiale e contro l’eventualità che il petrolio venga quotato in euro. Le continue minacce al riottoso Iran, la recente e fallita offensiva militare del governo fantoccio iracheno contro i sadristi, e le ultime dichiarazioni di Petraeus contro il ritiro dall’Iraq, anche parziale, delle truppe Usa, sono testimonianza della volontà degli Usa di rafforzare il loro vitale ancorché traballante controllo dell’area.
E’ in questo quadro che si inserisce la Russia, la quale è una valida alternativa al Golfo come fornitore energetico dell’Europa e sta rafforzando il suo ruolo con la costruzione di due pipeline, il North stream ed il South stream, che connetteranno l’Europa Occidentale alle sue riserve energetiche, bypassando stati filo-statunitensi come la Polonia. Non è, quindi, un caso che gli Usa cerchino di minare i legami che si stringono tra Europa Occidentale e Russia, provocando la reazione di quest’ultima con la minaccia dello scudo spaziale. Infatti, il posizionamento di missili in Polonia e di un radar in Repubblica Ceca, che permetterà l’osservazione di tutte le difese russe fino agli Urali, ben difficilmente può essere giustificato con la protezione da missili nucleari lanciati contro gli Usa dall’Iran. In tal caso, infatti, bisognerebbe posizionare lo scudo non a ridosso della Russia, ma semmai più vicino al Medio Oriente. Inoltre, uno “stato canaglia” che lanciasse un missile nucleare contro gli Usa, anche ammettendo che raggiunga la tecnologia necessaria per farlo, verrebbe cancellato dalla faccia della Terra in pochi secondi dalla risposta Usa.
Le ragioni dello scudo spaziale sono ben altre. L’assorbimento della Ue nello scudo spaziale permette agli Usa di legarla a sé militarmente e politicamente e, nello stesso tempo, di incanalarne le risorse tecnologiche e finanziarie verso la propria industria militare, che solo così ha la possibilità di assolvere a quella funzione anticiclica che le è tipica nelle fasi recessive dell’economia capitalistica. Lo scudo non è certo diretto contro il terrorismo, che non si serve di missili intercontinentali, ma al rafforzamento della superiorità strategica nucleare degli Usa nei confronti della Russia e specialmente della Cina, loro sempre più evidente competitore globale. Al vertice Nato di Bucarest gli Usa hanno segnato un punto strategicamente importante a loro favore, raggiungendo, in cambio della sospensione dell’ingresso nella Nato di Georgia e Ucraina, il vero obiettivo: l’adesione allo scudo spaziale di quei paesi europei che precedentemente si erano mostrati scettici proprio per l’irritazione mostrata dalla Russia. Gli Usa sono così riusciti a fare un passo in direzione dell’isolamento strategico dell’Europa non solo dalla Russia ma anche dalla Cina.
E’ per queste ragioni che Putin, pur avendo fatto fuoco e fiamme in precedenza, ha ora dovuto moderare tatticamente i toni, per non mettere in crisi i suoi rapporti con l’Europa. Resta da vedere se il rafforzamento della posizione Usa condurrà Bush, prima della fine del suo mandato, a riprendere l’offensiva militare, oltre che in Afghanistan, anche in Medio Oriente.

di Domenico Moro
www.resistenze.org - osservatorio - mondo multipolare - 21-04-08 - n. 224
pubblicato anche su La Rinascita della sinistra del 17/04/08

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