03/10/2007: Finanziaria 2008: una Legge all’insegna della guerra e della “sicurezza”
Il Ministro Parisi è uscito sorridente dal summit notturno che ha fatto quadrare il cerchio di una Legge Finanziaria in stretta continuità con la precedente.
Soddisfazione più che legittima: le risorse destinate alla guerra ed alle industrie belliche tricolori sono maggiori di quelle previste negli accordi scritti nella finanziaria 2007.
Il risultato però è al di sotto delle aspettative di alcuni esponenti del Governo Prodi e soprattutto di Finmeccanica.
Roberta Pinotti, esponente dell’Ulivo e Presidente della Commissione Difesa di Montecitorio chiede di “salvare il progetto di Nuovo Modello di Difesa”, per il quale si prevede la formazione di 190.000 uomini pronti alla “proiezione rapida” nei territori esteri di “interesse nazionale” (Eurasia, Medio Oriente, Nord Africa).
Il Sottosegretario alla Difesa Lorenzo Forcieri - tristemente noto per aver recentemente sottoscritto accordi militari bilaterali Italia/USA – è invece preoccupato per possibili tagli al programma del caccia da combattimento europeo Eurofighter
Infine, ma non certo per ultimi, gli strali del Direttore generale di Finmeccanica Giorgio Zappano, preoccupato per una possibile mancanza di fondi per investimenti e partecipazioni alle gare internazionali. Voce più autorevole e pesante quella di Zappa, dato che la mega azienda a partecipazione statale, trasformatasi in un colosso dell’industria delle armi a livello internazionale, ha firmato negli ultimi due anni contratti miliardari ai quattro angoli della terra, dagli Stati Uniti alla Turchia, dall’India alla Cina.
Probabilmente questo lavoro di “lobbing” servirà a migliorare ulteriormente il gettito dell’erario a favore della Difesa.
La Finanziaria 2008 deve essere ancora definita nei minimi particolari...
Altro Ministero premiato a suon di milioni di euro è quello dell’Interno.
Per il 2008 saranno stanziati 500 milioni di euro in più per la “sicurezza”. Verranno i incrementate di 7/8.000 unità le varie forze dell’ordine, ammodernato il parco macchine ed aumentati gli stipendi di carabinieri, poliziotti, guardie di finanza e penitenziarie. Così, oltre ad essere utilizzate per addestrare le polizie delle neocolonie sulla base delle tecniche utilizzate a Genova nel 2001, siamo sicuri che neppure un lavavetri o un Rom sfuggirà dalle grinfie di Amato e dei Sindaci di centro sinistra.
Assistiamo quindi ad un consolidato orientamento bellicista e securitario del governo Prodi, che anche per il 2008 sposta il baricentro delle entrate e delle uscite a favore delle imprese, come dimostrato dalla riduzione di IRES ed IRAP, concedendo invece vergognosi “bonus” da 150 euro agli oltre 12 milioni di cittadini impoveriti dai processi di precarizzazione, dal sistematico smantellamento dello Stato sociale e dei diritti del mondo del lavoro.
Non sta a noi analizzare e rispondere alle politiche economiche dell’attuale esecutivo. Di questo si occuperà lo sciopero generale e generalizzato indetto dal sindacalismo di base per il prossimo 9 novembre. Nostro compito è invece quello di denunciare la costante militarizzazione della cosiddetta “azienda Italia”.
Il placet della cosiddetta “sinistra di governo” alla Finanziaria 2008 oramai non sconcerta più nessuno. In 19 mesi di governo Prodi tutti hanno capito il ruolo ritagliato dai poteri forti per questa rappresentanza politica “radicale”.
Dopo la sonora sconfitta di piazza del 9 giugno, la nascente “cosa rossa” tenta ora di recuperare terreno con improbabili mobilitazioni per “sostenere il programma originario di governo”, lasciando però clamorosamente fuori dalle piattaforme il tema della guerra, centrale non solo per questioni politiche generali - attinenti all’etica ed alla coerenza di un ceto politico che ha voltato le spalle al movimento pacifista - ma per questioni squisitamente economiche, dato che la spesa militare e securitaria condiziona e modifica sempre di più la spesa complessiva dello Stato e le politiche del governo, distogliendo immense risorse dalle voci di spesa sociali, dai salari, dalle pensioni, dalla scuola.
I nodi di una politica che usa il volano militare come motore dell’economia vengono al pettine, costringendo tutto il ceto di palazzo a adeguarsi alle politiche bipartisan.
Il movimento contro la guerra nel nostro paese ha rotto il ricatto bipolare, tornando ad essere un soggetto autonomo e capace di marciare sulle sue gambe. Il 9 giugno lo ha dimostrato, la resistenza di Vicenza contro la base al Dal Molin ne è un altro segnale forte.
Nei prossimi mesi altri appuntamenti scandiranno il ritmo del movimento, il 4 novembre a Novara contro gli F35, il 14-15-16 dicembre di nuovo a Vicenza. A gennaio 2008 concentreremo la mobilitazione contro il rinnovo del finanziamento alle missioni all’estero.
La Rete nazionale Disarmiamoli, insieme ad altre reti pacifiste ed a tanti comitati che si battono contro basi e militarizzazione dei territori sarà interna al percorso di mobilitazioni e scadenze, anche attraverso la raccolta di firme sulla Legge di Iniziativa Popolare su trattati internazionali, basi e servitù militari.
Lanceremo la campagna per la raccolta delle firme il 4 Novembre, in coincidenza con la manifestazione nazionale di Novara contro gli F35.
Dal 4 novembre in poi ci aspetteranno sei mesi di mobilitazione per raggiungere e superare le 50.000 firme, mesi nei quali ci aspettiamo una forte attivizzazione del movimento contro la guerra di tutto il paese.
Occorre costituire in ogni città un Comitato Promotore per la raccolta delle firme, trasformando la campagna per la Legge sui trattati internazionali, basi e servitù militari in uno strumento territoriale d’agitazione e controinformazione contro la guerra.
Tutte le realtà interessate a condividere la campagna sulla Legge d’Iniziativa Popolare sui trattati internazionali, basi e servitù militari si mettano in contatto con noi.
La Rete nazionale Disarmiamoli!
info@disarmiamoli.org
338 1028120
338 4014989
http://www.disarmiamoli.org
http://www.autprol.org/