22/04/2008: Difendiamo il diritto di manifestare!


Come compagni di mestre del Tuttinpiedi siamo stati denunciati da un solerte giudice di trento per una presidio, con slogan.
A trento l'11 luglio si svolgerà una udienza del processo.
In allegato il volantino che denuncia la vile persecuzione giudiziaria!

Tuttinpiedi

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Difendiamo il diritto di manifestare!

Ieri, 14 marzo, si è aperto il processo a Trento contro otto compagni e compagne di Mestre, Trieste e Padova “colpevoli” di aver partecipato alla manifestazione del 10 ottobre 2005 davanti al tribunale Venezia in solidarietà al perseguitato politico Paolo Dorigo, allora in regime di domiciliari dopo essere stato incarcerato per dodici anni.
Le accuse rivolte sono quelle di avere, durante il presidio, vergato alcune scritte (cosiddetto “imbrattamento”) e di aver minacciato i magistrati veneziani Barbara Della Longa, Gabriele Ferrari e Carlo Mastelloni. Tali minacce si sarebbero consumate attraverso alcuni slogan composti dal nome del pm o giudice in questione, noti storicamente per lo zelo anticomunista e la volontà persecutoria nei confronti del compagno Paolo, affiancato alla parola “boia” e da altri come “Paolo libero Della Longa nel canale”.
Ancora una volta finisce nel mirino della magistratura borghese il diritto di manifestare, attaccato quando quest’ultimo si determina non come supplica agli oppressori e ai carcerieri di turno, ma contesta, anche solo a parole, la legittimità del loro potere.
Siamo dunque in una fase in cui l’accanimento repressivo si alza non solo contro le pratiche di piazza che mettono in discussione il monopolio della violenza da parte dello stato dei padroni, come dimostrano la sentenza per i fatti di Genova del 2001, quella per la manifestazione antifascista dell’11 marzo 2006 a Milano e i pestaggi con cui, in questi giorni, si vuole piegare il popolo campano a veder ridotta la propria terra a discarica d’Italia.
A finire sotto processo sono anche semplici contenuti espressi nelle tradizionali modalità delle manifestazioni di piazza come dimostra tale vicenda e come è già stato dimostrato dalla criminalizzazione degli slogan a sostegno della Resistenza Irachena (il bene augurante 10 100 1000 Nassiriya), dalla distruzione di qualche fantoccio rappresentante la soldataglia occupante italiana, americana e sionista e dalle denunce contro i compagni che hanno partecipato alla manifestazione contro il 41 bis svoltasi l’anno scorso a L’Aquila.
È evidente che la borghesia e suoi servi in divisa e togati sono coscienti della crisi in cui si trova il sistema di produzione a cui devono la propria esistenza sociale e che il conseguente malcontento di massa potrebbe crescere qualitativamente trasformandosi in lotta di classe e addirittura trovare una via rivoluzionaria. Per questo motivo alla guerra di conquista e saccheggio che conducono sul fronte esterno (Iraq, Libano, Afghanistan, Kosovo…) e all’attacco sistematico alle condizioni di vita dei lavoratori, devono aggiungere una repressione feroce e minuziosa sul fronte interno contro le realtà di movimento e di massa che si pongono sul terreno conflittuale.
Le armi che abbiamo per rispondere sono innanzitutto non farsi intimidire, dividere e reprimere, dunque continuare a lottare senza chinare la testa a chi ci vuole riportare dentro gli argini della “protesta di regime”. Poi rafforzare la solidarietà di classe tra tutte le realtà colpite dalla repressione, esprimendo il nostro appoggio ai compagni e alle compagne che, per la loro militanza, sono finiti nelle galere del nemico.
I proletari caduti a centinaia nelle manifestazioni, i partigiani insorti contro il fascismo e le lotte degli anni settanta e ottanta ci hanno insegnato che le piazze vuote di gente o di ribellione piacciono solo ai padroni. Non diamogliela vinta!

NON FACCIAMOCI ZITTIRE!
URLIAMO ANCORA PIU’ FORTE!
CONTRO LA REPRESSIONE, RAFFORZIAMO LA SOLIDARIETA’!

15 marzo 2008
Tuttinpiedi
Piazza Canova 1, 30173 Mestre - Venezia

p.s.
lo svolgimento del processo, per un difetto di notifica, è stato rinviato al prossimo 11 luglio.

tuttinpiedi@gmail.com

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