03/10/2007: NO al pacchetto sicurezza


SICUREZZA: CHE PACCO!
Il nuovo pacchetto sicurezza ha come obiettivo quello di scaricare la classe dominante delle proprie responsabilità e additare, come colpevoli del malcontento popolare, le categorie più deboli e indifese.
La nuova riforma prevede un aumento del controllo sociale, dà più potere ai sindaci-sbirri e introduce misure repressive preventive, come il peggioramento dell’articolo 41bis (carcere duro) e l’arresto cautelativo per “presunta pericolosità e sufficienti indizi”, addirittura anche per i minori.
Inoltre, il governo e le giunte comunali stanno attuando una politica di controllo sociale e repressione nei confronti di chiunque non sia completamente conforme a questa società e contro chi vive con espedienti al limite della legge.
Nelle ultime settimane ha fatto scalpore l’ordinanza del sindaco di Firenze contro i lavavetri, accusati di “molestare le persone ai semafori”. Altre ordinanze di questo tipo sono state inflitte in tutta Italia anche contro i parcheggiatori abusivi e i graffittari “rei di dare colore” nell’oscurità e nell’oblio delle nostre città.
A Foggia l’assessore Del Carmine, dopo le varie richieste di servizi igienici da parte di una comunità rom, ha proceduto ad un nuovo sgombero con la scusa di “scarsa igiene”.
In tale contesto i gruppi fascisti trovano occasione di far proselitismo, di radicarsi e di avviare pratiche squadristiche spesso con la copertura sbirresca, come ad esempio i vari incendi dolosi proprio ai danni di queste comunità.
Tutte queste manovre tentano di creare una “guerra tra poveri”, in modo da spostare l’attenzione del proletariato verso le conseguenze e non le cause dei problemi sociali.
Il centro-sinistra cerca di far fronte al crescente malcontento dovuto alla mancanza di ogni elementare diritto (dalla casa allo studio, dalla sanità pubblica al lavoro, ecc) instaurando un clima di guerra interna atta ad aumentare il controllo sociale e a prevenire qualsiasi fermento che possa mettere in discussione questo sistema di barbarie e sfruttamento.
Come se non bastasse, 30mila uomini attualmente in esubero nelle forze armate potrebbero affiancare le forze dell’ordine nelle città.
Allo stesso modo con cui aumenta il controllo sociale e la repressione nelle nostre città, nei posti di lavoro viene sempre più colpito chi alza la testa con provvedimenti disciplinari e molto spesso con il licenziamento.
I casi più vicini alla nostra città sono i licenziamenti di un operaio della Fiat di Termoli e del delegato sindacale alla Fiat di Pomigliano d’Arco.
Negli ultimi mesi, le giunte comunali hanno proseguito in tantissimi sgomberi di spazi d’aggregazione popolare, mentre la magistratura ha aperto migliaia d’inchieste ai danni di compagni attivi nelle lotte sociali ed in difesa dei diritti delle masse polari.
La più eclatante è l’operazione repressiva che ha portato all’arresto di 16 compagni tra il 12 febbraio e il 6 luglio, rei di non piegarsi ai soprusi dei padroni e aspirare ad una società più giusta.
Con questi provvedimenti lo stato punta soprattutto ad azzittire tutti coloro che si oppongono e non vogliono subire le ingiustizie.
Contro le ingiustizie e le barbarie che ci colpiscono, bisogna unirsi e impugnare l’arma della lotta.

CONTRO IL PACCHETTO REPRESSIONE UNITA', ORGANIZZAZIONE!

CENTRO DI DOC. “FILOROSSO”
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