26/10/2007: Intervista a Maher Altaher del FPLP
D: Qual'è la posizione del FPLP sulla conferenza convocata da Bush in USA il prossimo 26 novembre?
R: Crediamo che la vera motivazione di questa conferenza sia la crisi seria della politica usa in Iraq, Afghanistan, Libano e Palestina. Usa e Israele cercano di aggirare la legalità e il diritto internazionale, mi riferisco alle risoluzioni delle Nazioni Unite riguardanti la questione Palestinese che vorrebbero essere sostituite da Bush con la lettera di garanzia consegnata a Sharon 4 anni fa. Le garanzie di Bush sono: 1, no al diritto del ritorno dei profughi palestinesi alle loro case in Palestina, 2, no al ritiro Israeliano da Gerusalemme, 3, no allo smantellamento delle colonie israeliane in Cis giordania, 4, no al ritiro fino ai confini del 4 giugno/1967, ribadendo che i palestinesi devono accettare il dato di fatto e non si può tornare indietro.
Inoltre, Olmert ha dichiarato che ci vorranno 20-30 anni per le trattative che porteranno allo status finale, quindi siamo davanti ad una conferenza a misura delle esigenze Americane ed Israeliane che essenzialmente vogliono la normalizzazione dei rapporti dei paesi Arabi con Israele senza che quest'ultimo offra qualcosa in cambio per la pace. Pretenderanno nuovi concessioni da parte dei palestinesi soprattutto in questa situazione difficile e complicata, alimentando lo scontro inter-palestinese e cercando di creare un nuovo stato di fatto in Palestina e sfrutteranno le divisioni dei paesi Arabi e il silenzio della comunità internazionale. Quindi, noi del PFLP chiediamo ad Abu Mazen e a tutti i paesi arabi invitati all'incontro di pubblica relazione, di non partecipare perché Usa e Israele non riconoscono i diritti elementari del nostro popolo; invitiamo tutti i palestinesi in Palestina, nei territori occupati e in diaspora alla mobilitazione contro questa conferenza.
D: Come sapete, il presedente dell'ANP e il primo ministro israeliano si incontrano regolarmente e amichevolmente, non temete che stiano preparando un nuovo accordo si chiamerà Oslo modello 2007?
R: Credo che dietro agli incontri pubblici tra Abbas e Olmert, ci siano trattative segrete per stilare un nuovo documento comune Israelo-Palestinese che verrà presentato alla conferenza come ha chiesto Bush stesso. Noi siamo convinti che sarà un accordo peggiore di Oslo del 1993, le cui conseguenze stiamo ancora pagando.
D: Ultimamente notiamo aspre polemiche tra FPLP e Hamas, come spiegate l'attacco di Hamas nei confronti dei dirigenti del FPLP a Gaza?
R: Senza dubbio Hamas ha commesso un torto nei confronti del movimento nazionale Palestinese. Senz'altro concordiamo politicamente con Hamas su molte questioni però, e parallelamente a questo, sono nate delle discordie tra noi e loro quando questi ultimi hanno deciso per una soluzione militare a Gaza. Noi nel FPLP abbiamo detto con molta chiarezza e continuiamo a ribadire il rifiuto e la condanna della violenza armata per risolvere le discordie interne alla società palestinese. Ciò che è accaduto è molto grave e ha dato un colpo molto doloroso alla nostra lotta, permettendo le ingerenze straniere e la separazione tra Gaza e Cisgiordania. Questa è la principale causa di discordia con Hamas.
Dall'altra parte abbiamo rifiutato e condannato tutti i decreti del presedente dell'ANP, come impedire la resistenza all'occupazione, la formazione un governo di crisi e la richiesta ai gruppi armati in Cisgiordania occupata di deporre le armi.
La nostra posizione come FPLP di fronte a questa situazione è di instaurare un dialogo tra tutte le forze politiche che compongono il panorama palestinese.
D: Come si può spiegare una questione incomprensibile come quella che il presedente dell'ANP, Abbas, incontri e dialoghi con Israele che occupa la Palestina massacrando i Palestinesi tutti i giorni e rifiuti in modo assoluto di incontrarsi con Hamas con il pretesto che sono golpisti contro la legittimità Palestinese?
R: La politica di rifiutare il dialogo interpalestinese va respinto; è una politica dannosa e non possiamo comprenderla, la strada maestra da seguire è intraprendere il dialogo e applicare gli accordi del Cairo, dove l'OLP rappresenta il cappello politico di tutti.
Vedi oggi lo stato d'Israele si trova in una posizione molto comoda davanti alle divisioni palestinesi e non abbiamo alternative se non il dialogo nazionale totale. Per quanto riguarda le trattative fra Abbas e gli israeliani noi non le capiamo e le rifiutiamo. Ad Hamas vogliamo ribadire quello che abbiamo detto dopo gli avvenimenti di Gaza, di tornare sui propri passi e lasciare le postazioni conquistate con le armi perchè pensiamo che questo passaggio faciliti la pacificazione a Gaza .
D: Israele minaccia di invadere Gaza, pensi che attuerà questa svolta criminale?
R: Non possiamo escludere un'invasione in molte zone di Gaza. Israele tutti i giorni aggredisce il nostro popolo sia a Gaza che in Cisgiordania e dobbiamo stare molto vigili e attenti ai piani israeliani che mirano a liquidare la nostra causa, l'attacco generalizzato a Gaza può avere come obiettivo quello di obbligare i palestinesi a fare altre concessioni.
D: Pensate di intraprendere iniziative per trattare bilateralmente con i leader di Hamas che si trovano a Damasco?
R: Noi nel Fronte ci incontriamo con tutte le fazioni palestinesi in diaspora ed in patria, per trovare una via d'uscita alla situazione attuale e per l'unità del nostro popolo.
D: Pensate che lo stato ebraico aggredirà la Siria?
R: La Siria è un paese Arabo che resiste di fronte alle pressioni americane ed israeliane e l'ultima aggressione israeliana contro la Siria va inserita nel quadro di pressione per obbligarla a cambiare posizione. Questo vale anche per L'Iran e tutti quelli che si oppongono alle politiche americane ed israeliane in Medioriente.
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