31/01/2008: No All’isolamento!


A pochi giorni dell’anniversario degli arresti del 12 febbraio denunciamo la situazione di totale arbitrio in cui sono costretti i compagni e la compagna.
Alfredo Davanzo è tuttora, e illegalmente, in isolamento.
Andrea Scantamburlo, dopo essere stato riportato in carcere dai domiciliari, si trova in condizioni simili poiché al carcere di San Vittore non esiste sezione E.I.V., trattamento a cui è sottoposto.
I compagni e la compagna ai domiciliari non possono comunicare via posta, cosa che in carcere invece potevano fare e che i loro coimputati fanno.

Facciamo appello affinché si mantenga alta la solidarietà nei confronti dei compagni inviando lettere, cartoline e partecipando ad ogni iniziativa in loro sostegno e preparandosi alla mobilitazione per il processo che inizierà il 27 marzo 2008.

Alleghiamo:
- l’esposto fatto dall’avvocato Giuseppe Pelazza sull’isolamento di Alfredo Davanzo
- la comunicazione sullo sciopero della fame che gli imputati di questa inchiesta avevano intrapreso nel mese di dicembre 2007
- una lettera/intervento di Alfredo Davanzo

Milano 31/1/2008
Associazione di Solidarietà Parenti e Amici degli arrestati il 12/2/2007

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Esposto
Al Signor Magistrato di
Sorveglianza di Mantova
Via Chiassi, 61
a mezzo fax 46100 MANTOVA MN
fax: 0376-339831

Al Signor Provveditore
Regionale dell'Amministrazione
a mezzo fax Penitenziaria per la Lombardia
Via Pietro Azario, 6
20123 MILANO MI
fax: 02-43856272

Al Signor Direttore
Carceri giudiziarie
a mezzo fax Via Palosca, 2
26100 CREMONA CR
fax: 0372-451940

Al Signor Presidente
1^ Corte di Assise di Milano
deposito in cancelleria Via Freguglia, 1
20122 MILANO MI

Al Signor Pubblico Ministero
dott.ssa Ilda Boccassini
a mezzo fax Via Freguglia, 1
20122 MILANO MI
fax: 02-59900984

Comitato Europeo per la prevenzione
della tortura e delle pene o trattamenti
a mezzo fax inumani o degradanti

fax: 33388412772

Il sottoscritto è difensore del signor ALFREDO DAVANZO, detenuto dal 12 febbraio 2007.
Da tale data, e fino alla prima settimana di ottobre 2007, il signor Davanzo è stato ristretto nella Casa Circondariale di Monza.
Per questi otto mesi egli ha vissuto in condizioni di totale isolamento:

- cella singola, con tutti gli arredi - in metallo - fissati al muro o al pavimento
- l'aria fruita da solo
- inibito l'accesso a palestra, biblioteca, sale comuni.
- Nessuna forma di socialità consentita.
- In ogni spostamento (per l'aria, per i colloqui, ecc.) accompagnato da uno o più agenti che controllano non incontri nessuno lungo il percorso da effettuare.
- La cella è sottoposta a perquisizioni plurisettimanali, e quindi del tutto prive di senso e puramente vessatorie.

