20/12/2007: I metalmeccanici di Milano si riprendono le piazze


Il 18 dicembre ’07 è stata un’importante giornata di lotta per i metalmeccanici di Milano.
La trattativa sul contratto dei metalmeccanici, svolta su una piattaforma già debole e criticata da molti operai, mira ad un “muro contro muro” con pericolosi tentennamenti da parte di alcune forze in campo. Le organizzazioni sindacali hanno indetto quindi uno sciopero di 4 ore con manifestazione da Piazza San Babila a Via Pantano, dove si trova la storica sede degli industriali lombardi. In piazza eravamo circa un migliaio, determinati e convinti del fatto che non possiamo accettare alcun arretramento rispetto ad una piattaforma già misera.
Federmeccanica punta i piedi proprio su quegli argomenti che sono stati contrattati (o non appositamente trattati) da Cgil-Cisl-Uil nel famoso protocollo Welfare del 23 luglio 2007.
I Padroni vogliono l’orario flessibile plurisettimanale, e soprattutto vogliono fare uso dei contratti precari (apprendistato compreso) senza nessuna limitazione.
Sul salario, poi, le proposte sono scandalose: 66 euro di aumento che possono arrivare a 100 (al 5° livello) in base alla flessibilità che si è disposti a concedere (più straordinari comandati, giorni di ROL lavorati ecc.)
La loro ipocrisia non conosce limiti: blaterano di sicurezza e poi chiedono di peggiorare proprio ciò che contribuisce a metterla a repentaglio: precarietà e orario di lavoro!!!
Ma la loro arroganza è tale da voler impedire addirittura agli operai di gridare la rabbia davanti alle loro finestre e dispiegano così polizia e carabinieri all’inizio della via, impedendo l’accesso al corteo.
Mentre i lavoratori subiscono migliaia di omicidi in fabbrica e mentre tutti SANNO che il salario mensile non basta più, la risposta alle nostre proteste ancora una volta è: VIOLENZA.
Quando siamo arrivati nei pressi dell’Assolombarda eravamo determinati a DIFENDERE UN NOSTRO DIRITTO: sfilare davanti a coloro che ci sfruttano.
Provocatoriamente ci aspettavano transenne, camionette, poliziotti e carabinieri in assetto antisommossa. Ma gli operai autonomamente e spontaneamente hanno cercato di conquistarsi la piazza. Spostate le transenne siamo arrivati faccia a faccia con i celerini. Abbiamo cercato di passare. Qualcuno cercava di spiegare ai poliziotti il motivo per cui eravamo là. Ma ad un certo punto, di colpo, sono partite le manganellate. Due nasi sanguinanti non hanno però fermato la rabbia, ancora per un po’ si è cercato di spingere, ma l’esitazione delle strutture FIM-FIOM-UILM ha fatto ripiegare il corteo, che ancora gridava “assassini”, “provocatori”, “servi” alle forze del DIS-ordine, sul blocco del traffico dell’incrocio con via Larga.
Condanniamo la gravissima provocazione e l’operato di polizia e carabinieri perchè per noi è un’offesa alla memoria di chi nelle fabbriche ci muore, ma consideriamo molto importante il fatto che gli operai abbiano dato vita autonomamente ad una protesta così determinata.
Denunciamo inoltre l’opera di denigrazione dei giornalisti che rievocano lo spettro del terrorismo per togliere importanza e dignità alla manifestazione di ieri.
Lo sdegno con cui assistiamo a questi beceri tentativi di provocazione e strumentalizzazione può essere espresso con una sola parola: VERGOGNA!
Il movimento dei lavoratori si trova oggi di fronte a una svolta: o siamo in grado a partire da queste esperienze di lotta di sviluppare maggiore autonomia e coinvolgere sempre più lavoratori nelle battaglie, oppure ci troveremo inermi di fronte ad una nuova offensiva dei padroni senza precedenti.

Assemblea dei lavoratori autoconvocati di Sesto San Giovanni

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