11/11/2007: Lettera dal carcere di Perugia


Abbiamo ricevuto questa lettera di Michele Fabiani un compagno anarchico arrestato 10 giorni fa a Spoleto con l'ormai collaudata accusa di associazione sovversiva, che desidera venga fatta girare il più possibile.
Siccome la lettera è stata scritta con caratteri eccessivamente piccoli ed alcune parole risultano incomprensibili, abbiamo messo dei puntini di sospensione per le parole che non siamo riusciti a comprendere. Il senso del discorso rimane comunque abbastanza chiaro per cui abbiamo deciso di metterla comunque in circolazione.

Alcuni compagni viterbesi

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Sono michele Fabiani, detto mek come direbbero i giudici eh eh eh. Vorrei che questo scritto girasse il più possibile, non so ancora se dovrò fotocopiarlo o se dovrò ricopiarlo a mano per cercare di mandarlo il più possibile in giro. Dalla seconda media mi chiamano mek perché per spirito di contraddizione tifavo la Maclaren [...]
Ho appena scoperto che di sfortune ne ho avute di 2 in 2, la macchina di Agnelli e Montezemolo vince i mondiali e io finisco in galera. Martedi 23 ottobre, 5 brutti uomini dell'arma dei carabinieri (2 erano così brutti che si sono messi il passamontagna) irrompevano in casa mia e la mettevano completamente sottosopra e mi arrestavano con il fascistissimo articolo 270bis (scritto dal ministro Rocco per la [...] di Mussolini). I reatia ssociativi come l'art. 270 bis e 270 permettono di arrestare qualcuno non per ciò che ha fatto ma per come la pensa, perchè fa parte di qualche fantomatica associazione che lo stato decide di non tollerare. Basti pensare che uno di noi 5 rinchiusi in isolamento giudiziario da quasi 2 giorni e da oggi in e.i.v. è accusato solo di aver fatto una scritta su un muro. Ci pensate? Tre volanti dei carabinieri [...], i mitra. I Ros [...] dell'elicottero, le telecamere, il carcere, l'isolamento, l'e.i.v. per una scritta su un muro.
Sono poi stato portato alla caserma dei carabinieri di spoleto e poi a quella di perugia, infine a carcere. Il primo momento [...] comico della [...] è stato il trasferimento tra la caserma di Perugia e il carcere: il "bravo" agente che guidava la macchina, terrorizzato dal fatto che gli stavano dicendo che da un momento all'altro i miei compagni avrebbero attaccato il mezzo e mi avrebbero liberato (o forse semplicemente rincoglionito dal mio continuo chiacchierare) si è sbagliato strada e ha fatto il giro 2 volte della stazione ferroviaria.
In carcere mi stanno trattando bene, non mi hanno mai toccato, in titti i sensi (neanche per gli spostamenti). La cella è molto sporca, c'è un tremendo [...] al muro con un armadietto inchiodato ed un letto inchiodato per terra ed alla parete. Oggi è [...] e abbiamo anche la tv. Resta il divieto di comunicare tra noi che è la cosa peggiore. Ho visto le immagini del tgr [...] che eravate fuori durante gli interrogatori eravate tanti! Sono stato tanto felice, purtroppo da dentro non vi abbiamo sentito. Ho risposto alle domande non perchè io riconosca qualche valore alla magistratura, ma per il semplice motivo che nelle motivazioni del nostro arresto c'erano scritte talmente tante stronzate che ho ritenuto importante contraddirle subito, pur senza essermi mai consultato con gli avvocati, per la corretta esposizione dei fatti, per la libertà di tutti noi. Talmente tante erano le falsità, le contraddizioni, gli errori grossolani del pm che era di importanza strategica distruggerle immediatamente. Nessuno tema o si rallegri: io ero, sono e resto un PRIGIONIERO RIVOLUZIONARIO. Lo ero un prigioniero ed un rivoluzionario anche prima di martedi: siamo tutti prigionieri, tutti i giorni. Quando ci alziamo la mattina per andare a lavorare, quando, quando passiamo i migliori anni della nosta vita sprecati su una macchina, quando facciamo spesa, quando non possiamo farlo perchè non abbiamo i soldi, quando li buttiamo via i soldi per delle cazzate (vestiti, aperitivi, sigarette non c'è differenza) quando guardiamo la tv che ci fa il lavaggio del cervello, che cerca di terrorizzarci