07/12/2007: 13 gennaio: assemblea antirazzista a milano


Inoltro a tutti i compagni e strutture che stanno seguito la campagna "via Adda non si cancella" il testo dell'appello elaborato nell'ultima riunione del 2 dicembre che si è svolta presso la cascina Bareggiate occupata, a Milano.
L'iniziativa ha carattere soprattutto cittadino (anche si sta valutando di estendere gli inviti a delegazioni provenienti da altre città, oltre ai compagni di Torino e pavia che hanno seguito tutte le riunioni)pertanto la parte finale può tranquillamente essere sostituita a seconda delle diverse esigenze organizzative territoriali.
La lettera aperta è già stata tradotta in rumeno ed è sicura anche la versione in spagnolo. Si attendono volontari per il francese, l'inglese, l'arabo e chi più ne ha più ne metta (cinese, bengalese, wolof, ecc.ecc.)

Oltre ad avviare una campagna politica che si propone di contrastare l'ondata xenofoba e razzista che si sta sviluppando su scala nazionale, la riunione del 2 dicembre ha discusso la necessità di un'azione collettiva concentrata sul terreno pratico del conflitto e quindi della solidarietà attiva con le lotte reali.
Conseguentemente ha definito alcune misure di autodifesa, a cominciare dalla Cascina Bareggiate occupata.
1) Rispondendo immediatamente alla propaganda leghista che, sfruttando una testata locale, ha cominciato a prendere di mira i rom di Bareggiate affiggendo cartelli che istigano alla solita caccia allo zingaro e all'immigrato-ladro. L'appuntamento per tutti i compagni è già fissato per domani sera [7/12] in cascina (per contatti 333.2845238), in modo da organizzare squadre di attacchinaggio il più nutrite e determinate possibile.
2) Organizzando una festa (prevista per il 23 dicembre) per estendere ulteriormente la solidarietà attiva e autofinanziare alcuni lavori di ristrutturazione della cascina occupata.

Via adda non si cancella

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Lettera aperta ai proletari immigrati e italiani
Siamo un gruppo di antirazzisti di Milano, Torino e Pavia e abbiamo deciso di raccogliere l’appello lanciato da alcune comunità rom milanesi, per contrastare la campagna anti-zingari, anti-romeni e anti-immigrati che il governo Prodi, i partiti del centrodestra e i mass-media stanno portando avanti.
Vogliamo innanzitutto organizzarci per contrastare gli effetti concreti che questa campagna sta già producendo: famiglie rimpatriate, lavoratori (in regola o in nero) licenziati, baraccopoli sgomberate o date alle fiamme, donne e uomini aggrediti da bande fasciste, bambini terrorizzati nelle scuole.
Ma vogliamo anche contrastare i luoghi comuni e i pregiudizi, in base ai quali i Rom, i romeni e gli immigrati in generale, sono considerati soggetti potenzialmente criminali. Siamo di fronte a una evidente manipolazione dell’opinione pubblica che porta ad una vera e propria istigazione all’odio razziale. Un esempio? Quando delitti atroci vengono compiuti da singoli italiani, (vedi il caso di Omar ed Erica a Novi Ligure, oppure la Strage di Erba dei coniugi Romano, o ancora gli omicidi commessi solo qualche settimana fa a Guidonia da un tiratore scelto dell’esercito italiano), si parla di individualità impazzite, o di singoli mostri. Quando invece un crimine è commesso da un immigrato (come nel caso dell’omicidio di Giovanna Reggiani), allora la colpa diventa collettiva, di nazionalità, di razza.

Ai lavoratori italiani diciamo che il razzismo è un’arma nelle mani dei padroni. Infatti è proprio grazie alle leggi sull’immigrazione che i vari governi hanno varato negli ultimi 20 anni, con cui si è legato il permesso di soggiorno a un contratto di lavoro che si è permesso, alla “razza” padrona di disporre di manodopera ricattabilissima, da utilizzare a proprio piacimento, da far lavorare in nero con paghe da fame (un operaio clandestino a Milano “guadagna” 3 € l’ora per 13-14 ore al giorno, ed è successo molte volte che chi ha avuto il coraggio di denunciare questa condizione è stati espulso proprio perché clandestino).

Ai lavoratori immigrati diciamo che è ora di organizzarsi per difendersi dalla campagna razzista in atto, senza avere aspettative verso le istituzioni, e soprattutto di contrastare il tentativo di questo governo che (in continuità con quello Berlusconi) vuole dividere i lavoratori immigrati per nazionalità, etnie, religioni... Dividere per indebolire e controllare meglio.
Sappiamo quanto pesa la ricattabilità sulla capacità di difendersi, soprattutto quando questa si accompagna alla solitudine e al clima di sospetto, per non dire di peggio, che si diffonde anche tra i lavoratori italiani. Ma non c’è altra strada che affrontare la paura e rompere l’isolamento, cercando tutte le strade possibili per un’azione comune di lotta coi lavoratori italiani, per la difesa delle condizioni di vita e di lavoro di tutti, impedendo alla propaganda delle istituzioni di dividerci

In poche parole: non cadiamo nella trappola del razzismo e troviamo insieme, lavoratori italiani e immigrati, la via d’uscita dal degrado, dall’emarginazione, dalla povertà crescente. Solo unendo le forze in una grande mobilitazione di massa potremo contrastare efficacemente la precarietà, i salari da fame, la progressiva negazione di tutti i diritti fondamentali.
Nella prospettiva di realizzare una manifestazione antirazzista unitaria ai primi di febbraio proponiamo a tutte le comunità degli immigrati, agli antirazzisti, alle organizzazioni dei lavoratori, ai collettivi studenteschi, a tutte le realtà di lotta di costruire e partecipare ad un’assemblea cittadina per domenica 13 gennaio (luogo e orario ancora da definire) in cui discutere e decidere obiettivi e forme di lotta adeguate

Per contatti e adesioni all’iniziativa: viaaddanonsicancella@altervista.org

viaaddanonsicancella@altervista.org

http://www.autprol.org/