05/12/2007: Milano - Altre iniziative in città sabato 1 dic
In solidarietà con lo sciopero della fame di più di 700 ergastolani e più di 4000 tra parenti, amici, solidali e altri detenuti, sabato 1 dicembre a Milano abbiamo organizzato un volantinaggio in piazza mercanti, ci siamo poi spostati in darsena con un impianto di amplificazione e un attacchinaggio, quindi a San Vittore a salutare i detenuti.
Le iniziative si sono svolte in tranquillià, data l'assenza degli spioni provocatori.
Significativa la presenza sotto il carcere, dove siamo riusciti a comunicare con i ragazzi dentro.
Questo il testo di uno dei volantini distribuiti:
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SOLO MACERIE
Cent’anni fa andare sulla luna era un’utopia... ed io ora sono convinto che il carcere non è necessario, il carcere non è la medicina, il carcere è il male e pure il carcere migliore è sempre un luogo di ingiustizia e sofferenza.
Carmelo Musumeci, dal carcere di Spoleto 18/11/07
Oggi 1° dicembre in numerose carceri di tutta Italia, ha inizio uno sciopero della fame promosso da più di 700 ergastolani (fra i quali qualcuno ha scelto di protrarre la protesta fino alla morte), e da più di 7000 persone tra detenuti comuni, familiari e solidali, per ottenere l’abolizione dell’ergastolo.
Da ricordare é la portata storica di quest'evento, la prima volta in Italia in maniera così diffusa.
Per raccontare le idee che ci muovono a solidarizzare con la lotta degli ergastolani riportiamo un dialogo fra due ragazzi, come noi, come tanti, che si incontrano proprio in questa piazza…
Z.: Ciao M., come te la passi, tutto ok?
M.: Si tutto sommato bene, anche se Milano è proprio triste.
Z.: Già, ma a proposito hai visto quegli striscioni? Ne sai qualcosa? Che c’entrano gli ergastolani con questa piazza?
M.: Ah, si, ho letto qualcosa al riguardo; oggi ha inizio uno sciopero della fame ad oltranza di molti prigionieri e familiari per l’abolizione dell’ergastolo in Italia.
Z.: Bella forza e cosa vogliono in cambio una riduzione della pena, oppure ancora meglio una vacanza nei caraibi???
M.: Non essere sciocco, prova a pensarci un attimo, l’argomento merita molta più attenzione: la classe politica italiana e soprattutto gli intellettualoidi di sinistra si vantano di essere tra i maggiori sostenitori della moratoria internazionale contro la pena di morte… mentre qui in Italia esiste un istituto come l’ergastolo, una pena di morte prolungata nel tempo, ancora più aberrante, pensa: fine pena mai!!! I politicanti italiani tirano a lucido la loro facciata umanitaria, senza però ricordarsi degli scheletri nei loro armadi…
Z.: Ok, ci può anche stare, ma mi sembra una considerazione un poco idealistica rispetto alla realtà in cui viviamo, no?
M.: No non credo, anzi è vero il contrario. Si tratta semplicemente di sforzarsi a chiamare le cose con il loro nome per accorgersi di come la tanto sbandierata democrazia italiana non sia altro che un parafulmine ideologico, sotto al quale si nascondono dei latenti soprusi. Chiamare le cose con il loro nome: l’ergastolo è una pena di morte, il carcere non serve per recuperare individui ma per annientarli, i metodi polizieschi non sono rimedi necessari ma sopraffazioni. Così tutto il carrozzone perde il suo collante di ipocrisia, rivelandosi totalmente l’opposto di ciò che dice di essere: democratico, egualitario e giusto.
Z.: Chiamare le cose con il loro nome, non male… io ho comunque dei dubbi, non puoi negare che ci sia criminalità, le città sono diventate invivibili, la gente vuole vivere serena!!!
M.: Si, il problema di fondo lo capisco, niente da dire. Anche qui però ho una visione diversa: sono anni ormai che sentiamo sempre la solita solfa delle condanne più severe, della certezza della pena, delle leggi speciali, ecc. e per noi nei quartieri cosa è cambiato? Nulla, anzi, la città è sempre più invivibile… su questo siamo tutti d’accordo. I giornali e le tv dicono che la città è invivibile perché ci sono gli immigrati clandestini, la criminalità, lo spaccio. Io ho fatto una prova: per una settimana non ho gurdato la tv e non ho sfogliato nessun giornale, semplicemente me ne sono andato in giro a piedi.
Z.: ...e cosa hai notato?
M.: Ho notato che si, la città è veramente invivibile, non per la mancanza di sicurezza, ma perché mi devo alzare la mattina per andare a farmi sfruttare in un lavoro di call-center precario vendendo prodotti di cui non me ne frega niente per pochi euro al giorno, ed uscendo attraverso una città violentata dalle speculazioni dei veri criminali di Milano, mentre per divertirmi un po’ devo spendere metà dello stipendio perché ormai ci sono solo locali “In” dove un mucchio di decerebrati autocelebrano la loro immagine vuota, e se mi voglio bere qualcosa lontano dai locali, immancabile, si presenta la volante: documenti!
Z.: se la vedi così, cosa hai intenzione di fare?
M.: Ovviamente non ho una ricetta segreta in tasca, certamente non voglio più giocare il ruolo del burattino riempito di odio verso chi bene o male sta sulla mia stessa barca, ma cercherò di essere più possibile complice e solidale con loro. Vedi Z. io credo che ogni individuo, anche solo per la sua presenza, sia implicitamente messo davanti ad una scelta: o si sceglie il silenzio, oppure agisce per sottrarsi a questo squallido esistente.
Z.: Certo che le tue idee sono strambe, ma molto affascinanti, ora però ti devo lasciare, spero di rivederti presto.
M.: Ciao Z. alla prossima, stai pur sicuro che ci sarà una prossima!!
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nemici dell'arredo urbano
Lun, 03/12/2007 – 16:23
fonte http://lombardia.indymedia.org
http://www.autprol.org/