18/03/2008: Occupata la sede interinale INTEMPO al Porto di Ravenna: cronaca e proposte della rete per la sicurezza


NELL’ANNIVERSARIO DELLA STRAGE DI LAVORATORI DELLA MECNAVI ABBIAMO OCCUPATO L’AGENZIA INTERINALE INTEMPO AL PORTO DI RAVENNA PER DIRE BASTA MORTI SUL LAVORO!
E’ partita la marcia-carovana contro le stragi di lavoratori!
Una marcia di “guerra” contro la guerra non dichiarata del sistema di produzione basato sul profitto e sullo sfruttamento dei padroni.
In questi primi due mesi attraverserà 20 città, da Torino a Palermo, con manifestazioni, scioperi, occupazioni, assemblee per affermare la superiore civiltà del lavoro e dei lavoratori.
Oggi, 13 marzo, per l’anniversario della strage di 13 operai della Mecnavi al Porto di Ravenna, vogliamo onorare sul serio la memoria dei lavoratori uccisi da questo sistema di sfruttamento padronale per cui la vita dei lavoratori non vale quanto il profitto. Siamo stanchi di ipocrite commemorazioni e strumentali dichiarazioni d’intenti: servirebbero a seppellire un’altra volta i caduti sul lavoro. Il modo migliore per ricordarli è avanzare nella lotta per la sicurezza sul lavoro che investa i luoghi di lavoro ma anche la società civile.
Per questo la Rete per la sicurezza sul lavoro di Ravenna ha occupato la sede dell’agenzia di caporalato INTEMPO al Porto per denunciare il suo ruolo di sfruttatori al servizio dei padroni delle banchine, gestita dalla stessa CGIL: la sede di Ravenna il 1° settembre 2006 ha mandato a morire Luca Vertullo, senza formazione e senza diritti, così come la sede di Marghera dell’INTEMPO ha affittato Denis Zanon, morto il 18/1/2008 a Porto Marghera.
Abbiamo affisso striscioni e cartelli davanti all'ingresso della famigerata agenzia contro gli omicidi bianchi, la precarietà, le L. Treu e Biagi e per la chiusura di questa sede di trafficanti di esseri umani, l'agenzia di caporalato. Abbiamo spiegato ai lavoratori portuali e ai precari riuniti all'interno della CP le ragioni che ci hanno portato a rompere la solita commemorazione dei confederali e delle istituzioni. Abbiamo così interrotto nella mattinata l'attività dei caporali.
Le reazioni dei dirigenti della CP, cioè del presidente Rubboli, anche consigliere DS-PD, inquisito per la morte di Vertullo assieme al suo fedele rappresentante della sicurezza, inquisito pure lui per gli stessi motivi, non si è fatta attendere: in stile goffo e squadrista, isolati da tutti i lavoratori presenti, si sono lanciati contro il presidio aggredendo fisicamente qualche partecipante. Nonostante questo e le urla isteriche dei dirigenti che invitavano i portuali presenti a rientrare all'interno della CP, noi aderenti alla Rete e i lavoratori che assistevano al comizio siamo rimasti per tutto il tempo dell'occupazione.
A conclusione dell'iniziativa ci siamo recati al monumento intitolato ai caduti sul lavoro (in piazza Caduti sul Lavoro, di fronte all'ippodromo) per deporre un mazzo di fiori in memoria dei 13 della Mecnavi e di tutti i caduti sul lavoro e dove abbiamo ribadito che il modo migliore per onorarli è la lotta per una mobilitazione permanente per la sicurezza, per rimettere al primo posto gli uomini, la loro vita e loro dignità, contro il sistema di sfruttamento dei padroni criminali.
Da quella strage del marzo ’87 non è cambiato il comando padronale che, anzi, è cresciuto grazie al ruolo del sindacato che mette al primo posto la produttività, e la tragica morte di Vertullo dimostra proprio questo.
L’occupazione dell’agenzia interinale INTEMPO è per non spegnere i riflettori su questa vicenda e, attraverso questa, fare arrivare il messaggio a tutti i lavoratori, nelle fabbriche, nei cantieri e nelle campagne, così come alle famiglie che hanno perso i loro cari sul lavoro, che solo con la lotta, con l’unità di tutti coloro che sono in prima fila in queste battaglie, si può creare un movimento permanente per ottenere risultati concreti per la sicurezza sul lavoro.
La Rete Nazionale per la sicurezza è nata per questo. Abbiamo avviato una marcia-carovana per aggregare molti a questo movimento.
Questa è una prima iniziativa a Ravenna e altre ne seguiranno.

Vogliamo:
- che l’amministrazione comunale dedichi ogni 13 marzo una “giornata della memoria” per tutti i lavoratori caduti nei luoghi di lavoro
- la chiusura di tutte le sedi dell’agenzia interinale INTEMPO
- la cancellazione delle leggi per la precarietà: la L. Treu e la L. Biagi
- una pesante condanna per i 16 indagati al Porto di Ravenna per la morte di Luca Vertullo (dai rappresentanti ai massimi vertici della Compagnia Portuale ai caporali) per la violazione delle norme sulla sicurezza
- una legge di iniziativa popolare che sanzioni come "crimine" l'inosservanza delle norme sulla sicurezza e che porti all'esproprio dell'azienda che le viola sistematicamente
- inasprimento, nel TU sulla sicurezza, delle sanzioni per i padroni che non ottemperano gli obblighi sulla sicurezza (nonostante il quotidiano bollettino di guerra, con l’ultimo dlgs del Consiglio dei Ministri i padroni potranno evitare la galera mettendosi in “regola” e pagando un’ammenda!)
- postazione fissa dell'ispettorato del lavoro e delle ASL
- elezione diretta degli Rls e non la loro nomina da parte dei confederali all’interno delle RSU e il divieto del loro licenziamento durante il mandato
- corsia preferenziale per i processi per infortuni o morti sul lavoro
- fondo di sostegno ai famigliari e accettazione come parte civile delle associazioni famigliari e dei sindacati effettivamente impegnati sulla sicurezza nei luoghi di lavoro
- risarcimenti immediati per gli infortuni e aumento delle prestazioni dell’INAIL (devono essere ancora liquidati i 9 operai delle ditte di manutenzione dell’Enichem, ustionati per l’incendio dell’ottobre 2006)
- controlli senza preavviso da parte degli organi di controllo e prevenzione nelle aziende a partire da quelle più grandi (Enichem e Marcegaglia), nei cantieri e al Porto

Rete per la sicurezza sul lavoro di Ravenna

339 8911853 cobasravenna@libero.it

http://www.autprol.org/