15/02/2008: Rovereto - Sorvegliare, in special modo


L'11 febbraio scorso, un anarchico, già sottoposto da un anno a sorveglianza speciale - misura di isolamento sociale e limitazione della libertà che affonda le sue radici nei codici fascisti - è stato condannato per altri otto mesi alla medesima misura repressiva perché "con un atteggiamento di repulsione delle prescrizioni imposte," non ha minimamente cercato di allontanarsi dal movimento anarco-insurrezionalista, ma anzi ha mantenuto saldi i rapporti con esso. Questo scrive il Pubblico Ministero. Ad un attacco così motivato, la magistratura, che non perde occasione per sbandierare la propria autonomia a difesa della democrazia, poteva rispondere in due modi. Poteva dire che le idee, in questo caso quelle anarchiche, sono punibili e reprimibili in quanto tali o affermare che le idee non si toccano. Hanno scelto la prima aggrappandosi a una delle prescrizioni della misura di prevenzione, quella che dice "non dare ragione di sospetti."

I LORO SOSPETTI

IL SOSPETTO che occupare uno spazio in disuso possa diventare una possibilità per tessere dei rapporti reali, non basati sul denaro ma sull'autogestione.
IL SOSPETTO che pronunciare un no secco alla costruzione di basi e cittadelle militari possa minare un ordine mondiale basato su guerre di conquista.
IL SOSPETTO che esistano individui per i quali le toghe e le divise non meritano alcun rispetto.
IL SOSPETTO che, oggi, parlare di libertà sia un attacco al totalitarismo definito democrazia.
IL SOSPETTO che le idee tendano irresistibilmente a diventare azione.

LE NOSTRE CERTEZZE
LA CERTEZZA che l'arma silenziosa dell'isolamento, carcerario e sociale, sia inutile contro chi non si uniforma.
LA CERTEZZA che la magistratura, alla faccia della sua sbandierata indipendenza sia in realtà un organo al servizio del potere politico, poliziesco e mafioso.
LA CERTEZZA che uno Stato in guerra come l'Italia, oggi impegnata su almeno venti fronti, abbia la necessità di zittire ogni voce di dissenso interna.
LA CERTEZZA che il malcontento generale e la ribellione nei confronti di un mondo che ormai fa schifo siano sempre più diffusi e incontrollabili.
LA CERTEZZA che la solidarietà sconfigge la repressione, perché i rapporti nati nell'opporsi ad un sistema di coercizione non si possono spezzare.
LA CERTEZZA che i continui attacchi repressivi, gli arresti, i fogli di via e gli avvisi orali, distribuiti in tutta Italia, non possano uccidere il nostro desiderio di libertà.

Vorrebbero che abiurassimo le nostre idee, vorrebbero che ci pentissimo delle nostre scelte di vita, vorrebbero farla finita con chi urla il proprio dissenso, vorrebbero relegarci tutti al guardare in silenzio da una finestra.
Hanno dimenticato una cosa: la passione per la libertà è più forte di qualsiasi isolamento.

Anarchici insuscettibili di ravvedimento

Gio, 14/02/2008 – 10:52
http://www.informa-azione.info/rovereto_sorvegliare_in_special_modo

http://www.autprol.org/