In seguito ad esposto presentato da questo difensore, il signor Davanzo è stato trasferito, verso l'8 di ottobre 2007 presso la Casa Circondariale di Siano-Catanzaro, sezione E IV.
All'epoca perdurando il divieto di incontro tra coindagati (ora, in sede di udienza preliminare, nel dicembre scorso, revocato dalla dottoressa Boccassini), ed essendo ristretti nella stessa sezione altri indagati nel medesimo procedimento, presso tale sezione "non era garantita la socialità dei detenuti", e per questo la stessa dottoressa Boccassini, in seguito ad istanza di questo difensore, comunicò al GIP dott. Salvini (cfr. missiva 15.10.2007, si allega sub 1) di aver "già chiesto il trasferimento di tutti i detenuti".
La Direzione Generale dei Detenuti e del Trattamento aveva, peraltro, comunicato in pari data alla stessa dottoressa Boccassini di aver disposto una serie di trasferimenti, tra cui quello del signor Davanzo presso la Casa Circondariale di Cremona, per "dare la possibilità di socializzare e di partecipare ad ogni altra attività nei limiti consentiti dall'Ordinamento Penitenziario" (cfr. allegato sub 2).
Ebbene, presso la Casa Circondariale di Cremona la situazione del signor Davanzo è tornata ad essere quella vissuta nella Casa Circondariale di Monza, e cioè una situazione di totale isolamento che tuttora perdura.
Quindi il signor Davanzo si trova in isolamento, salvo il brevissimo periodo di permanenza a Siano-Catanzaro, da circa un anno.
Ebbene, in estrema sintesi appare del tutto evidente (e clamorosa) la violazione degli artt. 1, 10, 2° comma, 15, 20, 27 della L. 354/1975, nonché degli artt. 1 e 16 del DPR 230/2000, e si sottolinea che è dato scientificamente acquisito, oltre che, ormai di comune esperienza, che l'isolamento e la privazione di "socialità" sono pesantemente nocive per la persona. E ciò è tanto vero che "l'esclusione dalle attività in comune" è esclusivamente prevista quale sanzione disciplinare (art. 39 L. 354/1975), per un periodo non superiore a quindi giorni, e "non può essere eseguita senza la certificazione scritta, rilasciata dal sanitario, attestante che il soggetto può sopportarlo" e "il soggetto escluso dalle attività in comune è sottoposto a costante controllo sanitario".
A questo punto non può non essere ricordata la ipotesi delittuosa prevista e punita dall'art. 608 CP.
Del resto la situazione delle carceri italiane ha meritato l'attenzione del Commissario per i diritti umani di Strasburgo (cfr Rapporto Comm Dh, 2005, 9, presentato a Strasburgo il 14.12.2005); l'Italia è stata condannata, per l'introduzione e la disciplina dei reparti E IV (elevato indice di vigilanza) - in cui peraltro, generalmente, le condizioni di detenzione sono assolutamente migliori di quelle che si trova a vivere il signor Davanzo - dalla stessa Corte Europea per i Diritti dell'Uomo con sentenza 11.01.2005; ed il recente provvedimento finale (Concluding Observations) 18 maggio 2007 del Comitato Contro la Tortura sulla situazione italiana rileva come nelle maglie del nostro ordinamento si annidino rischi di involuzione della politica sui diritti umani verso l'abbassamento delle garanzie di tutela e ciò in quanto l'innalzamento delle condizioni di sicurezza compromette e, in alcuni casi pregiudica, l'effettività del divieto di pratiche degradanti la dignità umana.
Il mantenimento in condizioni di detenzione violative di legge, e nocive, si risolve (come già in altra occasione si è scritto) in una indebita aggressione al complesso della personalità dell'imputato, che sicuramente si riverbera sulla regolarità dello stesso processo, ed è per questo che il presente scritto è inviato, oltre che alla autorità amministrativa (la Direzione del Carcere ed il Provveditorato, competenti per i provvedimenti e gli atti amministrativi del caso), ed al Magistrato di Sorveglianza in relazione al suo dovere di vigilanza ex art. 69, 2° comma L. 354/1975, anche al signor Presidente della Corte di Assise ed al Pubblico Ministero.
Questo esposto è, infine, inviato anche al Comitato Europeo per la prevenzione della tortura e delle pene o trattamenti inumani o degradanti perché faccia uso di tutti i poteri che gli sono propri per il raggiungimento dei suoi fini istituzionali.
Il sottoscritto difensore, mentre riserva ogni ulteriore iniziativa, sollecita la immediata adozione di tutti i provvedimenti necessari perché siano effettivamente rispettati i diritti del signor Davanzo e cessino le descritte, gravi e perniciose, violazioni di legge.

