25/10/2007: Cagliari: sit-in di solidarietà con i reclusi nelle carceri
La situazione di chi viene imprigionato non è mai stata delle più semplici. Già il solo fatto che un individuo sia spinto a commettere un reato dovrebbe far riflettere i suoi simili sulla sua condizione di prigioniero dell’ignoranza, del bisogno o di falsi ideali. Il bisogno che porta a rubare per sopravvivere; l’ignoranza che spinge a ricercare in paradisi artificiali una felicità impossibile senza una reale rivoluzione del mondo; i falsi ideali che esortano a sopraffare gli altri con qualunque mezzo pur di ottenere il “successo” o, almeno, i suoi simboli esteriori. Di questo nessuno si preoccupa. Delle cause che spingono l’individuo a delinquere oramai non si parla più. Sono argomenti, questi, relegati nei libri di Storia del diritto.
La realtà ci vuole oramai assorbiti in una vita dove la violenza e la vendetta non hanno più una dimensione soggettiva ma sono visti come un qualcosa di estraneo da noi stessi: violenza e vendetta appartengono a quell’entità astratta che è lo Stato. Ma lo Stato non è esattamente così: è fatto di uomini in carne ed ossa come tutti gli altri e come tutti gli altri essi badano innanzitutto alla loro sopravvivenza. Che non può essere confusa certo con la sopravvivenza di chi ruba per mangiare o di chi entra illegalmente nel nostro territorio per sfuggire a morte certa nel suo paese d’origine. Ciò che questi individui difendono non è la propria vita ma il proprio privilegio, i propri agi costruiti sulla libertà di schiacciare le vite di tutti gli altri. Così il carcere diventa strumento politico di difesa dello status quo. Diventa lo strumento utilizzato per punire i ribelli, coloro che non accettano che una parte minoritaria della società si appropri di tutti i benefici che il vivere sociale comporta, lasciando alla maggior parte le briciole, necessarie solo per riprodurre le forze, per affrontare il giorno seguente. Così se per sbaglio capita che qualcuno di questi “cani da recipiente” finisca nelle mani dell’Istituzione Penitenzieria, ecco che spuntano incompatibilità salutari o condizioni ospedaliere a garantire la minima permanenza possibile nelle patrie galere che, si sa, sono alquanto malsane (ma solo per chi ha vissuto sempre negli agi e nell’ozio). Questo non succede mai a tutti gli altri che, anzi, spesso e volentieri vengono imprigionati senza aver commesso alcun reato o solo perché senza documenti di cittadinanza. Oppure perché sono guidati dalla volontà di cambiare la società che tale situazione ha determinato e quotidianamente riproduce ad esclusivo vantaggio delle classi dominanti e delle élites più ricche di questo nostro povero pianeta.
Tale voglia ci spinge a denunciare sempre gli abusi, a smascherare le prepotenze, ad attaccare l’arbitrio. Per questo compagni come Ivano, Paolo e Antonella sono stati richiusi in galere che di civile ed umano hanno solo la parvenza (come del resto denunciato dai loro stessi carcerieri...).
Per questo Avni Er e Zeynep Kilic sono stati imprigionati dalla democratica Italia per essersi opposti allo stato fascista turco ed Avni rischia di essere consegnato mediante estradizione ai suoi torturatori ed assassini.
Per questo Ivano, Paolo e tanti altri compagni e compagne sono ancora rinchiusi.
Per questo ed altri motivi ancora migliaia di persone soffrono ingiustamente le “pene accessorie” della detenzione che mai nessun Codice riporterà scritte: il freddo e l’umidità d’inverno, la sete e l’afa soffocante d’estate, il sopruso e la sopraffazione tutto l’anno. A questo si aggiungano le sofferenze di coloro che, innocenti, vedono i loro cari una volta a settimana per un’ora o giù di lì in spazi affollati come autobus nell’ora di punta. Una settimana sì, una settimana forse. Dipende dall’umore del Direttore di turno...
Per tutto questo e per tutto il resto invitiamo quanti, compagne, compagni, democratici e umanitari, ai sit-in di solidarietà e protesta che si terranno il giorno 29 Ottobre 2007 davanti al carcere di Badu’e Carros di Nuoro a partire dalle ore 19 e il giorno 03 Novembre 2007 davanti al carcere Buoncammino di Cagliari a partire dalle ore 16.00.
E sigo sempre gai, e mai mi rendo;
e cando bat bisonzu mi difendo.
Comitato permanente contro la repressione Nuoro
lasolidarietaeunarma@libero.it
http://www.autprol.org/