07/12/2007: Condanne ultras, una voce fuori dal coro
Riteniamo scandalosa la sentenza che ha dato decine di anni di carcere (complessivi) ad otto ultras (ma poteva trattarsi di ragazzi che si fanno gli spinelli, o di un lavavetri, o lavoratori, precari disoccupati in lotta,etc.).
Riteniamo scandaloso che alcuni di questi rimangano in carcere, mentre chi ha deliberatamente ammazzato, solo perché ha una divisa, può tranquillamente stare a casa sua e non essere neanche sospeso dal servizio. Riteniamo scandaloso che il Comune di Taranto chieda un milione di euro di risarcimento per danni di immagine: ma qualcuno nell'attuale giunta si è accorto che questa è la città delle centinaia di milioni di euro di "buco"? Che questo "buco" lo stanno pagando i cittadini soprattutto le fasce deboli della società con sangue sudore e lacrime? Ed intanto chi ha provocato questo danno devastante (altro che di immagine) è già noto che non faranno un giorno di carcere, pur avendo messo in ginocchio una città e migliaia di famiglie, perché i reati andranno in prescrizione.
Si è oramai perso il senso della ragione, delle proporzioni, del diritto, della parvenza di democrazia. Che Stato è, ad esempio, quello che permette che grandi e piccole aziende licenzino lavoratori che lottano per i propri elementari diritti, mentre per i 1.400 morti annui sul lavoro non paga praticamente nessuno. Che giustizia è quella che manda migliaia di euro di multa ai lavoratori che questa estate in questa città lottavano per il proprio posto di lavoro mentre chi l'ha provocato si apre gioiellerie senza colpo ferire e si gode i frutti delle proprie ruberie
E' certamente più comodo in questa situazione di impazzimento securitario dare addosso e criminalizzare chi ha comportamenti incompatibili con le logiche di potere, mentre chi ruba legalmente (vedi appalti pubblici) ed illegalmente miliardi, sulla pelle dei cittadini e sullo sfruttamento e la morte dei lavoratori, è un furbo o meglio un imprenditore; chi ammazza in nome del cosidetto ordine costituito (che altri non è se non guerre, fame, disuguaglianza sociale) o è scivolato oppure va comunque giustificato.
Basta quindi con i "mostri" sbattuti in prima pagina e basta con questo sistema che si sta sempre più imbarbarendo: l'unica via è lottare per i propri diritti, per una eguaglianza sociale, per una società giusta. E non saranno certamente le restrizioni repressive che potranno fermare la voglia di cambiare di chi non ci sta a più a veder precarizzata la propria vita, che sono la maggioranza dei cittadini.
1/12/2007
Per Confederazione Cobas (Salvatore Stasi)
Per SlaiCobas per il sindacato di classe(Margherita Calderazzi)
http://www.autprol.org/