25/10/2007: Due morti al c.p.t. di Modena. La vera faccia della “questione sicurezza”


Nella notte tra domenica 14 e lunedi 15 ottobre è morto un ragazzo tunisino detenuto nel centro di permanenza temporanea di Modena (c.p.t.): si sarebbe tolto la vita impiccandosi ad una brandina alta non più di 50cm. Dopo non più di 48 ore viene trovato impiccato alla maniglia della porta(!!) in un locale adiacente il cortile un altro ragazzo maghrebino, pare venticinquenne, del quale non si conoscono le generalità, che si trovava al c.p.t. dal 10 ottobre scorso.
A seguito di questi fatti, misteriosi e comunque inaccettabili, sono scoppiate due rivolte di detenuti e detenute che protestavano per le condizioni di invivibilità a cui sono costretti (al di là della reclusione...) e che hanno avuto come conseguenza il trasferimento ai c.p.t. di Bologna, Torino e Roma di 27 tra detenuti e detenute ritenuti/e responsabili della rivolta.
I tragici avvenimenti dei giorni scorsi sono i primi due casi di “suicidio” da quando esistono i c.p.t. in italia: è quantomeno singolare che una notizia di questo peso sia stata divulgata solo da organi di informazione locali e non sia diventata subito un caso nazionale come succede quando un immigrato usa violenza contro un/a italiano/a.
E' altresì strano, per tornare a questioni più tecniche, che a 48 ore dal primo “suicidio” nella storia dei c.p.t., un altro ragazzo, sotto gli attenti occhi delle telecamere, riesca ad impiccarsi in uno dei locali interni senza attrarre minimamente l'attenzione nei tutori dell'ordine. I DUE RAGAZZI SONO STATI UCCISI!
Che questo sia avvenuto con la modalità del suicidio dovuto alle condizioni di detenzione a cui sono sottoposti gli “ospiti”, come vengono definiti i detenuti, o sia stata un'azione di chi lavora all'interno della struttura ancora non è emerso, comunque a uccidere è ancora una volta lo Stato.
Durante il recente presidio davanti al “carcere per extracomunitari” è stato controllato un bidone della spazzatura e ciò che ne è emerso sono decine di scatole e flaconi usati di valium ed altri psicofarmaci, evidentemente somministrati copiosamente ai detenuti, e chissà quali altre aberrazioni della natura umana avvengono tra quelle mura, dove gli enti che ne hanno la gestione (a Modena la “Misericordia” con presidente il boia cattolico Daniele Giovanardi) hanno la più assoluta carta bianca, sicuri di non incappare nei controlli esterni a cui sono sottoposte altre strutture riconosciute come detentive.

In questa società l'immigrato/l'immigrata assolve, suo malgrado, svariate funzioni.
Da un lato rappresenta, e lo sanno bene tanti imprenditori italiani, forza lavoro a basso costo dalle capacità contrattuali pressoché nulle, dall'altro diventa lo sfogatoio delle paure del “cittadino medio”, che vede in esso la principale minaccia alla propria incolumità ed alla proprietà, giustificando un maggiore impiego delle forze dell'ordine che aumenta sia la repressione degli immigrati che il controllo sociale, ai danni di chiunque si trovi a vivere una situazione di non ricchezza.
Gli individui che vengono definiti “immigrati” provengono spesso da paesi che hanno subito una dominazione coloniale militare/economica da parte di stati europei quali Francia, Inghilterra, Olanda ed anche Italia durante il delirio coloniale fascista, ed è anche sulla predazione di risorse da questi che l'europa ha fondato il proprio boom economico. Sembra abbastanza logico che le popolazioni vessate dagli stati occidentali ora vengano a riprendersi parte di ciò di cui sono state derubate...
I c.p.t. sono il monumento al razzismo di Stato.
Chiudiamoli tutti e subito!

un compagno anarchico, Modena

http://www.autprol.org/