08/09/2007: Da una lettera dal carcere di San Michele (Alessandria).Contributo al dibattito sulla proposta di sciopero della fame per l’abolizione dell’ergastolo


Sono pienamente d’accordo sul continuare la mobilitazione per abolire questa pena ingiusta e crudele con ogni forma di lotta si riesca a costruire e mettere in atto.
In merito alla proposta di sciopero della fame “ad oltranza” credo non sia necessario immolarsi in questo contesto politico e carcerario. Penso che possano esserci diverse e articolate forme di lotta per forzare la situazione a nostro favore che mirino a ricevere l’attenzione mediatica che aiuta a porre il problema e a indurre il governo ad adeguarsi agli altri europei abolendo l’ergastolo. Penso che il sacrificio estremo non sia adeguato perché la nostra esperienza di vita può servire per migliorare la detenzione nelle carceri, per lottare perché aumentino le possibilità per un carcerato di uscire, per conquistarsi nuovi diritti per noi stessi e per tutti quelli che lottano in questi posti di sofferenza. E’ importante avere la speranza e la possibilità di poter un giorno tornare liberi e costruire qualcosa di positivo. Lo sciopero della fame va bene, si può fare a turno, a rotazione, in ogni carcere per più tempo, ma sempre mantenendo quell’integrità fisica e psichica che servirà per altre conquiste. Poi lo sciopero si può fare come ognuno ritiene opportuno finchè le forze lo permettano: 10-15-20 giorni, come ognuno ritiene meglio per contribuire alla lotta. La resistenza dei prigionieri aumenta la determinazione di chi fuori continua a lottare a fianco dei carcerati e una forza che aiuta a sperare per uscire da questi posti. Nonostante tutti i tentativi di intaccare l’identità dei compagni in carcere con l’isolamento , censure e le continue privazioni anche dei basilari diritti dei carcerati, la solidarietà che arriva mantiene viva più che mai la nostra voglia di lottare. Il mio parere è che le carceri non devono esistere e tutti gli esseri umani devono essere liberi di vivere secondo le proprie scelte.

Antonino Faro

Post-scriptum: “...in questo momento mi trovo isolato perché il 10 luglio fatto dei controlli in tutte le celle, ci hanno distrutto tutte le celle; così abbiamo fatto una manifestazione con lo sciopero del carrello del vitto. Mi hanno messo come istigatore della manifestazione, mi hanno fatto il rapporto e il consiglio di disciplina mi ha dato una settimana di isolamento, ma io, come i miei compagni, continuiamo a lottare contro ogni ingiustizia e a portare avanti le nostre idee e le nostre ragioni, perché nessuno può scalfire la nostra dignità”.

22/07/07
San Michele, Alessandria

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