08/04/2008: Chiamata internazionale dal movimento pro-amnistia


Cari amici ed amiche,
la repressione contro il popolo basco da parte dello Stato spagnolo e, in diversa misura, di quello francese, è stata negli ultimi tempi una costante. È semplice tracciare una linea continua negli scorsi decenni, che ci mostri la persistenza della tortura, degli arresti di massa ed arbitrari, di una politica penitenziaria dalle conseguenze brutali, di sospensione delle attività di associazioni ed organismi, di chiusura di mezzi di comunicazione, di messa fuori legge di partiti e di discriminazione totale di un settore della popolazione dalla partecipazione alla vita pubblica, di arbitrio giudiziario, di terrorismo di Stato e brutalità poliziesca. In definitiva, una situazione d'eccezione, che ha generato un grave scenario di violazione dei fondamentali diritti civili e politici, scenario che oggi ci si mostra con assoluta crudezza.

Queste circostanze hanno obbligato centinaia di cittadini e cittadine a creare un muro di contenimento, a scontrarsi con la repressione ed a partecipare a diverse piattaforme civiche, associazioni per i diritti umani, organismi di attivisti di quello che è stato chiamato Movimento Pro Amnistia. Diversamente, la mancata attivazione di questo settore e della contestazione sociale contro la repressione, avrebbe comportato un'accettazione dell'impunità delle strutture dello Stato; è per ciò che da parte di questo movimento sono state sviluppate migliaia di attività (conferenze, manifestazioni, interpellanze, contatti con ogni tipo di soggetti politici e sociali...) volte a reclamare uno scenario di rispetto delle condizioni democratiche fondamentali, di godimento dei diritti civili e politici elementari. In molte di queste attività abbiamo avuto l'opportunità di conoscerci, condividere e discutere.
Tuttavia, gli Stati, ossessionati dal mantenimento della strategia repressiva contro settori sempre più ampi di questo popolo, necessitano di livelli maggiori d'impunità, è per ciò che questo ampio movimento, appena descritto, risulta loro scomodo ed intollerabile ed è per ciò che ha già tenuto undici dei suoi membri (portavoce e responsabili provinciali) in carcerazione preventiva, senza processo, per quattro anni, limite massimo concesso dalla legislazione spagnola. Per ciò, le sue mobilitazioni e manifestazioni sono state proibite dalla magistratura, sospese amministrativamente, violentemente attaccate dalle Forze di Sicurezza dello Stato; per ciò si aprono, uno dopo l'altro, processi contro le persone che continuano ad indicare le responsabilità dello Stato nella repressione e nella violazione di diritti umani e libertà fondamentali. È per ciò, in definitiva, che a partire dal 21 aprile, 27 di noi, membri di questo movimento affronteranno un processo davanti al tribunale speciale antiterrorista della Audiencia Nacional, accusati di appartenenza ad organizzazione armata, per la loro semplice attività di solidarietà con con le prigioniere ed i prigionieri politici, come militanti per l'Amnistia, per la loro opposizione alla repressione, per avere difeso i diritti umani.
Non ci attendiamo giustizia da questo tribunale; al contrario, consideriamo questa un'opportunità per spiegare alla società basca ed a quella internazionale ciò che siamo e per cosa abbiamo lottato.
È per questo che desidero lanciare un appello all'allarme ed alla preoccupazione ma, soprattutto, alla solidarietà; un appello a raddoppiare gli sforzi, ciascuno dal suo ambito e settore di lavoro, affinché l'impunità non riesca ad incrinare questo muro di contenimento contro la repressione.

Ez adiorik,
Julen Arzuaga"

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