01/11/2007: Lettera dal carcere di Palermo


Cari compagni di sventura,
Ho avuto la fortuna di dare un’occhiata alla vostra rivista (o dovrei dire manifesto) grazie ad un altro prigioniero politico per procura (algerino come me).
Vorrei affrontare il problema da un punto di vista diverso da quello dei miei predecessori. Io ho una posizione dissacrante.
Perché un sistema che mette in galera dei sempliciotti con delle false accuse è un sistema debole che volge alla sua fine, insomma è alla frutta. Che razza di processi sono ove i giudici non osano guardarti negli occhi quando ti danno la condanna?
Per decenni ci hanno voluto inculcare che leggi speciali, organismi speciali, e giurisdizioni speciali sono peculiarità dei regimi totalitari. Poi assistiamo ad un rispolvero di vecchie leggi fasciste (270 quinquies) e pubblici ministeri del bel paese che si sono fumati come uno spinello la giurisdizione del loro paese e vogliono indagare e processare persone protagonisti su un terreno di guerra (Iraq e Afghanistan), dove il loro datore di lavoro alias USA aveva dichiarato guerra 7 anni fa.
Forse qualche giurista confonde Mazari Sharif con Mazara del Vallo o il Naziristan con S. Giuseppe Iato.
Confesso che non ho paura di crepare nel mio paese, dopo lo schifo che ho vissuto in questi ultimi anni “democratici” da queste parti. Ho giurato a me stesso di non chiedere mai l’asilo politico a un regime che appoggia e sostiene i regimi dittatoriali nei nostri paesi, che dice di essere pacifico ma che ha combattuto 11 guerre in 100 anni, che è il settimo venditore di armi al mondo, di avere l’ottava spesa militare al mondo, (29,9 miliardi) molto di più di quella dell’Iran che taccia d’essere bellicoso.
In sostanza non mi risulta che l’Italia chieda il certificato di buona condotta prima di vendere le sue micidiali armi in giro. E non mi risulta che chieda il plebiscito prima di andare in giro a guerreggiare. Morale: la guerra ha poco a che fare con la democrazia. Al contrario la guerra è antidemocratica perché permette al concentrazione dei poteri in poche mani.
Vi racconto qualcosa di divertente ai limiti del burlesco.
Dopo un processso che durò la bellezza di dieci anni (1995-2005) approfittando dell’atmosfera dell’11 settembre fui condannato. Dopo la sentenza di cassazione decisi con fairplay di costituirmi (a dire il vero ero contento per la fine di questa soap opera giudiziaria). Andato alla caserma dei carabinieri di Stradella (PV) mi hanno cacciato via "devi consegnarti alla caserma vicino casa tua" mi dicono.
Appena uscito fuori, sulla strada di ritorno vengo arrestato. Era proprio una bella simulazione.
Fui portato indietro da una volante per convalidare il fermo. Ho saputo dopo che la sera sono andati a casa mia per effettuare una perquisizione in cerca di armi. Vi immaginate una nuova perquisizione a fine processo dopo dieci anni? È chiaro chè l’intento era qiello di terrorizzare i miei piccoli figli e contribuire ad alimentare il mercato della paura che la polizia politica aveva creato per sostenere la guerra in giro per il mondo.
Ci sono riusciti perché i miei figli pensano che i poliziotti sono tutti delinquenti con la divisa. La legge può essere giusta, può essere sbagliata, severa o permissiva, ma mai deve essere meschina e manipolata perché la meschinità la ammazza. Per questo dico che questi dinosauri non hanno futuro.
Hasta la victoria

Palermo 10 ottobre 2007
Bendebka L’Hadi

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