02/11/2007: Da una lettera dal carcere di Siano (CZ)


Cari compagni e care compagne,
chi vi scrive sono i detenuti della sezione EIV del carcere di Siano (CZ) per informarvi che a causa chiusura per declassificazione dell’istitutuo di Palmi (RC) il 30 settembre 2007 siamo stati trasferiti in questa struttura che a loro dire è a norma con le loro leggi.
Purtroppo fin dal primo istante del nostro ingresso abbiamo riscontrato come di norma non c’è proprio niente. Anzi, di male in peggio.
Siamo chiusi in cella 20 ore al giorno senza alcuna possibilità di impegnare il tempo in qualcosa di costruttivo. Le condizioni igienico-sanitarie risultano precarie anche dopo 17 giorni dal nostro ingresso, basti pensare che il cambio lenzuola avviene forse ogni 20 giorni. Non sono state disinfestate le doccie, né le celle. La sezione era chiusa da sei mesi, quindi si può immaginare in quali condizioni era, ed è stata lavata la prima volta dopo 15 giorni dal nostro arrivo.
Il vitto dell’amministrazione è sprovvisto di carrello termico e il compagno addetto alla distribuzione è costretto a fare 4 piani a piedi per portare il vitto a mano in sezione, con tutte le conseguenze che ne derivano: possibilità di cadere dalle scale, stanchezza e quindi sosta per le scale durante la risalita e conseguente vitto appoggiato per terra per riprendere fiato. Le condizioni delle scale ve le lasciamo immaginare, ad oggi non sono state ancora lavate. Scarafaggi che pernottano in cella con noi, topi che sono arrivati al terzo piano, e fra poco raggiungeranno il quarto. Ascensori funzionanti ma per motivi riservati non possono essere utilizzati per il trasporto del vitto. Esiste un unico carrello che viene usato per il vitto, per le spese e per la spazzatura. Dovremmo essere in celle singole e invece metà di noi sono in compagnia, anche chi è condannato all’ergastolo definitivo e per legge ha l’isolamento notturno.
Esiste un locale socialità. Misura 9 m quadri ed ha le finestre sigillate, siamo in 20 persone a doverne usufruire e la fruizione è alternativa all’area passeggio, quindi chi va in salotto è chiuso 22 ore al giorno.
Finestre sigillate, totalmente nell’illegalità e alcuni compagni già si sono sentiti male. L’interruttore della luce è ancora all’esterno della cella, modello anni 70, fuorilegge anche nel medioevo con conseguenti torture notturne causa accensione accidentale della luce, e diurne nel dover chiedere ogni volta l’accensione all’agente preposto.
Chi scende all’aria non viene visitato dal medico, chi ha continuo bisogno del dottore è costretto a non scendere mai all’aria. L’infermiere distribuisce le terapie anche alle 23.00 costringendoci ad attenderlo anche fino a quell’ora. Non sono consentite le scarpe, l’orologio, l’accappatoio con cappuccio, lettore cd, computer neanche per chi ha intrapreso studi scolastici. Fino oggi non esiste diaologo con la direzione, né volontà di risolvere almeno solo in parte le problematiche sopraesposte [...].
Salutiamo sempre con forza e pronti alla lotta.

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