20/12/2007: Comunicato delle detenute di Rebibbia


Noi detenute della sezione di Massima Sicurezza di Rebibbia Femm. in Roma, vogliamo aderire alla campagna per l'abolizione dell'ergastolo in quanto pensiamo che un fine pena mai sia persino la negazione più evidente del principio sancito dalla costituzione, per cui le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato.
Ci chiediamo, infatti, come mai quelle stesse forze politiche che hanno sposato la campagna internazionale contro la pena di morte non si indignino di fronte a leggi nazionali che infliggono una vita in galera, quale è l'ergastolo, che presuppone allo stesso modo un'esclusione definitiva dalla società e che quindi, per molti detenuti e loro familiari, rappresenta nient’altro che una morte lenta.
Sappiamo bene che la nostra è una domanda retorica vista la stessa insensibilità che si dimostra di fronte ad un trattamento penitenziario, come il 41bis, che violentemente calpesta non solo il senso di umanità ma anche i diritti più elementari e la dignità umana.
Ci sembra proprio che nei palazzi dove si promuovono leggi non arrivi neanche l'eco delle drammatiche realtà del sistema penitenziario. Così come, per esempio, avvenne quando nell'estate 2006 fu promulgato dal Parlamento l’indulto e fu completamente ignorato quanto detto da chi conosceva sulla propria pelle quella realtà: un gesto di clemenza non era certo la soluzione. A distanza di poco più di un anno si è dimostrato che non era neanche un palliativo: le carceri sono nuovamente sovraffollate... anche di bambini sotto i tre anni!
ALLA FACCIA DELLA DETENZIONE COME ULTIMA RATIO!
E la situazione non può che peggiorare viste le proposte in atto in merito a pacchetti sicurezza che criminalizzano ancor di più le fasce disagiate salvaguardando, come è sempre stato, chi veramente nuoce alla società ben attento però a salvarne sempre il decoro apparente!
Coscienti del fatto che occorrerà far ascoltare la nostra voce ancora ed ancora e che, per fare questo, avremo bisogno di tutte le nostre forze ed energie, abbiamo preferito aggiungere alla forma dello sciopero della fame indetta dai promotori alcune altre che incoraggino la nostra resistenza. Effettueremo quindi una protesta pacifica che inizierà il 1° dicembre che si articolerà inizialmente con 3 gg. di battitura, della durata di 10 min., due volte al giorno alle 9.30 e alle 14.30, alla quale affianchiamo uno sciopero della spesa (incluse le domandine) che si protrarrà per una settimana.
Per l’abolizione dell’ergastolo!
Per l’abolizione del regime 41 bis!
Basta con i bambini nelle galere!

1/12/2007

http://www.autprol.org/