15/02/2008: Bologna - Chiarimenti all'A.N.P.I.


All’attenzione dell’A.N.P.I. e di tutti gli antifascisti
Sentiamo l’esigenza di chiarire quanto accaduto in Piazza dell’Unità al termine del corteo “Rompiamo il silenzio”, che si è tenuto sabato 9 febbraio a Bologna. Un corteo che ha voluto riportare nelle strade temi importanti, quali la lotta alla repressione e la solidarietà. Solidarietà con chi viene arrestato perché di fronte a soprusi che reputa intollerabili non resta indifferente ma sceglie di mettersi in gioco e interviene.
La manifestazione si è conclusa in Piazza dell’Unità, dove sono stati bruciati un tricolore e una bandiera dell’unione europea, posti dietro ai due canestri del campo da basket.
Vorremmo precisare che il gesto non era intenzionalmente rivolto contro l’associazione nazionale partigiani, ma... se è stato bruciato il tricolore è perché per noi viene istintivo collegarlo con repressione e oppressione. Perché è la bandiera che “adorna” i carri armati delle truppe di occupazione. Perché è la bandiera che sventola davanti ai C.P.T., come quello di Via Mattei, posti in cui gli immigrati vengono rinchiusi per la sola colpa di non avere in tasca il pezzo di carta giusto. Perché è cucito sulle spalle di ogni carabiniere e di tutti coloro che portano una divisa, che oggi come allora sono soliti obbedir tacendo. Perché è cucito sulle spalle di troppi neofascisti.
Non volevamo bruciare una bandiera dell’A.N.P.I. abbiamo capito che erano state messe lì da voi solo troppo tardi. Mentre la notizia riportata dai giornali secondo cui anche la lapide sarebbe stata danneggiata è falsa, come poteva verificare chiunque si fosse recato direttamente sul posto.
Certo non volevamo e non vogliamo offendere chi ha combattuto con le armi contro i nazi-fascisti. Ci dispiace di aver provocato questo malinteso e per questo vi chiediamo scusa.
Invece non ci interessa minimamente chiedere scusa a chi starnazza sentenze sul senso civico, mentre approva le guerre e resta passivo di fronte allo stillicidio di morti sul lavoro. Crediamo che il fascismo non sia morto con la Liberazione, ma che sia implicitamente ed esplicitamente sopravvissuto nelle istituzioni di Stato. Per noi l’antifascismo non è finito, e la Resistenza non è solo una bandiera.

Coordinamento Rompere il Silenzio – Bologna, 10 febbraio 2008

Gio, 14/02/2008 – 14:57
http://www.informa-azione.info/bologna_scuse_alla_n_p_i

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