18/10/2007: Comunicato della RETE BIELLESE SPRIGIONIAMODIRITTI


Come già successo in passato, l’arrivo di nuovi responsabili della polizia penitenziaria, coincide con il succedersi di “strani avvenimenti” che, come sempre, portano effetti negativi nella vita di tutti i detenuti.
Il dettato costituzionale e l’ordinamento penitenziario recitano “le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato”; l’art. 18 della legge 354 aggiunge “Particolare favore viene accordato ai colloqui con i familiari”.

Le recenti disposizioni decise dai responsabili del Carcere di Biella sembrano andare esattamente nella direzione opposta.
Una circolare comunicata sabato 6 ottobre stabilisce il nuovo calendario per i colloqui con questa motivazione:
“Allo scopo di migliorare e ottimizzare il servizio colloqui tra detenuti e i loro familiari... i colloqui saranno a rotazione allo scopo di consentire a tutti la fruizione delle 3 giornate dei colloqui”.
Le belle parole sono una cosa, la realtà dei fatti un’altra. Migliorare e ottimizzare per chi? Non certo per i detenuti e i loro familiari che passano da una situazione in cui i giorni per il colloquio erano due (il venerdì e il sabato) a quella in cui c’è un giorno solo, stabilito dal carcere. Un solo sabato al mese, quando si è fortunati due, per gli altri colloqui viene stabilito un giorno feriale, giorno di lavoro, visto che i familiari non sono benestanti che possono vivere di rendita, non un giorno fisso, a volte il martedì, a volte il giovedì, talvolta il venerdì, in modo che diventa impossibile organizzarsi minimamente.
Tenendo conto che tra i familiari dei detenuti è sicuramente alta la percentuale dei lavoratori precari la tanto decantata ottimizzazione si risolve nel concreto impedimento a poter fruire delle sei ore di colloquio spettanti al mese.
Chi ha una famiglia da mantenere non può certo permettersi di chiedere permessi settimanali con il rischio di perdere il lavoro.
A chi chiedeva conto di questa situazione è stato detto che era per favorire i colloqui con i bambini, dato che è stata allestita un’area all’aperto, area peraltro non ancora in funzione e siamo a metà ottobre. Quando pensano di fare i colloqui all’aperto, a dicembre o gennaio? Forse aspettano che scenda la neve.
Vorremmo far notare che, normalmente, di martedì e giovedì i bambini vanno a scuola e non ci sembra molto educativo dover scegliere tra perdere il giorno di scuola o perdere il colloquio.
Se “particolare favore viene accordato ai colloqui con i familiari” qualcuno ci deve spiegare come si accordi questa norma di legge con il fatto che persone che già hanno scontato molti anni di carcere vengano mandate a centinaia di chilometri dai propri familiari: mandare uno di Bergamo a Sulmona e uno di Milano a Catanzaro non ci pare sia un favorire i colloqui.
La mancanza di personale più volte invocata per giustificare gli ultimi provvedimenti non deve ricadere sui detenuti e sui loro familiari, questi provvedimenti ci sembrano solo inutilmente afflittivi e in linea con la moda forcaiola del momento, quella di sparare a zero sulla legge Gozzini.
Certo è che le affermazioni di principio della direzione del carcere sulla volontà di aprire il carcere di Biella alle istituzioni e alla società civile (non ci stanno forse assordando in questo periodo che è la famiglia la principale cellula della società?) vengono ripetutamente contraddette e smentite nei fatti.
Rete Biellese Sprigioniamodiritti

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