05/05/2008: Paesi Baschi - In lotta contro il TAV
Quattro giorni fa, un centinaio di persone si sono barricate nel municipio del comune basco di Eskoriatza per impedire che i funzionari del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti formalizzassero i procedimenti di esproprio di quella località.
Neppure con lo schieramento poliziesco sono riusciti a realizzare tali espropri. Come risposta, lo Stato ha annunciato che non avrà bisogno del permesso del sindaco di Eskoriatza né di nessun altro. Il suo delegato di governo, arbitrariamente nominato da Madrid, deciderà come e quando impossessarsi delle terre che il TAV basco distruggerà, calpestando così la volontà dei danneggiati.
Nei Paesi Baschi stiamo lottando da 15 anni contro quest'orrore meccanizzato. In qualunque circostanza il TAV sarebbe un progetto devastante, elitario, inutile; adesso, nel momento in cui la distruzione dell'ambiente e la scarsità energetica si fanno evidenti, questo treno è qualcosa di ancora peggio: è un suicidio ecologico e sociale del quale ci incolperanno le future generazioni.
Di fronte a quest'aberrazione, esiste un movimento che non cessa di crescere in intensità. Da quando cominciarono i lavori del TAV basco, un anno e mezzo fa, i suoi promotori hanno potuto avanzare molto poco. Stiamo fermando il TAV. E sappiamo che non siamo soli nella lotta contro questo folle progetto. I responsabili dell'Alta Velocità basca hanno provato a seminare confusione con l'argomentazione che nessuno in Europa le si oppone. Mentono, per l'ennesima volta.
Ci sono i compagni della Valsusa, che costituiscono per noi un esempio, e anche l'opposizione al TAV in Trentino-Sudtirolo, che vogliamo salutare da quest'angolo del mar Cantabrico. E anche in altri luoghi della penisola iberica ci sono popolazioni che si oppongono a questo tipo di infrastruttura, come sta accadendo in Galizia.
Le forme per organizzarsi e lottare contro il TAV sono parte della società che vogliamo e che dobbiamo costruire per impedire questo e altri orrori.
Puntare sull'azione diretta, disobbedire, non delegare, tutto questo costituisce già un rifiuto del TAV e della società che lo alimenta. Di fronte alla sclerotica mobilità di merci e passeggeri, le reti di vicinato e l'autogestione sono l'unica alternativa necessaria.
Né i Pirenei né le Alpi sono una barriera a che la nostra solidarietà si faccia sentire fra di voi: Gelditzea badago! Fermarlo è possibile!
(Testo letto durante l'assemblea pubblica che ha concluso la manifestazione NO TAV del 19 aprile a Trento)
Mar, 29/04/2008 – 15:50
http://www.informa-azione.info/paesi_baschi_in_lotta_contro_il_tav
http://www.autprol.org/