11/01/2008: MOBILITIAMOCI PER I DIRITTI CIVILI E POLITICI DEI DETENUTI DI NUORO E DI TUTTA LA SARDIGNA
• Sovraffollamento,
• precarietà dei servizi igienici,
• interdizione alle strutture ricreative,
• terrore dei detenuti nel rivendicare i loro elementari diritti civili.
La situazione nel carcere di Nuoro è insostenibile e ci obbliga a prendere una ferma posizione politica a riguardo.
I detenuti vivono in regime di sovraffollamento ormai insopportabile. Si è arrivati anche a nove persone per cella. Questo perché la terza sezione era stata chiusa per ristrutturazioni. La recente riapertura della terza sezione ha alleggerito ma non risolto le condizioni di sovraffollamento all’interno del carcere, anche perché non è cessato il flusso di detenuti che continuano ad essere mandati a Badu ‘e Carros.
È inoltre grave che la terza sezione sia stata riaperta senza venire ristrutturata. A parte tre celle infatti le altre sono come o peggio di prima, basti pensare che i W.C. all’interno delle celle non sono delimitati e i detenuti devono dividere gli ambienti con tendaggi e coperte di fortuna.
Il lato rieducativo del carcere si concretizza in una biblioteca perennemente interdetta, centri sportivi e culturali del tutto insufficienti così come sono insufficienti i fondi economici destinati alle attività ricreative e formative. Ciò comporta che molti corsi di formazione non vengono attivati, quindi bisogna denunciare la quasi totale mancanza di socialità e istruzione per i detenuti. Gli stessi colloqui con i familiari sono possibili solo la mattina fino alle 14 e ciò rende le visite piu brevi e assai difficili soprattutto per chi non vive o lavora a Nuoro.
La dentista che lavora in carcere è da sola e viaggia da Cagliari una volta la settimana. Ciò a fronte di una altissima percentuale di detenuti (90% di loro ha bisogno di cure odontoiatriche). Naturalmente una sola dentista non riesce a smaltire tutto il lavoro. Anche l’assistenza psicologica è insufficiente (uno psicologo e uno psichiatra) a fronte di un carcere dove evidentemente prevalgono le ragioni vendicative e securitarie rispetto a quelle terapeutiche ed educative. Vorremmo comunque sottolineare il fatto che non parcheggiare le autoblindo davanti alle grate delle celle seppellendo le persone come topi in trappola, porterebbe maggiori benefici ai detenuti che ravvisano fobie (diffusissima è la claustrofobia!). Sopperire ad una situazione di questo genere è molto difficile, anche perché da mesi ormai il ministero non definisce nulla per una direzione unica ed esclusiva del carcere. Infatti l’attuale direttrice, che dirige anche il carcere di Sassari, affida parte della sua vigilanza e responsabilità agli agenti di custodia, e questa situazione crea un clima di generale insicurezza e diffidenza nella popolozione carceraria. Riteniamo che questo sia un nodo da sciogliere immediatamente.
Recentemente si è letto sui giornali di alcuni miglioramenti come l’apertura di alcuni corsi e il progetto teatrale “Robinhood”. Purtroppo si parla di gocce nel mare perché il carcere di Badu ‘e Carros necessita di un profondo ed immediato cambiamento in cui i detenuti possano e debbano avere voce in capitolo.
Inoltre ci sono altre due situazioni che ci preme sottolineare e che non contribuiscono ad alleggerire la situazione all’interno del carcere: l’imminente estradizione del prigioniero politico comunista Avni Er (in regime di carcere duro EIV) verso le famigerate carceri turche e lo sciopero della fame dei detenuti ergastolani (anch’essi in regime di EIV).
Riteniamo che sia necessario mobilitarsi per i diritti civili e politici di tutti i detenuti di Nuoro, appoggiando anche la lotta degli ergastolani per l’abolizione dell’ergastolo e la lotta generale per l’abolizione del regime carcerario duro EIV e 41 bis, a nostro avviso indegni di una società che vuole essere riconosciuta come civile.
Di seguito le nostre richieste condivise anche dai detenuti e dai loro parenti:
1) Le celle non devono contenere più di 3-4 persone e devono essere decorose
2) Apertura anche pomeridiana dei colloqui, almeno un giorno alla settimana
3) Apertura della biblioteca
4) Potenziamento del reparto igienico-sanitario con particolare attenzione al settore odontoiatrico
5) Corsi di formazione, culturali e attività sportive per tutti senza distinzione e in maniera costante
6) Una ispezione completa all’interno della terza sezione per verificare le mancate ristrutturazioni.
Queste battaglie per i diritti civili dei detenuti del carcere di Badu ‘e Carros si affiancano alla battaglia politica generale di A Manca pro s’Indipendentzia per il rimpatrio dei prigionieri sardi (qualora lo desiderino), per l’abolizione dell’ergastolo, dei regimi carcerari EIV e 41 bis e per la depenalizzazione dei reati minori e contro il patrimonio.
A Manca pro s’Indipendentzia denuncia il numero elevatissimo di carceri nella nostra terra: ce ne sono 13 a fronte di una popolazione di circa un milione e mezzo... Fatti i dovuti rapporti nel Lazio ce ne dovrebbero essere oltre cento!
La Sardigna oltre che terra di occupazione militare è adibita dallo stato italiano a colonia penale, e questo offende la dignità del nostro popolo! La nostra lotta in vista di una società sarda libera e autodeterminata non può prescindere dalla denuncia del ruolo classista e coloniale delle carceri italiane. Noi infatti pensiamo che le galere oggi servano principalmente per reprimere le contraddizioni che lo stesso sistema sociale genera, non crediamo affatto che i proletari siano geneticamente portatori di tendenze delinquenziali e la maggior parte dei detenuti sono proletari o sottoproletari. Questo discorso ha un valore ancora più grande se rapportato alla Sardigna, infatti fra i detenuti sardi c’è la più alta concentrazione di massimo della pena per i reati minori.
Nuoro, 9 Gennaio 2008
A Manca pro s’Indipendentzia
http://www.autprol.org/