14/03/2008: Accade alla Stadera, quartiere proletario multietnico nel nord-ovest di Milano (Resoconto composto con l’aiuto di più testimonianze)


In questo quartiere abitare in una casa occupata è pratica radicata e abbastanza diffusa. L’ultima lotta di una certa ampiezza è avvenuta in via Palmieri nel giugno 2002 quando decine di famiglie direttamente dai balconi e anche scendendo in strada cacciano la polizia pronta ad eseguire alcuni sfratti.
In una via della Stadera, il 13 febbraio 2008, si è sviluppato un significativo momento di lotta e di solidarietà. Una pattuglia della polizia ha arrestato e condotto in questura un peruviano abitante in Via Nera 7, occupante. Ammanettamento e arresto sono stati compiuti davanti alla figlia di pochi anni e alla compagna. L’accusa, "furto di energia".
Il giorno successivo la polizia è tornata sul luogo, stavolta assieme ad alcuni ispettori dell’Aler (ente regionale che gestisce le case popolari), con l’obiettivo di sfrattare la famiglia presa di mira il giorno precedente. Aler e polizia tuttavia agivano senza l’ordinanza di sfratto emanata dalla magistratura, per così dire agivano proprio illegalmente. Un’azione di favori reciproci? Di coltivazione di amicizie nel campo della mangiatoia immobiliare? Di individui in cerca di promozioni? Probabilmente questo ed altro, magari con l’avallo sotterraneo della magistratura.
In tutti i modi, approfittando dell’intimidazione scatenata contro la famiglia, Aler e polizia hanno cercato di “convincere” la madre-moglie a lasciare l’appartamento e così ottenere anche un precedente da utilizzare contro altre famiglie occupanti.
Nel frattempo alcuni inquilini, compagne e compagni, arrivano sul posto per impedire lo sfratto. Dicono a polizia e Aler che senza ordinanza del magistrato non è possibile alcun sfratto. La reazione degli sbirri e degli scagnozzi di Formigoni e company è miserevole: “Noi non vogliamo sfrattare nessuno, è la signora che ci ha chiamato perché vuole cambiare residenza”. La donna ribadisce di fronte a tutti che lei non ha mai chiesto di andarsene e che si è rifiutata di firmare le carte presentategli da Aler e polizia, in cui era scritto “la signora … acconsente ad essere allontanata”.
Il sostegno concreto alla famiglia finita sotto tiro da parte di tanti inquilini costringe stavolta polizia e Aler a ripiegare.
Si conclude così una giornata in cui gli aspetti su cui riflettere sono significativi, una giornata in cui anche il ritorno dell’immigrato arrestato, avvenuto nel pomeriggio, ci parla di una piccola ma importante vittoria della solidarietà di classe.

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