05/05/2008: VERONA, 1 MAGGIO: IL VOSTRO ONORE SI CHIAMA INFAMITA’
Un ragazzo in fin di vita, pestato fino al coma. Futili motivi, dicono.
Neofascisti. Neonazisti. O come li si voglia chiamare, non ha importanza.
Sono stati loro, ancora una volta. Non abbiamo avuto un solo dubbio, da subito.
Loro lo stile – cinque contro uno – loro la brutalità. Loro l’infamia.
E adesso? Dovremmo dire ancora una volta che l’avevamo detto? Passare per autocompiaciuti dispensatori di disgrazie? Non ci teniamo.
Ma non ci teniamo neppure a sopportare Veltroni che invita a “Non sottovalutare”.
O il sindaco di Verona che invoca pene severe e dichiara: “La mia non è una città fascista”. (Tre militari meridionali sono stati aggrediti a Verona non più di un mese fa, con le stesse modalità).
Dovremmo sopportare la tv che prima esclude la “pista politicizzata” e poi – pur ammettendola – continua a propinarci la storia della sigaretta negata come causa scatenante? O i servizi segreti, che gridano all’allarme a fatto compiuto, e nel loro rapporto confondono ad arte neonazisti e ultras, giovani antagonisti, anarchici e padani.
Mentre Forza Nuova prende le distanze. Mentre il Veneto Skin Front prende le distanze. Mentre i fascisti d’ogni tendenza – pare non sappiano fare altro – prendono le distanze.
L’onore di cui straparlano: lasciare in fin di vita un ragazzo e poi dileguarsi. Le lame e il pentitismo.
Restano i fatti. Cinque contro uno. Stile da cui non è possibile dissociarsi.
Questa gente – che sui muri si firma con le svastiche ed in Provincia si apparenta coi liberali – è un problema dell’oggi. Non un ricordo di sessant’anni fa. Per questo ribadiamo: disposti a discutere con chiunque se ne sia reso conto. Degli altri non vogliamo neppure sentire le lamentele.
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