con morti, omicidi, rapine (quando in 15 anni gli omicidi sono diminuiti del 70%) così che poi possiamo chiedere più telecamere, più sbirri, più carceri, pene sicure, quando se c'è un assassino a questo mondo è quello che in catena lo sfruttato alle sue condizioni. Io non ho mai detto sono un uomo libero, in pochi possono dirlo senza presunzioni. Se io fossi un uomo libero, andrei tutti i giorni sulla cima del monte [...] in estate con le mucche e le pecore e in inverno con la neve, e dopo aver raggiunto faticosamente le cime andare a nord ovest, la valle [...] nello spoletino come si diceva una volta, fuori a nord est lo [...] e il vettore quasi sempre liscio dietro e poi via verso est tutti gli appennini che cominciano da lì, fino a sud dove ci sono quelle meravigliose foreste. E forse ripensandoci neanche lì sarei davvero libero.
Perchè la valle [...] è piena di cave, di capannoni, di fabbriche, di mostri che devono essere combattuti. Ma mancano gli eroi oggi mentre di mostri ce ne sono anche troppi. Quindi io non sono un uomo libero, il dominio non è organizzato per prevedere uomini liberi, però sono un rivoluzionario, un prigioniero rivoluzionario. Proprio perchè io sono un rivoluzionario che mi hanno "formalizzato" la loro carcerazione martedì. Lo sapevo già di essere un prigioniero, prima che un giudice me lo dicesse. Certo questa prigione è diversa da quella fuori. Qui vedi tutti i giorni, in maniera limpida, simbolica e allo stesso tempo materiale quali sono i rapporti di forza del dominio; dove c'è chiaramente e distintamente l'uomo con i suoi sogni, i suoi amori, il suo lottare e il sistema, le sbarre, le catene, le telecamere, le guardie: potremmo dire ironicamente che da un punto di vista filosofico qui le cose son più semplici: il sistema cerca di annientare l'individuo, l'individuo cerca di resistere. Ovviamente l'uomo qui sta peggio [...]. Dopo qualche giorno la gabbia te la trovi intorno alla testa, è come se avessero costruito un'altra piccola gabbietta precisa precisa intorno alla tua testa. Con il cervello che ragiona ma non ha gli oggetti su cui ragionare, con la voglia incontenibile di parlare e non c'è nessuno, di correre e non c'è spazio, quando mi affaccio alla finestra vedo un altro carcere con altre sbarre, non si vede un filo d'erba, una collina (neanche durante l'aria che faccio in una stanza più grande). Fuori dalla tua gabbia c'è un altra gabbia. La mia paura è che queste [...] mi rimangano anche quando esca [...] la lotta per non [...] diventerà il fine della mia vita. Nel carcere "formale" l'uomo combatte contro se stesso, mentre nel mondo fuori il rivoluzionario deve combattere una guerra contro entità oggettive. La mia paura è che ci si dimentichi di questi 2 livelli di scontro, che anche quando uscirò ci sarà questa gabbia intorno alla mia testa che mi [...] e mi dice di non prendere a calci la porta della cella e di mettermi ad urlare. Non solo l'uomo [...] il mondo, ma in galera l'uomo [...] anche se stesso: come distruggiamo la montagna, così qui distruggiamo la nostra mente: il rapporto è tutto mentale qui. E' di questo che voglio liberarmi, voglio uscire e continuare ad avere una capacitàdi [...] oggettivo della realtà. Qui questa capacità rischio di perderla.
Mentre fuori innaffiando un seme e facendo crescere una pianta si ha un'interazione fisica con il mondo qui la cosa è tutta psicologica. Lo scontro è fisico solo ad un primo livello, con i muri che non mi fanno uscire, ma in realtà la guerra è anche con i nostri fantasmi. I muri sono troppo materiali per essere reali. Sbagliano i marxisti quando riconducono tutto alla materia. La realtà è una sintesi in cui l'uomo colloca se stesso tra il mondo e le sue idee. In galera purtroppo questa sintesi è pericolosamente, troppo incentrata sulla mente.
Ai compagni che scrivono che non trovano parole dico di togliere queste bende che ne abbiamo troppo bisogno. Scriveteci a tutti e 5. Vorrei che qualcuno dicesse a Miko che le mando un bacio.

Mek un anarchico in cattività 26/10/07

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