Milano, 29.01.2008
(avv. Giuseppe Pelazza)

Allegati: 1) Missiva 15.10.2007 PM dottoressa Boccassini / GIP dott. Salvini
2) Comunicazione 15.10.2007 Dir. Gen. Det. e Tratt. / Procura di Milano - dottoressa Boccassini

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Comunicazione dello sciopero della fame degli imputati arrestati il 12/2/2007

Milano 19 Dicembre 2007
Come militanti comunisti inquisiti a seguito del blitz repressivo del 12 febbraio 2007 abbiamo denunciato oggi 19 dicembre 2007, in occasione dell’udienza preliminare del processo che ci vede imputati di associazione sovversiva, l’uso dell’isolamento come arma di repressione nei confronti di prigionieri politici.
Questa forma di tortura bianca, utilizzata dagli stati democratici e da essi variamente giustificata e camuffata si associa a forme più violente e clandestine promosse in particolare dagli imperialisti USA nella loro guerra sporca contro le nazioni oppresse e i militanti antimperialisti; come si è reso evidente nel caso delle “extraordinary redition” e delle carceri segrete allestite in giro per il mondo.
Per non parlare dei casi più eclatanti di Guantanamo e Abu Graib. Questa è una delle manifestazioni tra le più orripilanti della crisi a cui è giunto il capitalismo nella sua fase imperialista.
Da parte nostra, oltre che politicamente, ci sentiamo concretamente coinvolti, visti i lunghi periodi di isolamento da noi subiti e visto il fatto che a tutt’oggi, a più di 10 mesi dall’arresto, alcuni di noi subiscono ancora un regime di isolamento.
Per questo iniziamo uno sciopero della fame con l’obiettivo di far cessare questa situazione di isolamento che riguarda alcuni di noi, ed in adesione alla campagna internazionale contro l’isolamento lanciata dalle organizzazioni di appoggio ai rivoluzionari prigionieri in tutta Europa, Turchia e Kurdistan.

Militanti per la costituzione del Partito Comunista Politico-Militare
Militanti comunisti

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Dal carcere di Cremona

Care/i Compagne/i,
eccovi copia della lettera-intervento che ho spedito al Simposio di Bruxelles.
[...]
Novità del 19 dicembre
Ritrovatici infine in aula di tribunale, fra coimputati, e pur se continuando a far fronte a misure repressive accanite (11 detenuti separati in 7 gabbie! Con il motivo esplicito di impedire di comunicare, di fare politica!), abbiamo così deciso di entrare in sciopero della fame contro l'isolamento. Sia per quanto ci riguarda, sia come adesione all'iniziativa internazionale del Simposio.
Sciopero che sarà, comunque, solo dimostrativo, di 5 giorni.
[...]

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Lettera inviata al Simposio di Bruxelles promosso da “Platform against isolation” contro la tortura dell’isolamento tenutosi nel mese di dicembre 2007

