17/09/2007: Lettera di Marco Camenish


Dal 16 al 29/9/07 voglio contribuire, come prigioniero rivoluzionario verde anarchico, con un’altra iniziativa simbolica (sciopero della fame) alla mobilitazione internazionale in solidarietà con i rivoluzionari anarchici José e Gabriel provenienti dallo Stato spagnolo e con tutte/i le/i prigioniere/i in lotta del 29 settembre davanti alle galere a Rheinbach ed Aachen in Germania, voglio riconfermare la mia solidarietà con tutte/i le/i prigioniere/i in lotta ed anzitutto con le/i prigioniere/i rivoluzionari/e e con tutta la gente che R/esiste. Maggiori info sull’iniziativa in Germania e sui processi e sulle lotte in carcere dei suddetti compagni dovrebbero essere reperibili sul sito www.escapeintorebellion.info.
Ovviamente quest’iniziativa é parte della lotta socialrivoluzionaria internazionalista oltre ogni differenza di tendenza contro un terrorismo repressivo sempre più acuto, assassino, spettacolare e bugiardo (come la campagna contro la RAF in Germania). È anche una lotta comune tra dentro e fuori per la liberazione delle prigioniere rivoluzionarie e dei prigionieri rivoluzionari, delle/dei prigioniere/i malate/i, con detenzione lunga, delle bambine e dei bambini (per esempio palestinesi) e delle donne in galera, contro l’isolamento e la tortura. Vuol dire anche lotta contro la pena di morte, poiché tutto, come anche la galera, la detenzione, l’esclusione e la persecuzione (per esempio in Svizzera la politica dell’abolizione delle persone straniere e dell’asilo, politica di forte natura nazifascista e razzista) sono vere e proprie forme istituzionalizzate di tortura, pena di morte e stragiste del terrorismo di Stato come parte della guerra imperialista generalizzata verso l’interno e l’esterno.
Questa lotta ovviamente può essere concepita solo come i primi passi verso l’abolizione di tutte le galere, d’ogni dominio e sfruttamento, e deve essere rivoluzionaria e radicale, mentre i singoli riferimenti a questi passi ed obiettivi parziali sono di natura riformista, come lo è anche il riferimento parziale alle “conquiste” delle lotte dal basso e della civilizzazione, come per esempio le costituzioni, i diritti dell’uomo, il pacifismo… Se poi costituiscono riferimento devono in ogni modo essere considerati mezzi, metodi ed obiettivi puramente tattici e non strategici. Impegnarsi, per es., per i “diritti” dell’uomo ed altri “diritti” nei termini di lotte ed obiettivi strategici, significa di non avere nemmeno letto bene questi “regolamenti” della civilizzazione e del capitale, poiché già solo i loro primi e più importanti punti come „il diritto alla vita“ o „il divieto del lavoro coatto“ si rivelano a priori, con le loro eccezioni, vale a dire niente più diritto alla vita in caso d’insurrezione o evasione della persona detenuta e niente più divieto di lavoro coatto per i “rei condannati”, come strumenti esangui di legittimazione del dominio e dello sfruttamento sempre a disposizione di ogni opportunismo ed arbitrarietà dei potenti e padroni di turno.
In questa lotta dobbiamo anche sempre ed urgentemente affrontare criticamente la questione fondamentale della civilizzazione rappresentata dalla ferrea unità indissolubile tra guerra, tecnologia e sfruttamento. Quest’unità con tutte le sue espressioni ed i suoi mezzi come il terrorismo, lo Stato, l’autoritarismo, il colonialismo, l’imperialismo, il controllo, il patriarcato, l’antropocentrismo, il sessismo, il razzismo, ecc., può essere contrastato, dissolto ed infine abolito solo nel suo insieme. Perché solo così é possibile fermare la distruzione capillare e complessiva della vita, delle basi della vita e dell’intero pianeta da lei causata, e di creare lo spazio per la sopravvivenza, la vita e la ricostruzione di società umane che non sono caratterizzate in modo indelebile e basilare dall’oppressione e dallo sfruttamento. Processi e situazioni, che ci spacciano come “progresso” ed anche noi ce li confondiamo spesso e massicciamente con „emancipazione“. Ma tutte le espressioni ed ogni processo della civilizzazione e della tecnologia sono al massimo emancipazione apparente e sempre e in ogni caso, con evidenza sempre più forte e brutale solo coazione, coazione al conformismo, all’inabilitazione, alla dipendenza ed al controllo. È la via verso la distruzione generalizzata e totale del pianeta, vale a dire l’autodistruzione!
Non dimentichiamo mai quello che i padroni vogliono continuamente farci dimenticare:
Potere sulla vita altrui, su altre vite e sulla natura é schiavitù e dominio!
Libertà è potere su se stesse/i e noi ed ogni altro essere abbiamo ricevuto il dono originale di una vita impavida, indomabile e selvaggia!
L’unico modo per riconquistarci la libertà é di lottare per la libertà di tutti gli esseri!!!

marco camenisch, settembre 07, dal cristiano, sociale e democratico lager per i lavori forzati conforme ai diritti dell’uomo Pöschwitz, Regensdorf, Svizzera

http://www.autprol.org/