21/10/2007: L'ALLEANZA DI POLIZIA, MAGISTRATURA E PADRONE CONTRO GLI OPERAI


Il 16 ottobre 2007 alle prime ore del mattino agenti della Digos hanno perquisito le abitazioni di due operai della SATA di Melfi, Donantonio Auria e Michele Passannante, di un operaio dell’indotto, Vincenzo Miranda e l’abitazione di Tonino Innocenti, ex operaio SATA, licenziato per rappresaglia antisindacale, e hanno loro comunicato di essere indagati per reati connessi agli articoli 270 bis e 272 del codice penale, cioè associazione sovversiva e apologia del terrorismo, reati entrambi che hanno a che fare con la pratica e la teoria della violenza.
Noi conosciamo Auria e Innocenti e sappiamo che le loro lotte sono sempre state fatte alla luce del sole e, per quanto riguarda la violenza, l’hanno subita costantemente dal padrone FIAT, che li ha costretti a consumarsi per otto al giorno tutti i giorni per far fare la bella vita ai dirigenti e agli azionisti FIAT.
L’unica accusa che può essere loro mossa è che rispetto alla schiavitù del lavoro in fabbrica hanno cercato sempre di difendersi, insieme agli altri operai con l’arma dello sciopero. Hanno costantemente cercato di organizzarsi insieme ai propri compagni per migliorare le condizioni di vita e di lavoro degli operai di Melfi e, più in generale, per costruire una società in cui non ci sia più la schiavitù salariale e gli uomini siano uguali. Innocenti per la sua lotta aperta e leale contro il padrone FIAT è stato anche licenziato.
Il procedimento contro Auria e Innocenti dimostra che in questa società gli uomini non solo non sono uguali per condizione economica, perché chi lavora vive con poco più di mille euro al mese e chi non ha mai fatto un’ora di lavoro manuale, vive nel lusso e nel privilegio, ma non sono nemmeno uguali di fronte alla “legge”, che è l’unica uguaglianza che prevede, sulla carta, la società dei ricchi. Infatti, Bossi può minacciare di prendere il fucile contro “Roma ladrona” e rimane senatore della Repubblica a più di 15.000 euro al mese senza che succeda niente, continuando a godersi i suoi privilegi.
Gli operai, invece, debbono solo sgobbare e stare zitti, devono accontentarsi delle briciole che il padrone concede loro, se si ribellano alle regole della schiavitù salariale e chiedono troppo insistentemente miglioramenti alla loro condizione di lavoro vengono puniti, fino al licenziamento. Se poi sono operai che “pensano” e si battono con le loro idee per una società dove non deve esistere lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo, diventano pericolosi “sovversivi”, addirittura possono essere accusati di “terrorismo”.
Noi non conosciamo gli altri operai coinvolti, ma non abbiamo problemi a esprimere loro la nostra solidarietà perché possiamo immaginare che le accuse nei loro confronti sono della stessa inconsistenza di quelle mosse ad Auria e Innocenti.
La SATA ha subito “sospeso” Auria e Passannante non facendoli entrare nello stabilimento già il giorno dopo l’intervento della magistratura, dimostrando un tempismo perfetto, troppo perfetto. Per gli operai le regole del “garantismo”, di cui si sciacquano la bocca i benpensanti di tutte le risme, evidentemente non valgono. Il parlamento è pieno di indagati e condannati, ma per un operaio basta essere indagato per essere subito condannato dal padrone al licenziamento. Eppure, proprio la Fiat ha avuto per anni ben altro atteggiamento verso il suo amministratore delegato, Cesare Romiti, che non è stato solo indagato, bensì condannato in via definitiva per falso in bilancio. Non solo la Fiat nulla ha fatto nei suoi confronti, né durante l’inchiesta, né dopo la condanna, ma, quando, anni dopo, è andato in pensione, gli ha dato una liquidazione da favola. Questo spiega bene la vera natura del “vincolo fiduciario posto a base del rapporto di lavoro”, che, secondo la Fiat si sarebbe spezzato nei confronti di Auria e Passannante a causa dell’indagine della procura di Potenza, al punto da spingere l’azienda ad un provvedimento di sospensione, anticamera nei fatti del licenziamento senza preavviso.
Nelle fabbriche tira una brutta aria. Dappertutto assistiamo ad un aumento della repressione degli operai combattivi. L’intero padronato, sotto l’ala protettrice del governo del buon Prodi, vuole azzerare l’opposizione in fabbrica. Ora siamo arrivati al punto che gli operai combattivi, che sostengono le proprie idee e difendono i propri diritti alla luce del sole, vengono anche accusati di terrorismo.
E’ una montatura che avrà vita breve ma, che per uno che fa l’operaio per vivere, pesa.
Stare senza salario, anche per poco tempo, per chi è costretto a vendere le proprie braccia per sfamare se stesso e la propria famiglia, diventa un sacrificio insopportabile. La FIAT lo sa. La sua filosofia è: colpirne uno per educarne cento e, questa si, è pratica terroristica.
Il solito Vito Fernando Rosa, segretario dell’ormai praticamente sparita organizzazione “Alternativa sindacale”, da cui espulse a suo tempo Donato e Tonino insieme ad un altro gruppo di operai che di fatto l’avevano costituita, non ha perso l’occasione per manifestare ancora una volta il suo odio piccolo borghese e la sua mentalità forcaiola nei confronti di due operai combattivi e onesti come Donato e Tonino. Li ha attaccati sulla stampa, complici giornalisti evidentemente compiaciuti del fatto che due operai siano indagati dalla magistratura per simili reati, e con documenti pubblici, accusandoli ancora una volta di tradimento e di svendita al soldo della FIAT, incurante del fatto che le sue calunnie sono clamorosamente smentite dalle iniziative dell’azienda che ha subito approfittato dell’indagine della magistratura per sospendere Donato. Ma si sa che chi vuole diffondere falsità non può prestare attenzione alcuna alla semplice verità dei fatti.
Questo personaggio aveva avuto l’occasione di sparire in silenzio dopo la sconfitta di Alternativa Sindacale alle elezioni della SATA di Melfi, invece fa di tutto per essere ricordato dagli operai come uno dei loro più acerrimi nemici. Se non fosse per il suo completo fallimento sia sul terreno politico che sindacale, ci sarebbe da preoccuparsi.

AsLO Sezione di Napoli

frficiar@hotmail.com

http://www.autprol.org/