06/11/2007: Torino - Sui Rom e la xenofobia dilagante


Nonostante gli allarmi lanciati in questi mesi dai movimenti, dalle associazioni più sensibili, dagli stessi Rom, la situazione in Italia sta rapidamente degenerando con episodi sempre più aperti di xenofobia.
L'incendio del campo di via Vistrorio a Torino, circa un mese fa, oltre ad analoghi episodi accaduti un po' ovunque nella penisola, avevano in qualche modo dato l'allarme sul peggioramento della situazione: gettare delle bottiglie molotov in piena notte contro un campo, rischiando che qualcuno ci rimetta la pelle, magari qualche bambino, che di certo non può ritenersi responsabile di nulla, rappresenta l'avvisaglia dello sviluppo di una violenza cieca, che indistintamente vuole colpire le persone nemmeno più in reazione a qualche sgarbo (un furto subito, un litigio che trascende) ma per la semplice appartenenza ad un gruppo etnico.
Il campo bruciato era abitato perlopiù da persone che avevano un lavoro, che mandavano i figli a scuola, che nel quartiere ci passavano solo per andare a riempire le taniche di acqua alla fontana, impensabile dunque che proprio su quelle persone, praticamente inoffensive si sfogasse la rabbia. Eppure è successo. L'assalto a suon di molotov è maturato in un clima di tensione provocato ad arte dai media, clima che ha dato in qualche modo la stura a ronde e giustizieri che cominciano a sentirsi legittimati a commettere qualunque offesa, nei confronti di qualsiasi rumeno.
Eclatante l'episodio di Roma, fatto rimbalzare sulle cronache dei giornali una volta che si è scoperto che la vittima era italiana. Eh si, perchè le prime uscite di agenzia, che davano come ritrovato il corpo di una donna rumena non avevano la stessa enfasi che è poi montata quando si è scoperto che la vittima era italiana, e che un rumeno era il colpevole dell'aggressione.
Se fosse stato episodio di cronaca con protagonisti italiani, non avremmo potuto assistere all'orrore delle dichiarazioni che hanno seguito l'esplosione mediatica della faccenda. Non avremmo ascoltato un governo capace di promettere agli italiani l'espulsione di romeni per il solo fatto di essere della stessa nazionalità dell'assassino, non avremmo assistito alle belle immagini delle ruspe che distruggono un intero campo, e cacciano famiglie la cui unica responsabilità nella vicenda è quella di essere vicini di casa del colpevole.
Un infame teatrino mediatico, montato ad arte per riempire notiziari e vendere notizie, per una classe politica che si sta avvitando in un gioco pericoloso, che alimenta derive xenofobe e razziste per amplificare insicurezze e paure nella gente. Finchè appare scontato e persino ovvio che si riesca ad avere un palcoscenico mediatico persino quando si annunciano ronde e assalti. Forza Nuova non ha avuto vergogna di dichiararlo apertamente. Dei balordi a Roma hanno già iniziato, colpendo a bastonate e coltellate tre romeni a caso fuori da un supermercato. A Torino il prefetto Sottile ha già eseguito due espulsioni.
Un lavoro in parallelo, le ronde in strada e le espulsioni decise a palazzo.
Se poi si ha voglia di scorrere bene e fino in fondo gli articoli che trionfalmente raccontano dei primi espulsi, si scopre che questi malcapitati hanno si precedenti penali, ma per reati tutto sommato modesti. Non sono certo i mostri sbandierati dai giornali, ma degli sfortunati presi in mezzo e scelti un po' a casaccio dalla questura. Persone che sicuramente non rappresentano una minaccia per la nazione, forte del corpo di polizia più numeroso d'Europa per presenza pro-capite di sbirri per cittadino, né si possono ritenere responsabili del malessere sociale e del sentimento di insicurezza generale, piuttosto delle pedine da spostare, degli individui offerti sull'altare del sacrificio per soddisfare le voglie di qualche ministro assetato di “provvedimenti esemplari”, perchè i giornali trionfalmente annuncino con titoli a 9 colonne articoli entusiasti che plaudono all'efficacia delle manovre repressive.
Che il nuovo decreto legge passi o meno, che vengano esaudite o no le richieste di Fini che sui giornali chiede 200-250 mila espulsioni (una vera e propria deportazione di massa!), che il governo si limiti, come è più facile pensare, a qualche espulsione per farsi pubblicità, il risultato di un lavoro così capillare di istigazione all'odio etnico non cambia.
C'è gente che comincia a bruciare i campi, che si organizza per pestare a bastonate “lo straniero”, gente che si sente impunita, appoggiata e giustificata a prendere il randello in mano da un'opinione pubblica ormai ubriacata a dovere di menzogne.
Una volta erano gli ebrei, gli omosessuali e gli zingari, ad essere deportati ed uccisi nella germania hitleriana e nella fascistissima italia, e tutto è iniziato così come accade oggi, con i proclami del palazzo e le ronde fasciste. Poi si è visto come è andata a finire.
Se oggi tocca ai rumeni, domani sarà la volta di qualche altro gruppo etnico preso di mira, finchè con gli stessi metodi sarà facile poi allargare il raggio di azione e sopprimere, con la legge e col bastone tutti coloro che, con la loro disturbante presenza, mettono in discussione la dorata favola del benessere.

Lun, 05/11/2007 – 08:39
http://www.informa-azione.info/torino_sui_rom_e_la_xenofobia_dilagante

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