18/03/2008: Nokia annuncia la chiusura della fabbrica di Bochum


Il 15 gennaio scorso Nokia, impresa fra le maggiori produttrici mondiali di telefonini, e non soltanto, ha annunciato la chiusura, entro la metà di quest'anno, della chiusura della fabbrica di Bochum che dà lavoro a 4.500 persone.
Dopo Opel, Nokia era la maggior realtà industriale nel territorio della Ruhr. Alla produzione di Bochum lavorano 2.300 persone con assunzione fissa, 1.000 con contratto interinale, 1.000 che lavorano nelle ditte fornitrici e 200 in DHL (filiale di Deutschen Post).
Veli Sundbaeck, capo del Consiglio di Vigilanza di Nokia Deutschland (organo che affianca il Consiglio di amministrazione), annunciando la decisione ha detto: "la situazione non è concorrenziale sul piano internazionale". La produzione verrà spostata in altre fabbriche in Europa, in Finlandia, Ungheria, prima fra tutte nella città di Chui in Romania dove la produzione sta per iniziare.
Sundbaeck ha confermato che a Bochum: "i costi del lavoro sommano certamente a meno del 5% del totale dei costi di produzione", ciononostante sarebbero pur sempre "dieci volte più alti che in Romania".
La vera causa della decisione è originata dal fatto che l'anno scorso i prezzi dei telefonini sul mercato mondiale sono radicalmente caduti. "Il mercato - così Sundbaeck - muta rapidamente e Nokia deve tenerne conto per rimettere mano alla propria situazione corrente".
Fino ad oggi Nokia aveva compensato la caduta del saggio del profitto nel settore dei telefonini, mediante l'estensione della produzione. Nel quarto trimestre del 2007 Nokia ha prodotto 112 milioni di telefonini, tanti quanti Motorola, Samsung e Sony Ericsson, suoi diretti concorrenti, messi assieme. Tale quantità produttiva corrisponde a circa il 38% del mercato mondiale. Nello stesso spazio di tempo Nokia ha annunciato di aver realizzato un fatturato record, pari a 12,9 miliardi di euro, più 28% sul medesimo periodo nel 2006; il guadagno confermato è stato pari a 1,56 miliardi di euro.
La borsa ha reagito positivamente alla decisione di Nokia il cui titolo ha accresciuto il proprio valore dell'1%.
Con Nokia lascia la Germania l'ultimo produttore di telefonini esistente in questo stesso paese. Oltre un anno fa aveva gettato la spugna BenQ-Mobile ex-Siemens, lasciando sulla strada 300 persone; Motorola, sempre nel 2006, aveva trasferito la fabbrica attiva a Flensbur, in Cina, anche in questo caso le persone rimaste senza lavoro furono 3.000.
Sindacati e governo rinfacciano a Nokia di aver incassato fra detassazioni e sovvenzioni tanto denaro, sia dal governo centrale che dal land NRW (Nord Reno Westfalia).
Nokia che si è installata a Bochum nel 1980, fra il 1995-1999 solo dal NRW ha incassato oltre 28 milioni di euro "per la ricerca".
Sia il sindacato generale che Ig Metall non sanno che pesci pigliare, mentre ostentano retorica: "Non è soltanto economicamente insensato, ma anche socialmente irresponsabile, sacrificare posti di lavoro per una strategia globale", oppure inveiscono "porcheria inaudita" o fanno le vittime "pugno in faccia".
L'annuncio di Nokia a lavoratrici e lavoratori non giunge come una sorpresa. La scorsa estate il personale con contratto a tempo determinato, assunto mediante l'agenzia Albecon, invece di lavorare 110 ore, come da contratto, ne lavorava appena 60; mentre il personale fisso ne lavorava 152. Lavoratrici e lavoratori interinali hanno ricevuto di conseguenza uno stipendio più basso di quello previsto, 442,80 euro contro i 1.121 ricevuto dal personale fisso.
DGB, IGM, loro delegati dei consigli di fabbrica, in quanto siedono nel Consiglio di Vigilanza, conoscevano benissimo la situazione, invece però di unire lavoratrici e lavoratori scomposti nelle diverse forme contrattuali hanno lasciato correre e lasciato che si affermasse la debolezza. Mentre loro contrattavano con Nokia su "piani sociali" fumosi, Nokia preparava il ritiro. Anche questo è un risultato della famosa "Mitbestimmung" o codeterminazione.

19 gennaio 2008
Sintesi dal sito wsws, di Dietmar Henning

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