Buongiorno Compagne/i,
ho ricevuto la vostra lettera circa il VI Simposio Internazionale contro l' Isolamento.
Ho letto con interesse queste notizie. Durante diversi anni ho partecipato alle lotte ed iniziative internazionaliste in sostegno ai prigionieri/e rivoluzionari/e e contro l'isolamento carcerario in particolare.
Ero in Francia all'epoca in cui cominciò la grande lotta contro le carceri speciali (tipo-F) in Turchia, autunno 2000. Militanti francesi e d'altre nazionalità (come noi esiliati d'Italia) ci siamo ritrovati fianco a fianco con i compagni/e di Turchia e Kurdistan nella loro mobilitazione. Avendo compreso rapidamente tutta l'importanza che questa lotta rivestiva. Sia per i popoli direttamente implicati sia internazionalmente e, specialmente nella nostra comune area euro-mediterranea.
Voi siete situati in quanto ponte tra Europa e Medio Oriente e, soprattutto, il vostro è un movimento rivoluzionario di tutto rispetto. La vostra storia e la vostra esperienza sono stati un prezioso riferimento per i nostri movimenti qui, nei paesi imperialisti, dove la situazione è più arretrata da un punto di vista di classe. E la lotta nelle carceri di Turchia rilevava ancor più la necessaria cooperazione tra i nostri movimenti rivoluzionari. Perchè la questione dell'isolamento e delle carceri speciali era già conosciuta qui dove esse furono istituite durante gli anni 70/80 per contrastare l'emergenza della lotta armata rivoluzionaria.
Che adesso, il regime fascista turco s'ispiri al sistema repressivo europeo, è un fatto importante, significativo.
Così come queste due entità-Stato rinserrano i loro legami strategici, altrettanto si deve fare nella cooperazione rivoluzionaria.
Oggi il fronte carcerario ha acquisito ancora un’ulteriore importanza: dallo scatenamento della "guerra infinita ai popoli", nuova fase dell'aggressività imperialistica (che non è altro che il prologo,forma strisciante d'apertura della terza guerra mondiale), l'imperialismo si scatena in tutte le forme di violenza e terrorismo. La prigione ne fa parte: Guantanamo, Bagram, Abu Ghraib, prigioni segrete presso gli stati-vassalli, sequestri e “sparizioni”, la tortura e, fra tutto ciò, la generalizzazione dell'isolamento e di altre forme di "tortura bianca".
Si sa che gli imperialisti utilizzano molto queste ultime - deprivazione estrema, privazione del sonno, stordimento acustico e/o termico, umiliazioni culturali, ecc…- spingendole spesso ai limiti della crudeltà fisica.
L'isolamento, "forma pulita"di tortura, si rivela essere centrale poiché punta innanzitutto alla rottura dei rapporti politico-organizzativi, alla rottura del legame alla classe, alla distruzione della capacità di resistenza.
Anche qui in Italia è ampiamente utilizzato. Per esempio contro il gruppo di militanti comunisti/e arrestati/e in febbraio 2007 (di cui faccio parte). Principalmente militanti impegnati in un processo di costruzione di un Partito Comunista Politico-Militare (Partito armato, che usa anche le armi per la propria azione politica) ma, anche militanti di organismi di massa. Questa operazione repressiva si è trasformata in un momento di scontro più generale. Lo Stato, mobilitando fino agli apparati sindacali periferici, ha dimostrato una grande paura della nostra, pur ben modesta realtà.
Perchè la "democrazia formale" borghese può tollerare persino tensioni sociali molto forti e crisi sociali ma, sicuramente non il fatto che gli oppressi, il proletariato prendano le armi.
Pur modestamente, abbiamo risvegliato questo spettro per i dominanti e questa speranza per gli oppressi.
L'isolamento carcerario deve essere considerato in quanto arma della "guerra infinita" nel suo aspetto di guerra interna specificamente. Arma vile e di distruzione di massa pur essendo applicata in modo mirato ai militanti ed ai ribelli, perché attraverso loro si vuole colpire la possibilità per le masse di dotarsi degli strumenti politico-militari necessari al processo di liberazione.
Ancor più, il dispiegamento di tutta una panoplia repressiva "mondializzata" (prigioni segrete, sequestri, deportazioni, ecc…) richiama da parte nostra maggiori sforzi per un Fronte Antimperialista Internazionale.

L'ISOLAMENTO E' UNA TORTURA, UN'ARMA DI GUERRA DELL'IMPERIALISMO!
CONTRO L'ISOLAMENTO LA SOLIDARIETA' DI CLASSE!

RAFFORZIAMO IL FRONTE DEI POPOLI CONTRO LA GUERRA IMPERIALISTA!
PER LA RIVOLUZIONE PROLETARIA, PER IL COMUNISMO!
Davanzo Alfredo Militante per la Costruzione del PcP-M

Pur se firmato personalmente penso che altri compagni/e imprigionati/e come me firmerebbero volentieri inviandovi i loro calorosi saluti.
In questa occasione indirizzo un saluto particolare ai compagni/e di Turchia e Kurdistan che posso aver conosciuto nel tempo e forse presenti a questo Simposio.

Vi saluto calorosamente Alfredo

parentieamici@libero.it

http://www.autprol.org/