03/10/2007: CPT / strage del Serpeddì


Era il 24 di Febbraio del 2004 quando un piccolo aereo Cessna si é schiantato sulle montagne dei sette fratelli dietro Cagliari.
L'aereo era condotto da due piloti professionisti ed uno in volo di addestramento e trasportava due cardiochirurghi e un tecnico dell'ospedale Brotzu di Cagliari, che portavano con loro un carico prezioso: un cuore appena espiantato a Roma, destinato a un paziente di Cagliari in attesa di trapianto.
Tutti morti, sei persone. Perduto il cuore pronto al trapianto e del paziente che lo attendeva nulla sappiamo.
Si disse subito: "una tragica fatalità", il giorno le cime dei sette fratelli erano avvolte da una fitta nebbia, anche se era ben strano che dei piloti esperti, proprio quel giorno avessero scelto di volare a vista sopra le cime di quelle montagne, anziché seguire la rotta usuale che passa sul mare, in prossimità di capo Carbonara (unione sarda del 25 Febbraio 2004).
In effetti nei giorni successivi i familiari ipotizzarono che quella del pilota non fosse stata una scelta, ma che fosse stato costretto a seguire quella rotta rischiosa e difficile a causa di esercitazioni militari che impedivano di seguire la rotta ordinaria.
In pratica all'origine della strage del Cessna ci sarebbero state le solite manovre militari che si irradiano dalla base di Decimomannu verso i vari poligoni sardi (Quirra, Capo Frasca, Teulada). All'epoca però questa rimase una ipotesi che, per quanto verosimile, rimaneva legata alle dichiarazioni dei familiari, nessun giornale diede notizia di un seguito investigativo.
Due anni dopo un piccolissimo trafiletto (Giornale di Sardegna del 28 Settembre 2006) dava notizia invece che non solo l'ipotesi della strage dovuta ai militari era fondata, ma che due graduati di Decimomannu erano sotto inchiesta e si erano rifiutati di rispondere al giudice che li indagava. Dopo un altro anno un piccolo articolo (Giornale di Sardegna del 20 Settembre 2007) ci dice che i due sono stati rimandati a giudizio per omicidio colposo proprio per aver causato la strage del Cessna e che il loro processo incomincerà a Dicembre.

Allego i due articoli del Giornale di Sardegna, mi sembra che nessun altro quotidiano sardo abbia pubblicato nulla a proposito di questa inchiesta.
Naturalmente quello che si può leggere su questi articoli é ben poco, giusto che i due sono stati rinviati a giudizio, mentre molte altre questioni fondamentali rimangono aperte:
- Quel giorno erano in corso esercitazioni?
- Che ruolo avevano i due graduati indagati?
Come mai hanno avuto il potere di deviare la rotta del piccolo aereo dei chirurghi?
In sostanza rimane da capire quali siano le responsabilità dei militari, al di là della responsabilità personale dei due indagati, in questa piccola Ustica Sarda.
Sarebbe opportuno che chi ha qualche altra informazione la condivida e che il movimento antimilitarista sardo segua attentamente l'evolversi di questa triste vicenda.

Fate girare questa nota se potete

***

Il Giornale di Sardegna 28 Settembre 2006
Strage del Cessna. I militari indagati non rispondono.

Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere il tenente colonnello Bruno Scatena (difeso da Massimiliano Ravenna) e il maresciallo Antonio Caponigri (legali Luigi Perra e Maria Bernarda Sanna).
I militari sono indagati per la strage del Cessna del 24 Febbraio 2004, in cui morirono i chirurghi Alessandro Ricchi e Antonio Carta, il tecnico del Brotzu Gianmarco Pinna, il pilota austriaco Helmut Zulner, Thomas Giacomuzzi e Daniele Giacobbe. (Il Giornale di Sardegna 20 Settembre 2007)

Tribunale. Ieri l'udienza preliminare: chiesto il rito abbreviato.
Tragedia del Cessna a giudizio i militari.
Dovranno rispondere della morte di sei persone tra cui il cardiochirurgo Ricchi.
Alessandro Zorco (alessandro.zorco@epolis.sm)

Hanno chiesto il rito abbreviato i legali dei militari della base di Decimomannu accusati di aver causato la tragedia in cui persero la vita il 24 febbraio 2004 il cardiochirurgo del Brotzu Alessandro Ricchi, il perfusionista Gian Marco Pinna, il chirurgo Antonio Carta e i piloti Helmut Zulner, Thomas Giacomuzzi e Daniele Giacobbe.
Nell'udienza preliminare il gup Giovanni Lavena ha rinviato a giudizio (il 5 dicembre) il tenente colonnello Bruno Scatena, difeso dall’avvocato Massimiliano Ravenna, e il maresciallo Antonio Caponigri, assistito da Maria Bernarda Sanna e Gianluigi Perra. Per il pm Rossana Allieri, i militari sarebbero responsabili di omicidio colposo plurimo e disastro colposo.
In pratica lo schianto del Cessna in cui viaggiavano Ricchi e la sua equipe (di ritorno da Roma dove si erano recati per prelevare un cuore da trapiantare a un paziente sardo) sui Sette Fratelli sarebbe stato causato dall'autorizzazione data dai militari al pilota a procedere col volo a vista ("visual approach").
Di diverso avviso i legali che hanno chiesto l'interrogatorio dei militari e si appellano alla perizia prodotta dal pm che - sostengono - riconduce la disgrazia a un errore del pilota.

dr.drer@email.it

http://www.autprol.org/