19/11/2007: Cosa succede in città... Comunicato dell'Assemblea Antifascista Permanente di Genova sulla mobilitazione del 17 novembre
Come Assemblea Antifascista Permanente di Genova abbiamo deciso di partecipare alla manifestazione di sabato 17 novembre con un proprio spezzone autonomo, senza aderire a nessun appello e senza produrne uno nostro.
Vorremmo però stimolare un poco la riflessione non solo sulla manifestazione ma anche su cosa sta succedendo a Genova in questo periodo.
Sorvoliamo sulle legittime critiche che si possono fare rispetto alla modalità, alla tempistica e alla scarsa considerazione per il confronto con cui questa data è stata scelta, limiti “strutturali” di una parte del ceto politico di movimento, che nella nostra piccola esperienza di organismo assembleare di intervento locale cerchiamo di superare attraverso l'orizzontalità e la crescita collettiva all'interno dei processi di organizzazione di classe.
Ci sembra poi che il dibattito che si è sviluppato successivamente qui a Genova abbia più che altro rimosso i potenziali punti di discussione/attrito fondamentalmente tra le forze politiche che sono nell'attuale maggioranza governativa e coloro che considerano le politiche dell'attuale esecutivo in perfetta continuità con quelle dell'esecutivo precedente.
Ci è parso inoltre che una scadenza di lotta importante come lo sciopero generale del 9 novembre, che ha visto una significativa presenza di piazza anche a Genova, sia stato abbondantemente sottovalutato come momento per far vivere le ragioni della nostra opposizione alle richieste di pena dei PM Canepa e Canciani, e per dare il senso di una lotta comune necessaria che coniughi la lotta alla globalizzazione neo-liberista, la lotta del movimento dei lavoratori e la lotta contro la repressione.
Ci preme ricordare che non mancano i motivi per coniugare un fatto macroscopico come la repressione durante il luglio 2001, e tutti i suoi seguiti giudiziari, con la quotidiana opera di criminalizzazione delle lotte sociali nell'ultimo anno. A Genova nel giro di pochi mesi sono arrivate tra denunce e avvisi di garanzia una trentina di comunicazioni giudiziarie che hanno soprattutto riguardato partecipanti all'Assemblea per iniziative che hanno avuto un certo peso politico per la città: i blocchi di aprile sul lungomare Canepa dopo l'ennessimo infortunio mortale in porto, una manifestazione contro un corteo di forza nuova e l'allontanamento di alcuni fascisti durante un presidio in un quartiere popolare.
Genova è poi un laboratorio sociale per l'amministrazione del centro sinistra che sembra andare a braccetto con l'estrema destra per ciò che riguarda il tentativo di mettere uno contro l'altro proletari “genovesi” e proletari immigrati nei quartieri più popolari, in un continuo gioco al rilancio in cui il razzismo istituzionale fatto di espulsione di immigrati si completa con le ronde di quartiere iniziate dalla Lega Nord a Sampierdarena.
Pensiamo che questo terreno, disertato quasi completamente nel dibattito sulla manifestazione, deve trovare una modalità di cooperazione concreta tra compagni di esperienze diverse per incominciare a dare un argine al quel mostro a due teste che ha una testa con il sorriso cinico della Vincenzi ed una con la smorfia padana di Bossi.
A Genova, come altrove, ci sembra prioritario cercare di inceppare questa macchina da guerra che fomenta la guerra tra poveri e cerca di annichilire i tentativi di organizzazione dei proletari “italiani” con quelli “immigrati”, che sono una buona parte della classe operaia genovese e una buona parte dei giovani dei quartieri popolari. Questi giovani, tra l'altro, come studenti, si battono contro le fatiscenti condizioni delle strutture scolastiche, la disciplina carceraria delle scuole e il loro essere sempre più aziende con il compito di sfornare soggetti docili rasseganti ad una vita da precari.
Detto questo ci sentiamo assolutamente solidali con i compagni e le compagne imputate, rivendichiamo le pratiche di opposizione e di liberazione espresse a Genova nel 2001 e le profonde ragioni che tuttora ci spingono a lottare e contribuiremo alle iniziative che si svilupperanno anche oltre il 17 novembre in vista delle sentenze.
Considerato che a Genova siamo in piazza ogni volta che c'è una iniziativa che ci permettere di rapportarci con porzioni di classe significative ed esperienze politiche con cui possiamo confrontarci, saremo di nuovo in strada il 17.
Certamente non gradiremmo che alcune forze politiche istituzionali e/o sindacati concertativi, completino l'infame operato degli apparati dello stato che cercano sempre più di limitare i nostri spazi di agibilità politica intimidendo direttamente i compagni e le esperienze con cui cerchiamo di cooperare...
Diffidiamo perciò chiunque a criminalizzare preventivamente la nostra presenza, instaurando un clima da delirio securitario nei nostri confronti come nel riguardo tutti i compagni che decideranno di scendere in piazza insieme a noi.
Sia detto a livello di aneddoto, ma quattro funzionari della polizia politica di Genova si sono presentati la mattina prima dello sciopero del 9 novembre presso la sede della CUB/RDB per rendere informare della nostra pericolosità il personale sindacale di questa organizzazione e della nostra volontà di dare vita a “mostruose” azioni (parlavano dell'occupazione dell'aereoporto di Genova!) per il giorno successivo...
Speriamo in futuro di avere insieme al più gran numero di persone possibili queste capacità se e quando ritenessimo opportuna questo tipo di azione magari per bloccare l'ingranaggio delle espulsioni, per dare man forte al popolo di Vicenza che si oppone alla costruzione della base militare USA, per impedire l'ennesima colata di cemento in mare mascherata da “fondamentale opera di pubblica utilità” o per unirci ad una possibile vertenza dei lavoratori aereo-portuali...
Insomma c'è sempre un buon motivo occupare un aereo-porto.
Ci rammarica il fatto che a volte persino i nostri sogni non sono all'altezza delle paure del nostro nemico di classe.
Diamo appuntamento alle ore 14.00 di sabato 17 novembre a Piazza Commenda, per andare poi al concentramento della manifestazione, dietro lo striscione: “Luglio 2001 – novembre 2007: governo dei padroni, polizia assassina!”
http://www.autprol.org/