02/11/2007: CONTRO IL PROTOCOLLO del 23/7 E LA FINANZIARIA PER L’AUTORGANIZZAZIONE


Il protocollo del 23 luglio firmato da CGIL-CISL-UIL-UGL e GOVERNO (che sarà inserito nella finanziaria in discussione in Parlamento) è stato accolto con entusiasmo dal capo degli industriali, Montezemolo.
Questo accordo di luglio peggiora ulteriormente le condizioni di lavoratrici e lavoratori, attivi e pensionati, coerentemente con tutta la politica del governo (vedi guerra, devastazione ambientale, caccia all’immigrato etc.).
Il sindacati confederali, per poter dire che l’accordo non è stata una stangata imposta dall’alto, ma un accordo voluto dai lavoratori, hanno indetto un REFERENDUM-TRUFFA, una consultazione dei lavoratrici e lavoratori che è stata completamente falsata a monte, con un risultato che era scontato a priori. Oggi i firmatari propagandano (in coro) la falsità che i lavoratori nel complesso si sono pronunciati e hanno responsabilmente accettato l’accordo. Ma la realtà è ben diversa:
A) il Protocollo era già stato firmato preventivamente con governo, ed era intoccabile: i confederali non avevano mai avuto dai lavoratori alcun mandato a trattare, e il risultato, voluto da tutti, è un peggioramento delle nostre condizioni di vita e lavoro, e un ennesimo favore al padronato;
B) anche i risultati falsati evidenziano il fatto (scomodo per i sindacati di regime) che i settori più coscienti e protagonisti delle lotte, Mirafiori, Atesia, Melfi, Zanussi, Ferrari, Fiat Pomigliano e tanti altri hanno detto NO al protocollo, e indicano la possibilità di costruire un percorso di lotta.
Oggi non possiamo e non vogliamo rassegnarci e chinare la testa.
Contro il protocollo e contro il Governo c’è lo sciopero generale del 9 novembre, proclamato dall’insieme del sindacalismo di base. Se questo sciopero non è ancora una risposta sufficiente esso è comunque una prima risposta, un punto da cui ripartire. Questo protocollo è un passaggio fondamentale nel quadro di una politica di attacco alle lavoratrici ed ai lavoratori; una politica portata avanti da anni – dai Governi di ogni colore – che si manifesta nelle leggi sul mercato del lavoro (Treu e legge 30), nei rinnovi dei contratti sempre più al ribasso, e in mille altre forme. Chiunque si dichiari contrario al Protocollo e a questa politica (a cominciare da FIOM, dalla Rete 28 aprile di Cremaschi, e da Lavoro e Società, componenti della CGIL) deve dimostrare di essere conseguente, passando dalle parole ai fatti: allo sciopero e alla lotta.
Restare alle parole è indice di una oggettiva corresponsabilità con queste politiche e di questo fatto dovrebbero prendere atto tutti. Se vogliamo ricostruire una capacità di difesa serve anzitutto chiarezza. Questo quadro conferma una volta di più la necessità che le lavoratrici e i lavoratori si diano forme di autorganizzazione nella consapevolezza che non possiamo affidare a nessuno la rappresentanza dei nostri interessi. Possiamo ricostruire la nostra difesa solo se ci organizziamo nei posti di lavoro e sul territorio superando le divisioni presenti tra la base dei lavoratori. L’indipendenza delle lavoratrici e dei lavoratori dagli interessi di padroni governi e sindacati firmatari del protocollo è una conquista da realizzare per liberarci anche di chi, giocando il ruolo di opposizione di sua maestà, cerca di confondere la classe lavoratrice. Così come è necessario che l’iniziativa non si esaurisca nello sciopero del 9 novembre ma si protragga in una lotta generale per il salario e contro la precarietà.

Per questo noi, appartenenti ad alcune realtà di lavoro (Atesia, ACI Informatica, Sogei, Pubblico Impiego etc.) e territoriali, ci siamo coordinati in un’Assemblea Romana Autoconvocata aperta a tutti quei lavoratori e quelle strutture che intendono opporsi alle politiche del Governo per contribuire a ricostruire una opposizione reale all’offensiva padronale.
Per dare continuità alle iniziative di lotta bisogna connettere lo sciopero di oggi con le lotte reali in atto e/o da costruire per questo indichiamo un nuovo momento di confronto ed una iniziativa di mobilitazione.

ASSEMBLEA il 14 novembre alle ore 18.30 a via Passino, 20
(metro B – fermata “Garbatella” – vicino il Palladium)

La lotta delle lavoratrici e dei lavoratori di Atesia continua e incontra sulla sua strada anche le aule dei tribunali.

Il prossimo 22 novembre si terrà una nuova udienza del processo contro Atesia per il licenziamento di tre membri del Collettivo PrecariAtesia licenziati il 22 luglio del 2005 per aver organizzato una assemblea all’interno dell’azienda.
Pertanto è convocato un
PRESIDIO GIOVEDI 22/11/2007 DALLE ORE 10
TRIBUNALE DEL LAVORO DI ROMA (viale Giulio Cesare, 57)

Assemblea romana Autoconvocata contro il protocollo Damiano e contro la Finanziaria

claro@claronet.it, precariatesia@yahoo.it, info@viaefeso.org, rsu.autorganizzati@informatica.aci.it

http://www.autprol.org/