27/11/2007: LETTERA APERTA AI FAMILIARI DEI PRIGIONIERI DI OPERA


Il 1° dicembre inizierà uno sciopero della fame per l'abolizione dell'ergastolo. Aderiscono, al momento, 737 prigionieri condannati all'ergastolo (sul totale di 1230 circa) assieme a oltre 7700 prigionieri non-ergastolani, ai familiari e ai simpatizzanti. Alcuni porteranno avanti lo sciopero a tempo indeterminato, fino alla morte se dovesse occorrere, altri a rotazione settimanale.

Sabato 17 e 18 novembre a Napoli si è svolta un'assemblea a cui hanno preso parte diversi collettivi, fra i quali il nostro.
Le compagne e i compagni presenti hanno deciso di sostenere la lotta annunciata dai prigionieri, innanzi tutto per la sua caratteristica di essere nata direttamente all'interno delle galere. Siamo consapevoli del fatto che se questa battaglia non sarà capace di sviluppare dentro e fuori una propria autonomia inevitabilmente cadrà preda del recupero della politica istituzionale, che ne approfitta per ripulire la propria facciata democratica. Esempio ne è la proposta di taluni ministri e parlamentari, della sostituzione dell'ergastolo con la "certezza" di un fine pena stimato in 28 anni.
Proprio per non concedere campo libero a chi vorrebbe speculare sulla vita stessa dei prigionieri, ci sembra importante fare emergere come la mobilitazione dei prigionieri, data la sua consistenza numerica, il suo carattere auto-organizzato, l'adesione attiva di prigionieri non condannati all'ergastolo e di diversi familiari, rompa con la logica disgregante perseguita dalla legge Gozzini con la premialità.
Tale legge, in primo luogo, cerca, mediante molteplici forme di ricatto, di affermare un rapporto individualizzato dei prigionieri con l'istituzione e di determinare la rottura di ogni solidarietà dentro le carceri e con l'esterno.

Inoltre, la stessa scelta di alcuni prigionieri di proseguire, se necessario, lo sciopero della fame fino alla morte, mette a nudo l'ipocrisia dello stato e delle sue istituzioni. Queste, da una parte, si auto-celebrano paladine dei "diritti umani", promuovendo una mistificante moratoria internazionale contro la pena di morte, mentre, dall'altra, avallano con l'ergastolo e la condanna che dovrebbe sostituirlo, la criminalizzazione persino dei lavavetri, confermano la recidiva la quale di per sé è un ergastolo bianco per gli aumenti delle condanne che determina, impongono isolamento unito a infinite angherie con regimi quali il 41bis che sono soltanto pene di morte dilatate nel tempo.
Nelle carceri tutti i giorni vengono uccisi dei prigionieri, come conferma il massacro mortale compiuto poche settimane fa dalle guardie del carcere di Perugia contro Aldo Bianzino. Le carceri, inoltre, rimangono più che mai luoghi di tortura fisica e psicologica che, al pari dei Centri di Permanenza Temporanea (dove vengono rinchiuse le persone immigrate senza permesso di soggiorno) e degli ospedali psichiatrici giudiziari e non, gettano prigionieri e pazienti nella disperazione, alimentando così il "suicidio".

Ci prefiggiamo sin da subito di contribuire a far uscire dal silenzio la lotta che sta per iniziare, di farla conoscere a lavoratrici e lavoratori, a studenti e di dar voce ai prigionieri in sciopero della fame, allo scopo di estenderla e rafforzarla. La lotta naturalmente non sarà né semplice né breve, dovrà perciò essere sostenuta da iniziative per la cui scelta e riuscita il contributo dei prigionieri e dei loro familiari è essenziale. Socializziamo i punti di vista sull'avvio di questa lotta per riuscire a portarla avanti, al fine di estendere la solidarietà nei suoi confronti, per ampliare le sue forme d'espressione.

Milano, 24/11/2007
olga2005@autistici.org
Per scrivere: Casella Postale 10241 intestata alla associazione “Ampi Orizzonti” – 20110 Milano

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