22/04/2008: La lotta per il lavoro e il salario è un diritto! Reprimere le lotte è un reato!
Ieri la polizia ha caricato e picchiato gli operai della FIAT mentre facevano un picchetto davanti all'ingresso per i fornitori, 4 di loro sono rimasti feriti dalle manganellate. Già venerdì scorso c'è stato uno sciopero in fabbrica perché l'azienda vuole aprire un polo logistico nell'Interporto di Nola, che sicuramente potrebbe essere l'inizio di un processo di esternalizzazione di alcuni settori di lavorazione, mettendo a rischio centinaia di posti di lavoro. La mobilitazione è continuata fino a ieri quando i sindacati confederali hanno diviso il corpo operaio in lotta proponendo un presidio simbolico al posto dei picchetti. La polizia ha fatto il resto.
Il responsabile delle relazioni esterne della FIAT-Alfa, il sig. Franco Sodano ha detto degli operai in lotta: "creano un danno irreparabile", noi pensiamo che i danni maggiori e irreversibili sono stati creati dai padroni della stessa azienda negli anni della sua esistenza con i vari licenziamenti, come quelli degli anni 70 e 80, famosi per la loro natura politica; con la precarizzazione del lavoro con il relativo abbassamento del salario dagli anni 90 ad oggi, creando insicurezza e difficoltà di condurre una vita dignitosa per migliaia di operai e di famiglie che vivono del proprio salario; con il tentativo degli ultimi mesi, con il fermo della produzione e i cosiddetti corsi di aggiornamento professionale, di irrigidire le mansioni di lavoro e quindi intensificare i ritmi.
Le cariche agli operai FIAT a Pomigliano d'Arco sono i primi frutti del sistema politico bipolare, o ad alternanza, che in sostanza non è altro che una tappa di un processo di riforme istituzionale voluto sia da PD che da PdL, che tende a rafforzare il potere nelle mani dell'esecutivo, smembrando il parlamento delle sue classiche funzioni di approvazione delle leggi e delle manovre economico-finanziarie.
Un processo che parte dalla metà degli anni 80 e che vede sempre più il restringersi degli spazi di riformismo di sinistra, evidenza che emerge chiaramente con il recente fiasco elettorale delle varie formazioni di sinistra. Oggi è ancora più chiaro per tutti quei compagni e compagne, quei lavoratori e lavoratrici, quei pensionati che hanno dato fiducia a questi partiti riformisti con la votazione, che ormai è maturo il tempo di organizzarsi e di creare le condizioni per un reale processo di autonomia e indipendenza politica della classe per un cambiamento radicale delle nostre condizioni di lavoro e di vita.
Il sistema istituzionale della borghesia è buono solo per i padroni, è efficace solo per l'arricchimento ulteriore di chi già è ricco e di conseguenza non dà spazio per difendere o addirittura fare avanzare gli interessi di lavoratori e pensionati, che sono quelli del lavoro, della pace e del benessere per tutti.
Infatti i profitti dei vari Montezemolo, Tronchetti Provera, etc., aumentano a discapito della forza lavoro di migliaia di operai e operaie, mentre proprio coloro che producono la ricchezza usufruiscono solo dei mezzi di sussistenza, e quindi il 70% di questa ricchezza è detenuta da solo il 10% della popolazione.
La repressione delle lotte sarà il leit-motive dei prossimi anni fino a quando il proletariato guidato dalle sue avanguardie politiche e di lotta non si unisce per abbattere definitivamente il modo di produzione capitalistico, basato sullo sfruttamento e sulle guerre, per costruire una società dove tutti lavorano, tutti possono usufruire della ricchezza secondo le proprie capacità e i propri bisogni, dove non ha più senso che esiste uno sparuto gruppo di uomini e donne che usufruiscono della maggioranza della ricchezza che nemmeno producono.
LE LOTTE OPERAIE NON SI REPRIMONO!
AI PADRONI E AI LORO SERVI DICIAMO: "CHI ROMPE PAGA E I COCCI SONO SUOI!"
f.i.p. Napoli 16/04/08
compagni/e contro la persecuzione dei rivoluzionari
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